Capitolo 22

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Sono sul treno per tornare a Firenze con Giorgio.
Ripenso a tutto ciò che è successo finora e provo anche a immaginare ciò che succederà appena metteremo piede a casa sua.
Dovrei rifiutare visto che sono fidanzata. O perlomeno dovrei provare dei sensi di colpa. Invece nulla. Il vuoto. Continuo a riflettere sulle parole di Giorgio: "il tuo ragazzo è palesemente gay". È questo il motivo per cui non sto rifiutando Giorgio? Oppure perché non sono veramente innamorata come credevo? Dubbi, dubbi e ancora dubbi. Domande, punti interrogativi grossi come case.
"Segui il tuo cuore" dicono tutti. In questo momento il mio cuore è qua con me e sta tornando a Firenze con il mio compagno di classe alle superiori.
Sento la mano di Giorgio appoggiarsi alla mia e sussulto all'improvviso.
"Dobbiamo scendere, siamo arrivati"
Mi prende per mano e scendiamo dal treno. Senza curarsi di chi potrebbe vederci, mi solleva il mento e mi da un bacio leggero sulle labbra, poi mi riprende per mano e ci dirigiamo alla macchina.

Il viaggio passa abbastanza velocemente tra risate e scherzi. Non ricordavo che Giorgio oltre ad essere così affascinante e sexy fosse anche maledettamente simpatico. Tra una risata e l'altra controllo il cellulare per vedere se ci sono messaggi o chiamate da Cristian, ma al posto di vedere l'icona del messaggio vedo solamente la mia foto di blocco schermo. Da una parte sono fortemente sollevata che Cris non mi abbia cercata, ma dall'altro lato sono anche preoccupata per ciò che può essere successo alla sua amica.

"Pensatrice, siamo arrivati" mi risveglia Giorgio dai miei pensieri.
"Eh? Dove?"
"Marti, siamo a casa mia! Con le volte che tu e le ragazze siete venute a studiare, unné possibile che te ne sia scordata"
"Ah già" dico ridendo.
"Che smemorata" mi risponde Giorgio ridendo e scendendo dalla macchina.

Entriamo in casa e ci accorgiamo di essere soli. Ci dirigiamo in cucina e troviamo un biglietto sul tavolo.
"Gio, io e tua sorella siamo a casa dei nonni. La cena è nel frigo. Ti allego il numero dei pompieri nel caso tu possa far esplodere la casa. Baci, mamma"
Rido leggendo le poche righe scritte dalla mamma di Giorgio, mentre lui borbotta sottovoce.
"Ehi, che hai da ridere?" Mi chiede all'improvviso.
"Oh, nulla" e soffoco una risata.
"Vuoi la guerra eh". All'improvviso mi prende in braccio tra le mie risate e i vani tentativi di scendere dalle sue braccia.
Giorgio mi porta in camera sua e mi butta sul letto.
"Guerra avrai, piccola" e inizia a farmi il solletico.

Il solletico è una delle poche cose che davvero non sopporto. Inizio subito a ridere e divincolarmi come un verme morente mentre le mani di Giorgio si fanno sempre più avide del mio corpo.

Non resisto più. Decido di prendere l'iniziativa io. Affondo le mani nei suoi capelli e lo attiro a me.
"Baciami" gli sussurro tra le labbra.
Non se lo fa ripetere due volte e in pochi secondi le nostre lingue vorticano in una danza sensuale e focosa.

Amore o semplice amicizia?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora