Capitolo 2

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Non avevi pensato molto a come sarebbero state le lezioni, la solita vecchia routine con le stesse persone di cui ti eri stancata. Ovunque ti voltassi, cerano sguardi di disapprovazione e disgusto. Avevano persino sussurrato cose come: hai perso tua madre e hai fatto scappare tuo padre. Ad un certo punto, quei rumore si erano mischiati allo sfondo bianco. Se non avessi sentito niente, sarebbe stato anormale e persino scomodo.

Qualcuno ti spinse, facendoti cadere il libro che avevi in mano e il suo contenuto al suo interno si rovesciò sul pavimento. "Perché non stai a casa? Nessuno ti vuole qui." Le risate riempirono il corridoi, i ragazzi che ti avevano buttato le cose per terra si allontanarono mentre si davano il cinque a vicenda. Pensavi che atti immaturi come questi sarebbero conclusi dopo il liceo, ma dal momento che potevi solo permetterti di andare in ununiversità vicina, i mostri di sicuro ti avrebbero seguito. Sospirando, ti accucciasti e iniziasti a raccogliere le tue cose.

Avresti potuto sgridarli o farli inciampare come la scorsa settimana. Sebbene tu avessi mascherato i tuoi sentimenti intorno a loro, eri terrorizzata che ti avrebbero ferita ulteriormente. Una parte di te voleva solo piegarsi nonostante la tua indifferenza. Se Seokjin fosse stato lì, ti avrebbe sgridata per non aver tenuto duro, ma ti avrebbe fatta ridere di sicuro.

All'improvviso apparve una mano. Ansimasti un po intensamente, nessuno ti aveva mai aiutata prima di queste circostanze. Alzando lo sguardo, incontrarsi un ragazzo con gli occhi luminosi e un sorriso contagioso che aveva la forma quasi di un cuore. Il tuo cuore perse un battito involontariamente, ma poi scossi la testa e tornasti a concentrarti per prendere le tue cose per terra.  "Grazie," borbottasti mentre ti porgeva lultima pagina.

"Di niente," rispose lui, la sua voce caramellata non corrispondeva al suo aspetto esteriore. Sarebbe stato classificato come un nerd a tutti gli effetti. I suoi morbidi capelli castani ricci erano piatti sulla fronte, con spessi occhiali rotondi. Indossava una maglione quando fuori c'erano 90 gradi, insieme a delle bretelle, pantaloni eleganti e scarpe da tennis dall'aspetto orribile. Se la sua intenzione era di distinguersi, stava facendo un buon lavoro. Chiunque poteva dire che non era di questa città. Non era stato infettato. Forse eri l'unica vittima. "Mi chiamo Hoseok, mi sono appena trasferito qui."

C'era qualcos'altro in lui di strano, la sua aura. I suoi vestiti erano soltanto dei travestimenti perché lui non voleva che la gente sapesse chi fosse veramente. "Sono T/N, grazie ancora per l'aiuto."

"T/N," ripeté lui, "Un bel nome per una bella ragazza." Mormorò lui. Poi si fece avanti e giocò con una ciocca dei tuoi capelli. Non riuscivi a capire del perché il tuo corpo non si stesse muovendo, o non lo stesse respingendo. Qualcosa in lui era inebriante, ma poteva essere anche spaventoso. E poi di nuovo, non c'era niente di pericoloso nel suo aspetto. "Ti dispiace farmi fare un giro?" chiese Hoseok.

"Cosa?"

"Non so dove siano le mie lezioni. E non sembra che io possa chiedere a nessun altro," spiegò lui. Quando lo disse, notasti che le persone intorno a voi guardavano l'uno e l'altro. Sussurrando tra di loro: i mostri tendono a stare insieme. Gli occhi di Hoseok percorsero il corridoio su e giù, e fissarono quasi discretamente chiunque stesse guardando voi due. Anche attraverso i suoi occhiali, sentivi crescere la paura. Tutti tremarono e si allontanarono. Presto, rimaneste da soli voi due. "Vedi, sei rimasta solo tu?"

Era come se un velo d'ombra fosse stato proiettato sul corridoio e gli occhi di Hoseok si fossero scuriti. Eppure il suo sorriso era rimasto. "Uh, vero." Nonostante fosse nuovo della scuola, Hoseok era sorprendentemente bravo a indovinare a chi rivolgersi. Prima gli mostrassi il suo dipartimento che stranamente era uguale al tuo. Poi gli mostrassi la mensa, la palestra e infine l'avevi accompagnato alla sua lezione successiva, che era uguale alla tua. Camminando verso il tuo tavolo, che si trovava in fondo alla stanza e lontano da tutti gli altri, alzasti gli occhi al cielo quando vidi che era macchiato di vernice rossa. La gente cominciò a ridacchiare. Anche il professore si era arreso e ti offrì una pigra alzata di spalle. Ti rivolsi a Hoseok, che non sembrava affatto sorpreso o disgustato dalla vernice. In realtà lo trovava divertente. "Penso che se vuoi sopravvivere in questa classe, dovresti sederti lontano da me."

"Perché?" chiese lui. Ti chiesi se stesse scherzando o se fosse davvero così ignorante.

"Nel caso non l'avessi notato, non sono molto apprezzata qui. Se ti associ a me, verrai trattato come un mostro. Sei nuovo qui, non voglio che ti succeda."

"Allora perché non fai qualcosa al riguardo?"

"Cosa?"

Hoseok si avvicinò e toccò la vernice, non si era ancora asciutta. La vernice gli gocciolava dal dito e lui fece un sorrisetto. Era un'immagine agghiacciante. L'immagine di lui ti ricordava qualcos'altro, qualcosa di molto più letale. "Perché ti lasci calpestare in questo modo? Potresti reagire. Anche ucciderli." L'ultima parte era risultata troppo silenziosa per essere catturata dalle tue orecchie, ma tutto il resto ti aveva spaventata.

"Immagino di essere una codarda." Alzasti le spalle. Nonostante la tua protesta, Hoseok si sedette al tavolo accanto al tuo. Gli studenti davanti a lui lo fissarono confusi, ma uno sguardo ai suoi occhi li fece scattare indietro con la testa verso il tabellone. Durante la lezione, mentre eri concentrata sul materiale, Hoseok ti guardava indiscretamente. Stava studiando le tue caratteristiche facciali, il modo in cui i tuoi occhi si concentravano, il modo in cui la luce del sole filtrava tra i tuoi capelli.

Un sorriso diabolico si dipinse sul suo viso. Sarebbe interessante, pensò tra sé. Aveva messo gli occhi su di te dal giorno in cui aveva messo piede in quella città, qualche mese prima. A essere onesti, il suo sguardo non ti aveva mai lasciato e nemmeno il suo cuore. Si chiedeva quanto tempo sarebbe passato prima che ti potesse portare via da quel posto.

Mono_l1sa

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ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora