Capitolo 26

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LOGAN'S POV

'Amelia Oklowd' 

Leggo la cartella clinica della madre di Kelly mentre lei si avvicina al corpo della madre che dorme nella camera d'ospedale.

Dopo aver letto e riletto la lettera abbiamo deciso di andare da lei per cercare altre prove.

Ora qualsiasi cosa può servire, per questo analizzo tutta la cartella clinica attentamente.

"Mamma" sussurra Kelly prendendole la mano.

"Devi svegliarti ti prego." continua con la voce tremante.

"Abbiamo trovato una lettera di papà... l'hai presa tu vero? Perché l'hai nascosa per tutto questo tempo?" non riceve alcuna risposta, quindi si avvicina ancora di più per abbracciare la madre.

"Ti prego se sai qualcosa su papà devi dirlo... ti prego mamma..."

Veniamo interrotti dalla porta della stanza che si apre mostrando l'infermiera che ci dice che dobbiamo andare.

"Ragazzi, devo chiedervi di andarvene, l'orario di visita e finito. potrete tornare il 27 Dicembre, prima non sono ammesse visite a causa delle feste."

è già il 24 Dicembre, sarà il primo Natale che passo fuori casa, senza mio padre, e questo mi rende felice da un punto di vista, ma dall' altro sono triste perché significa che ho perso completamente il rapporto con lui... un rapporto che il più delle volte non finisce nelle famiglie.

Usciamo dall'ospedale e veniamo subito invasi dal tempo gelido di Londra.

Mentre raggiungiamo la mia macchina Kelly viene percossa da un brivido quindi mi fermo davanti a lei facendo fermare anche lei.

Mi tolgo la cuffia che ho in testa e la infilo nella sua, le asciugo una lacrima rimasta da prima e la abbraccio forte. Non c'è bisogno di dire nulla... niente risolverebbe la situazione in cui siamo.


"Mi dispiace" dico dopo un po' che siamo in macchina, mentre torniamo a casa sua.

"Per cosa?" Mi chiede Kelly con la faccia più confusa che mai.

"Come perché? Kelly... Tua madre probabilmente è coinvolta in tutto questo, dovremmo indagare su di lei e..."

"Ma che diavolo stai dicendo? sei impazzito?"

"So che è difficile da capire... ma dobbiamo essere realisti..." Le scende una lacrima e dato che siamo arrivati a casa lei si slaccia la cintura e sbatte forte la portiera correndo verso la porta.

Ma che....

"Kelly ferma!" le dico, la vedo tornare verso di me più arrabbiata che mai.

"Ho dimenticato la borsa" dice riaprendo la portiera del passeggero e prendendola.

Fa per tornare verso casa ma la blocco.

"Fermati." lei cerca di liberarsi dalla mia presa ma sono troppo forte rispetto a lei.

"Non ti lascio finché non ascolti quello che ti devo dire."

Lei smette di opporsi e mi fa segno di continuare. "Muoviti." mi ordina.

"Pensaci ok... lo so che fa male ma dobbiamo tenerci pronti a ogni situazione possibile.

Tuo padre ha detto che tua madre lo odiava nella lettera. 

Ho guardato la sua cartella clinica all'ospedale: ha iniziato a stare male poco prima che tuo padre morisse, è andata in ospedale e quindi non credo che la polizia le abbia fatto delle domane proprio per questo..."

"Non piangere, lo so che..."dico vedendo il suo bel viso rigarsi dalle lacrime.

"Smettila. Tu non sai niente, come puoi pensare una cosa del genere?

 Mia madre è in ospedale e pensi che sia tutta una farsa?

 Io sto soffrendo da un anno perché mia madre ha ucciso mio padre e per non farsi scoprire si è ammalata? 

Quanto devi essere disperato per pensarlo?"

"Non sono disperato, è solo che vedo in faccia la realtà."

"NON STAI GUARDANDO IN FACCIA LA REALTA'!" mi urla contro

"Vuoi sapere la verità? 

Beh la verità è che sei così ossessionato dalla morte di tua madre che non ti interessa niente dei sentimenti degli altri.

Ma eccoti un'altra verità: accusare persone a caso portando avanti e avanti le tue stupide indagini che da un anno non ti hanno portato a niente non servirà a riportare in vita tua madre!

Devi riuscire ad andare avanti, perché quando c'e di messo questa storia delle indagini non ti interessa niente di nessuno. E ti odio quando fai così." 

Sono così arrabbiato per quello che ha appena detto che la lascio e mentre va verso casa io mi chiudo dentro la macchina e parto il più velocemente possibile verso una destinazione ancora ignota.

E mentre guido nella mia testa risuona la voce di Kelly che mi dice che mi odia.


Un amore in incognitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora