Preferisce lei a me?

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Notando che io non rispondo, sospira, e girandosi di spalle stringe il bastone in mano.
-Almeno lei non si lamenta di te.-sussurra a denti stretti.
Sbarro gli occhi aprendo la bocca, ma non ne usce nessun suono. Non so che dire. Sento il cuore stretto in una morsa.
-...ci mancherebbe.- sussurro debolmente.
-Elsa, non puoi lamentarti di lei. Lei è arrivata prima di te.- afferma, voltandosi a guardarmi.
Stringo i denti e i pugni, sbattendo le palpebre per cacciar via le lacrime che hanno intenzione di scendere. Lacrime, restate dove siete, non è il momento di fare la figura della debole.
Non mi trattengo più. Decido che è il momento di dirgli ciò che penso sul serio.
-Se la consideri così importante, perché non vai da lei adesso?!- urlo, mentre facendo un passo avanti creo involontariamente una lastra di ghiaccio che ricopre la neve sottostante.
Lui, con occhi pieni di rabbia, mi fulmina con lo sguardo.
-Accetto il suggerimento!- urla di rimando, e il vento comincia a soffiare violentemente quando lui si alza in volo e va via.
È più forte di me. Non riesco a controllarmi ancora. Scoppio a piangere silenziosamente, mentre la neve comincia a scendere senza tregua. Mi sento sola, esattamente come mi sentivo la sera prima dell'incoronazione. Esattamente come mi sentivo nel momento in cui mi segregarono nella mia stanza. Ho rovinato tutto a causa di un mio errore, per la seconda volta. Ho voglia di urlare, di sfogare la tempesta dentro me... ma non posso. Non posso di nuovo mettere in difficoltà gli altri per una colpa che era solo mia.
Dove sarà andato Jack? Starà bene? O sarà andato da Dentolina per raccontarle di quanto è successo?
Queste domande mi annebbiano la mente. Comincio a correre senza una meta ben precisa, inoltrandomi nel bosco.
È ancora giorno, ma gli alberi coprono il sole, come se fosse notte fonda.
-Così sei rimasta sola, Elsa?- mi chiede una voce sconosciuta, che echeggia come in una storia dell'orrore.
-C-chi sei?- domando, fermandomi sul posto.
-Sono colui che può aiutarti...-
Un'ombra nera si avvicina a me, per poi materializzarsi sotto forma di un uomo. Un uomo strano. Ha la pelle color cenere, i capelli neri e gli occhi giallastri. Ha un aspetto davvero inquietante, ed istintivamente faccio un passo indietro.
-No, no, Elsa, non allontanarti. Non voglio farti del male.- tenta di rassicurarmi, senza risultati.
-Chi sei? Cosa vuoi da me?- domando ancora, scrutandolo.
-Te l'ho già detto! Voglio solo aiutarti. Il mio nome ti suonerà stranamente familiare.-
Sul suo pallido viso appare un sorriso malvagio, spaventoso.
-Il mio nome è Pitch Black.- si presenta, chinando il capo.
-Pitch?- domando. Ora capisco di chi si tratta. È il Pitch di cui mi hanno parlato i guardiani, quel Pitch che per poco non ha diffuso la paura dappertutto.
-Pitch, stai lontano da me.- ordino, gli occhi decisi.
-Ne ero sicuro... i guardiani ti hanno parlato di me. Ma credimi, io sono cambiato. Jack ha fatto soffrire anche te, vero?- mi domanda, allungando una mano per scostarmi una ciocca bionda dagli occhi.
-"Anche me"?- domando sottovoce.
Lui mi mette una mano sulla spalla, e sospirando tristemente mi guarda.
-Elsa, tu sei solo una delle 'vittime' di Jack. Come già sai, lui è immortale. Ha 321 anni. E... secondo te, può davvero essere stato solo per tutti questi anni? No. L'unica ragazza che riusciva a vederlo è immortale. E tu la conosci bene.-
Abbasso lo sguardo, serrando le labbra.
-Sì, è chi pensi tu, Elsa. E... che rimanga tra noi, ma loro non si sono mai 'separati'.- mi confessa, spegnendo in me un barlume di speranza.
-Jack non ti ama. Ha finto solo per convincerti ad aiutarli.-
Non so se credergli o no. Dopotutto è Pitch Black, l'uomo nero... ma l'espressione piena di rabbia di Jack poco prima è stata strana.
-...e come vorresti aiutarmi?- gli chiedo con voce tremante, mentre l'uomo nero scoppia in una risatina inquietante.
-Oh, Elsa. È molto semplice... devi soltanto passare dalla mia parte.- spiega, annuendo convinto, come se fosse ovvio.
-Cosa?! Puoi scordartelo Black.- dichiaro, scoccandogli un'occhiataccia fulminante.
-Essere la donna nera non sarà male. E poi, potrai far capire a Jack quanto tu stia soffrendo, mentre lui non se ne cura.- tenta di convincermi, ricoprendo di poco il mio abito con della polvere nera.
-...lui tornerà. Io me lo sento.- affermo, scrollandomi la polvere di dosso.
-Non ne sarei così sicuro.- cantilena lui al mio orecchio, facendomi rabbrividire.

Can you see me? [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora