La ragazza del capitano || Oliver Baston

Capitolo diciannove: la mia ragazza

"Oh finalmente sei uscito da quel buco di camera" sento un ragazzo di Serpeverde commentare mentre io e Oliver camminiamo in corridoio.

"Avevi paura di farti vedere dagli altri, adesso che non puoi più giocare a Quidditch?!" continua una ragazza di Tassorosso.

"Proprio lei eh? Potresti averne di migliori" commenta una ragazza di Serpeverde guardandomi con disprezzo.

"Già... E tu, saresti migliore?" risponde Oliver con tono provocatorio. L'unica provocazione a cui ha risposto è stata quella contro di me.

"Io? Ma che dici?" risponde la ragazza arrossendo immediatamente.

"Va via Baston" dice il ragazzo Serpeverde che lo ha schernito prima, arrivando in soccorso della ragazza.

"Già, andiamo via Elle" mi dice prendendomi la mano. Usciamo fuori dal castello e facciamo una passeggiata sul prato.

"Hai risposto solo alla provocazione contro di me" gli dico sottovoce. Voglio che sappia che ho notato questa cosa.

"Nessuno può insultare la mia ragazza"

"La-mia-ragazza? Ho sentito bene?" gli dico guardandolo negli occhi e sorridendo.

"Si. La mia ragazza. L'unica e sola, Emily Ellis" mi dice e subito dopo mi bacia. Successivamente tira fuori dalla tasca un pacchettino e me lo porge. Lo apro e vedo che dentro c'è un anello con la scritta "captain's girlfriend".

"La ragazza del capitano" dico leggendo la scritta sull'anello mentre lo indosso.

"La mia ragazza" mi dice sorridendo con orgoglio. "E in qualità di MIA ragazza ufficiale, volevo invitarti alla mia festa di compleanno" mi dice prendendomi le mani.

"L'avevo dimenticato! Sabato è il tuo compleanno!" dico realizzando improvvisamente. Ho solo tre giorni per trovare il regalo perfetto.

"Beh ricordo che ogni anno sotto la porta trovavo un biglietto con una foto di Quidditch con la scritta 'auguri capitano' firmato E.E."

"Sicuramente non ero io..." gli dico ridacchiando. "Potrebbe essere Eleonor Evans, o Estella Erath". Lui mi guarda come per dire 'e chi sono?'. Gli rispondo dicendogli che sono una ragazza di Tassorosso e una di Corvonero.

"Capitano, era molto chiaro il biglietto. Sono il capitano di Grifondoro" dice e poi fa una pausa, forse perché si ricorda che in questo momento non lo è più. "Sono il capitano di Grifondoro" riprende "e oltre te non c'è nessuna a Grifondoro che abbia le iniziali E. E."

"Okay forse ero io"

"Eri? Ciò significa che quest'anno non lo avrò?"

"Vorresti dire che li hai conservati?!" chiedo incredula.

"Ovvio. Solo dai miei genitori e da quella misteriosa E. E. (che sapevo benissimo chi fosse) ricevevo il biglietto di auguri. Tutti gli altri me li facevano a voce, oppure non me li facevano proprio" mi dice con un sorriso triste, che provvedo subito a baciare.

"Stavolta allora te ne scriverò cento" gli rispondo sorridendo e prendendogli la mano.

"Non lo farai" mi dice, misto tra paura e curiosità.

"Vedremo..."