Capitolo 66 "Demoni"

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Remus ed Harry uscirono dal Paiolo Magico. Harry continuava a lanciare a Remus delle occhiate, che lui fingeva di ignorare, malgrado ognuna fosse come una pugnalata al petto.
"Vuoi parlarne o continuiamo a fare finta di niente?"
"Non dovevi venire."
"Lo so."
"Hai appena rivisto i tuoi amici dopo due mesi, dovevi passare il tempo con loro."
"Ci saranno nove mesi per recuperare ad Hogwarts."
Harry e Remus continuarono a camminare, ed Harry lasciò che Remus si godesse l'aria fresca, che gli aveva ridato un po' di colore. Alla luce buia del Paiolo, per sua fortuna, nessuno si era reso conto che Remus era impallidito, ma alla luce della luna la sua carnagione cadaverica era risaltata.

"Remus, che ti prende? Seriamente, non riesco a spiegarmelo. Stai per realizzare il tuo sogno, stai per diventare un insegnante, ma sembra che tu stia andando verso il tuo peggiore incubo! Non voglio fare l'insensibile ma, dico davvero, non riesco proprio a capirti." 
Remus non rispose, fingendo di scrutare in modo interessato il cielo stellato.
"Sai, forse ti sei chiesto perchè non sono venuto prima a parlarti. E, forse, avrei dovuto farlo. Ma la verità è che nonostante in genere ci riesca abbastanza bene (forse ho davvero ereditato la modestia da papà), questa volta non riesco proprio a capire cosa ti affligga."
"E' da quando ho accettato il lavoro che non dormo più. Cioè, non è ovviamente una novità che io non riesca a dormire a causa della licantropia, ma mi sembra che stia peggiorando sempre di più. In genere, in tutti questi anni, sono sempre riuscito a tenere a bada la paura delle trasformazioni, prevalentemente analizzandola in modo razione, ma... Sono quindici anni che non mi trasformo in un posto più affollato di cinque persone. Sai, quando ero ad Hogwarts... no, non importa."

"Se non vuoi dirmelo lo capisco, ma se ti va a me importa..."
Remus sorrise.
"Soffrivo di attacchi di panico, ogni giorno prima delle trasformazioni, fino a che James, Sirius e... e Peter, non si sono uniti a me. Avevo il terrore che avrei fatto del male a qualcuno, ero terrorizzato dall'idea che qualcuno sarebbe entrato nella stramberga e allora avrei dato il peggio di me."
"Comprensibile, immagino."
"Oh, eccome. Vivevo nel costante terrore che qualcuno potesse scoprirmi. E ho paura che, tornando ad Hogwarts, ricominci tutto, ma questa volta senza l'aiuto di James, Sirius e Peter. Penso sia questo il problema principale. Ho ancora paura di ferire qualcuno, o di essere scoperto, ma per adesso riesco a razionalizzare questa paura, e Silente mi ha assicurato che solo gli insegnanti verranno a sapere della mia condizione. Ciò che mi preoccupa, però, è dover affrontare di nuovo tutto da solo. Ho paura che ricomincino gli attacchi di panico, e che i demoni che in genere riesco a tenere a bada diventino sempre più forti."

"Wow."
"Non era propriamente la reazione che mi aspettavo."
"Io... non pensavo che... dovevo venire prima a parlarti."
"No, non è vero. Sei qui al momento giusto."
"Già..." Harry cercò qualcosa da dire, ma, in realtà, non gli veniva in mente niente che fosse lontanamente confortante davanti a delle rivelazioni del genere. "Io sono felice che tu ti sia aperto con me."
"Certo."
I due rimasero qualche minuto in silenzio.

"Sto cercando di trovare qualcosa da dire, ma mi sono reso conto di essere diventato un disastro nel confortare le persone. Sbaglio o prima me la cavavo meglio?"
"Questo sicuramente, Harry."
"Mi dispiace"
"Non è colpa tua."
"Già." I due continuarono ancora a camminare per le vie di Diagon Alley, il Ghirigoro ormai già superato. Harry prese un gran sospiro e si immobilizzò di scatto.
"Ascolta, prima di tutto volevo farti sapere che, malgrado il fatto che Sirius e papà non ci saranno, tu non sarai solo. Io cercherò di aiutarti in tutti i modi possibili, anche se sono ben consapevole di non essere al loro livello in questo. Secondo punto, i tuoi demoni peggioreranno solo se sarai tu a permetterglielo. Remus, anche quando sarai ad Hogwarts, se riuscirai ad analizzare la questione in modo razionale, ti renderai conto che nessuno potrebbe mai essere in pericolo a causa tua. E, che ti vada bene oppure no, ti verrò a trovare ogni giorno prima e dopo la luna piena, perchè potrei aver bisogno di alcune spiegazioni sulle ultime lezioni."

"D'accordo." Remus non specificò quanto quelle parole avessero significato per lui, e non disse nemmeno che Harry non era obbligato a farlo, perchè ne era sicuramente già consapevole.
"Bene. Adesso possiamo tornare in libreria? Perchè, che tu ci creda o no, sono venuto con te solo per vedere se il Ghirigoro possiede quel libro, e poi adoro le librerie di sera."
"Naturalmente."
I due fecero dietrofront, e, dopo qualche istante di imbarazzo, Remus si decise a parlare.
"So che sei venuto con me solo per la libreria, e che, come dici tu, sei un vero disastro a far stare meglio le persone. Quindi non c'è alcun bisogno che io ti ringrazi, vero?"
"Ovviamente no"
"Bene, allora non lo farò. E non ti dirò nemmeno che queste parole hanno significato davvero tanto per me."
"Bene. E io non ti dirò che sono fiero di te."
 Remus si immobilizzò sentendo quelle parole, ed era sicuro che Harry ne fosse consapevole vista la velocità con cui era scappato in libreria. Lui restò lì davanti alla porta, in piedi, mentre un sorriso spontaneo si faceva largo sul suo viso.
Ma sì, forse alla fine Hogwarts non sarebbe stata tanto terribile, anche senza James, Sirius e Lily.

"Mi piaci, lo sai?" domandò Ginny, sussurrando in direzione del cane dei signori Potter. "Vorrei riuscire a parlare con te come parlo... cioè, come i rettilofoni parlano ai serpenti."
Sirius scodinzolò, alzando leggermente la testa verso il viso di Ginny Weasley. Mentre Ron ed Hermione giocavano a scacchi, e i gemelli erano saliti in camera di Percy Weasley per continuare a torturarlo, la ragazza si era seduta da sola su un divanetto, in una stanza piuttosto nascosta da quella dove avevano cenato. Sirius, annoiato dalle conversazioni di Lily e James con i signori Potter e Granger, aveva notato la piccola Pel di Carota, e aveva deciso di seguirla per farle compagnia, sdraiandosi accanto a lei sul divano.
"Ho sempre preferito i cani ai gatti, sai? I gatti mi sembrano sempre troppo altezzosi. Ovviamente, li preferisco ai serpenti, ma essendo il cane di Harry devi già essere venuto a sapere del disastro dell'anno scorso. Mi chiedo che tipo sia Harry quando lo conosci meglio. Mi sembra estremamente introverso, ma quando lo conosci bene si apre di più?"
"Non esattamente" rispose Sirius nella sua testa. 
"O Merlino, ci mancava solo che iniziassi a parlare da sola, adesso! Cioè, non offenderti mio caro, ma per quanto tu mi stia simpatico dubito che tu possa rispondermi. Sarebbe divertentissimo però... Pensi che esistano i canofoni? Forse si chiamerebbero cinofoni se esistessero, è un nome molto più bello e..."
"Ginny, è ora di andare a dormire!" La voce di Molly Weasley riportò la figlia alla realtà.
"Arrivo, mamma! E per quanto riguarda te, sappi che ti ho visto rubare quel sandwich al signor Potter, sei fortunato che fosse troppo occupato a guardare incantato sua moglie per pensare a te!"

La famiglia PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora