capitolo 7

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KELLY'S POV

Guardo la strada davanti a me, ancora scioccata da tutto quello che è successo.

Sono in macchina con Iris e Martina, quest'ultima ogni tanto mi guarda per vedere come sto.

"Non so cosa sia preso a Sofia, mi dispiace, è così perchè ha paura che tu possa riprenderti Marcus non..."

"Tu... tu sapevi che mi tradiva con lei?" chiedo con voce tremante.

"io... avrei voluto dirtelo ok... però non potevo, lei è mia amica e..."

"Pensavo di essere tua amica anche io" dico soltanto. Non mi interessa più che Marcus mi abbia tradito, è anche colpa mia, a volte non lo chiamavo per settimane, ma mi dispiace solo che lei non me lo abbia detto.

Non ho molti amici, sono sempre di fretta e stanca per fare qualcosa di nuovo... ma pensavo che di lei mi sarei potuta fidare, ma a quanto pare mi sbagliavo.

"Tranquilla, le passerà." dice mia sorella dal sedile posteriore.

"Non c'è l'ha neanche con te, è arrabbiata perché prima l'ho interrotta mentre era in bagno con un dio Greco..."

"Smettila!" le urlo "Mi hai fatto venire il mal di testa contenta? scordati di chiedermi di riportarti ad una festa" dico con un tono duro.

Le mie parole la feriscono, lo vedo dai suoi occhi, poi dice "Meglio se torni dal tuo principe azzurro... chissà che ti calma un po', non ti vergogni? ho sentito che è fidanzato sai?"

Mi giro di scatto e la fulmino con lo sguardo. 

poi mi giro a guardare Martina e le ordino "Ferma la macchina."

"cosa?" dicono contemporaneamente tutte e due.

"Ferma la macchina."

Appena ferma la macchina guardo mia sorella, lei deglutisce e poi mi slaccio la cintura e scendo. "Portala a casa per favore, io non c'e la faccio più a starle dietro, se i miei non hanno fatto un buon lavoro educandola così non è un mio problema."

Lancio le chiavi di casa a mia sorella che ha gli occhi lucidi, poi richiudo la portiera alle mie spalle sbattendola e aspettando che anche loro se ne vadano.

Tanto vanno via tutti prima o poi. Sono stanca di credere che qualcuno sia diverso.

probabilmente sono io quella diversa, per questo nessuno mi vuole, per questo mio padre si è suicidato, per questo mia sorella mia odia, per questo mia madre parla solo con Iris quando andiamo a farle visita.

Cammino per circa venti minuti, quando mi rassegno al fatto di essermi persa.

Mi trovo davanti ad un parco immenso, e vuoto, dato che ormai è l'una di notte passata, mi si è anche scaricato il telefono, quindi non posso chiedere aiuto a nessuno, non che qualcuno fosse disposto ad aiutarmi, ovvio.

Mi siedo sull'erba, ma me ne pento subito, dato che sento di essermi seduta su qualcosa che di sicuro non è un cuscino, lo capisco dall'odore.

Mi rialzo subito e impreco contro tutti i padroni di cani che non raccolgono la cacca dei propri cani.

mi risiedo in un posto più vicino alla strada principale e inizio a strofinare il sedere sull'erba per togliere il più possibile quello schifo, ma non riesco a vedere molto al buio, e la puzza ormai è permanente nelle mie narici. 

"AAAAAAA" urlo per sfogarmi un po', ma non aiuta affatto, sento infatti un barbone che, probabilmente dormiva su una panchina, urlarmi contro di smetterla.

"Mi scusi" dico cercando di non sbraitargli contro tutti i miei problemi.

Mi copro il viso con le mani per la stanchezza, poi continuo a strofinare il sedere contro l'erba, questo vestito me lo aveva regalato mia madre, l'ultima volta che siamo andate a fare shopping insieme.

Me lo ricordo come se fosse ieri, e invece è stato sei mesi fa.

I miei pensieri vengono interrotti da una risata, fin troppo familiare.

Lui.


Un amore in incognitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora