capitolo 1

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KELLI'S POV

Il vento mi passa tra i capelli in questa fredda e nuvolosa giornata di settembre, in quella che è la mia città, Londra.

Al momento sto correndo, ultimamente corro molto. Correre è sempre stato per me un modo per scappare dai problemi, e non pensare più; ma questa volta mi sembra impossibile non pensare ai miei numerosi problemi. 

Stamattina sono andata a far visita a mio padre, o meglio, a dove è sepolto, è morto quasi da un anno e io ancora non me ne capacito. 

Se ne è andato così, da un giorno all'altro senza salutare, avevamo un bellissimo rapporto, e mi manca moltissimo. 

Se solo  potessi  gli direi tante cose: che non è facile vivere con il peso di dover badare ad altre due persone oltre a me stessa, vorrei dirgli che manca tanto a me quanto alla mia sorellina e a mia madre, e che casa da quando non c'è più non è più la stessa.

Ma anche se glielo dicessi cosa cambierebbe? 

Assolutamente niente, 

Se piangessi cosa cambierebbe? 

Ancora niente 

è per questo che ho deciso di tentare di andare avanti, devo farlo per Iris, la mia sorellina di 15 anni e per mia madre, Amelia. 

Sovrastata dai miei pensieri quasi non sento squillare il mio telefono, noto con mio dispiacere che è l'ospedale il che mi ricorda che stanno ancora ospitando mia madre, rispondo all'istante.

"Buon giorno, sono la dottoressa Miller, mi occupo di sua madre." lo dice con un tono neutro, e non riesco a capire se mi vuole dare buone o cattive notizie, il che mi mette molta ansia, perché mi avevano avvisato che se non ci fossero stati cambiamenti tra due giorni avrebbero finalmente dimesso mia madre.

"La chiamo per informarla che dovremmo posticipare la dimissione dall'ospedale di sua madre, oggi è in condizioni peggiori, più che mai. Ovviamente può sempre venire a trovarla negli orari di visita..."

E tutto d'un tratto mi sento male, non sento più l'infermiera che parla perche mi è caduto atterra il telefono, tutto intorno a me  inizia a girare e sento un grande fischio nelle orecchie.

Cosa dirò adesso a Iris? Era così contenta che la mamma sarebbe tornata, aveva progettato di passare tutte le serate insieme, noi tre, come prima che si ammalasse. 

D'un tratto mi sento un peso enorme nello stomaco, sento la morte di mio padre, la malattia di mia madre, mia sorella, il lavoro che devo ancora trovare, l'inizio quasi alle porte della scuola; iris inizierà la prima liceo nella mia stessa scuola, io sono all'ultimo anno quindi la aiuterò il più possibile, e se avesse bisogno di un adulto? Si, io sono matura per la mia età, so gestire al meglio le situazioni, ma se non fossi davvero pronta? Sono stata in grado di gestire a malapena il primo anno senza mio padre, come sopravviverò una vita intera? 

Ed ecco che all'improvviso vedo tutto intorno a me diventare buio.


                                                                                    ***************** 

"Dai andiamocene! chissà quando si risveglia questa!"

Mi sveglio con questa frase che mi arriva dritta alle orecchie. Sono stesa su un letto d'ospedale, ricordo di essermi sentita male al parco vicino al cimitero, ma non mi ricordo come sono arrivata fino a qui.

"Guardate! ha aperto gli occhi! è viva! è viva!" urla una ragazza a me sconosciuta.

"Ma certo che è viva idiota! è solo svenuta, non le hanno mica sparato."dice il ragazzo vicino a lei. Li guardo attentamente , i due sono molto simili, credo che siano fratelli,  hanno entrambi gli occhi verdi e i capelli castano scuro, e soprattutto sono caratterizzati dai tratti definiti e bellissimi.

"Ciao Kelly! come stai? sei svenuta nel parco poco fa, davanti a noi, ti ricordi di me?" 

Mi chiede con più tranquillità una terza persona che non avevo ancora visto, è seduta in una sedia vicino al mio lettino, la riconosco, è nel mio corso di matematica e ogni tanto ci parliamo a scuola, si chiama...

"Martina?"

"Si, brava ora che abbiamo capito che sai parlare andiamocene, ho da fare" dice il ragazzo, al quale già da prima sembrava non andasse a genio questa situazione.

"Logan ora basta, è mia amica, io resto, se volete voi andatevene."  

"Bene, ci vediamo a scuola. Sofia vieni con me."

La ragazza, che deduco sia la sorella di Logan, si alza, mi fa un sorrisetto che io non ricambio perché sono troppo stanca e raggiunge mister simpatia alla porta. 

Poco prima che se ne vadano completamente richiamo la loro attenzione: "Si, grazie , cercherò di riprendermi presto e aspergerò una tua visita!"

Dico sarcastica con un tono di acidità al ragazzo scorbutico che si volta immediatamente e dice: "Non preoccuparti di ringraziarmi per averti portato a peso morto fino qui in braccio, lo faccio tutti i giorni sai!" poi prende il braccio della sorella e se ne va via, lasciandomi sola con Martina.

La quale mi spiega che effettivamente lui mi aveva aiutato, dato che la mia amica lo aveva obbligato a portarmi fino a qui in braccio.

Forse lo avrei dovuto ringraziare, ma non è stato piacevole sentire i suoi lamenti mentre mi risvegliavo da uno svenimento.

Parlo un po' con Martina e mi dice che se avessi voluto avrei potuto passare più tempo con lei e i suoi amici, ma escludo che loro lo vogliano come lei, mi informa che mister simpatia si è dimenticato di ridarmi il telefono, che mi era caduto, prima di andare via. Mentre Martina  chiama l'infermiera mormorò tra me e me: "già lo odio".

Non avrei mai pensato di sbagliarmi tanto.


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