Capitolo 13

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Non sapeva ancora cosa fosse successo alla ragazza, Areum non ti aveva detto nulla e Hoseok di certo non ti aveva spicciato una parola. Inoltre, era partito da qualche parte per alcuni giorni. Sembrava che facesse qualcosa di tanto in tanto perché tutti in casa appena tornato tornavano alla loro routine quotidiana senza batter ciglio.

L'aria sembrava più liberatoria, m tutti erano nervosi, specialmente Areum. Quando gli chiesi del perché fosse così preoccupata, lei non ti disse niente. Ma la sentivi borbottare tra sé e sé che lui stesse bene. C'era solo una persona per cui lei avrebbe potuto riferirsi, e ti chiedevi cosa stesse facendo. Pensando al suo titolo professionale, ti venne in mente che poteva trovarsi in alcune situazioni pericolose. Non avresti dovuto sentirti in ansia per la situazione, si era messo da solo in quella situazione e era diventato così solo grazie a se stesso. Non avresti dovuto compatirti per lui. Ma segretamente speravi che ritornasse perché non sapevi cosa ti fosse accaduto se lui non lo avrebbe fatto.

Ma tornò, senza preavviso. Avevi intenzione di passare un altro giorno in biblioteca, ma una volta entrata nella stanza, ti prese quasi un attacco di cuore. Hoseok era sdraiato sul divano di pelle bianca, il suo pigiama rosso era in netto contrasto con l'intero ambiente. Sembrava un mosaico di colori, nascosto al mondo e incompreso. I suoi occhi erano chiusi. A giudicare dalle lattine di birra vuote per terra, probabilmente era svenuto. Il tuo cervello diceva che sarebbe stata un'idea orribile avvicinarsi al predatore, ma tutto nel tuo cuore ti diceva di camminare in avanti verso di lui.

Quando lo facesti, vidi che l'angolo della sua bocca era contuso insieme alle sue guance. Aveva ferite sulle braccia e sulle gambe, almeno da quello che si poteva vedere. Andasti nel panico, se avesse avuto ferite ancora sanguinanti avrebbero danneggiato ancor di più il suo corpo se avesse continuato a bere in quel modo. Con attenzione, raccolsi la lattina di birra chiusa e la gettasti nei bidoni della spazzatura. Il suo petto si alzava e abbassava, come avrebbe dovuto fare. Le sue guance avevano una sfumatura rosa tenue, come avrebbe dovuto essere. Fissando le ferite, ti sentisti immensamente triste e pietosa. Cosa poteva essergli successo per averlo reso in quel modo?

"Perché continui a bere?" chiesi tu, sapendo benissimo che non poteva sentirti. "Perché non ti prendi cura di te stesso e smetti di far preoccupare le persone per te?" ti chiesi tu pensando che ad essere preoccupati erano solo Areum e gli altri mentre tu eri indifferente.

"Perché ti interessa?" I suoi occhi si aprirono lentamente e ti trovarono subito, ti guardavano sempre.

Ti fece sobbalzare, non aspettandoti che si svegliasse e rispondesse alla tua domanda. "N-non lo so." Risposi tu. "Non è salutare bere, soprattutto quando sei ferito."

Lui rise amaramente, sentendo più intensamente il dolore nelle costole e nelle guance mentre sorrideva. Voleva sempre che le persone si preoccupassero per lui, che lo cercassero, che avessero bisogno di lui. Forse era per questo che era entrato in quella vita perché per lui era l'unico modo per essere qualcuno di importante. Poi il suo sorriso cadde. "Zitta e fatti gli affari tuoi." Disse lui all'improvviso.

Rimasi sorpresa della schiettezza della sua voce. Immaginavi che sarebbe successo, infondo faceva parte del suo carattere e l'odore di agrumi che di solito si portava dietro era sparito nuovamente. "Sei egoista. Se non ti fermi per te stesso, almeno non far preoccupare Areum per te. Non ha dormito bene da quando te ne sei andato. Avresti potuto lasciare un biglietto o qualcosa del genere."

"Hai ragione, sono egoista." Disse lui fissando il soffitto nero come la pece. Si ricordava di averlo dipinto con le nuvole per te, ma in quel momento non riusciva a trovarle. Erano sbiadite dalla pioggia.

Divagasti, "Lo sei, non ti importa di nessun altro tranne te stesso ed è spregevole. Non so ancora perché sei entrato in questo business, ma so abbastanza bene che lo hai fatto per te stesso." Ti morsi il labbro, sentendo che era l'ora di farla finita. Era l'unica volta che avresti potuto parlargli così, perché era troppo ubriaco per farti qualcosa. "Areum mi ha detto che mi amavi, nel mio cuore volevo crederci. Ma vedendoti ora, non credo tu sia capace di amare. E non credo che tu mi amassi così tanto. Penso che tu abbia appena trovato un nuovo giocattolo con cui giocare." Pensavi che non avesse la forza per non farti niente, ma ti sbagliavi.

La sua mano si mosse, afferrandoti il polso e tirandoti verso di lui. Il tuo cuore si fermò mentre i suoi occhi freddi fissavano profondamente i tuoi. Ti premette entrambi i polsi sul divano mentre si librava sul tuo corpo. Con la mascella serrata, era visibilmente frustrato e furioso.

"Di quello che cazzo ti pare su di me, che sono un mostro e sono un egoista." Gridò lui, con la voce che si alzava ad ogni parola. "Ma non osare dire che non ti amavo. O che non ti amo adesso. Ogni grammo del mio corpo era destinato ad amarti. È colpa della tua famiglia se non ti ricordi di me." Le parole si bloccarono nel tuo cervello, lui ti amava ancora, ma aveva aggiustato niente. Il suo corpo si avvicinò al tuo. Ti fece battere il cuore, diceva di accettarlo perché anche in passato lo avevi voluto. Non potevi, pensasti. Faticasti per ritrarre i tuoi polsi, ma non riuscisti a spingerlo via. Senza altre opzioni, lasciasti che le lacrime scorressero sul tuo viso.

Hoseok si fermò di colpo. Poi la sua presa sui tuoi polsi si allentò e si alzò dal divano. Imprecò contro se stesso per essere stato troppo avventato. Quando vedesti i suoi occhi, vidi che erano rossi e acquosi. "Hoseok, cosa è successo?" chiesi tu. "Dimmi. Dimmi tutto. Cosa ha fatto la mia famiglia? Perché lo stai facendo e cosa sono io per te, davvero?" Volevi sapere di più. Era come se fosse qualcosa di proibito, volevi esplorare quest'altro mondo dove c'era anche Jung Hoseok perché da qualche parte in quel mondo ne facevi parte integrante.

Hoseok aprì la bocca, poi la richiuse velocemente. "Non sei niente per me." Poi si diresse verso la porta, lasciandoti con le nuvole grigie nascoste e il tuo cuore che bramava lui.

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ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora