Capitolo 70 "Tè e foglie di tè"

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Al termine del banchetto, Hagrid si diresse verso Ron, Harry ed Hermione, che lo accolsero con entusiasmo.
"Ho chiesto il permesso a Silente e mi ha detto che se vi va potete venire alla mia capanna per festeggiare. Mi occuperò personalmente di accompagnarvi al castello al ritorno, ma ha specificato che è solo un'eccezione."
"E' magnifico Hagrid!" Gridò Hermione, trionfante "Verremo sicuramente!"
"Sì, avevo solo deciso che avrei fatto visita a Remus dopo il banchetto, quindi ti dispiace se prima..."
"Certo Harry, va pure, noi ti aspettiamo qui!"
"Hagrid, sei magnifico, non vedo l'ora di averti come insegnante!"
Hagrid borbottò qualcosa e poi si girò per non far vedere gli occhi lucidi. Harry sorrise, gli era davvero mancato.
Si diresse velocemente lungo il corridoio e poi bussò alla porta dell'ufficio dell'insegnante di difesa contro le arti oscure. Remus gli aprì sorridente.
"Sono venuto a farle le mie più sentite congratulazioni, professore."
"Non c'è bisogno che tu mi chiami professore, Harry."
"Sì che c'è, lei è un mio insegnante adesso. Se deve accettare il fatto che ora parlerò male alle sue spalle non appena ne ho l'occasione, io devo accettare il fatto di doverle dare del lei."
"In tal caso suppongo che invitarla a prendere il tè domani, dopo la mia prima mattinata di lezioni, sia assolutamente fuori discussione, signor Potter."
Harry non riuscì a trattenere il sorriso.
"Penso di poter fare un'eccezione, allora, ma continuerò a darle del lei e parlarle male alle spalle, signore."
"Mi sembra un buon accordo."
Ci fu un istante di silenzio.
"Sono felice per te, Remus."
"Perché non entri e non anticipiamo il tè a stasera?"
"Vorrei, ma devo andare a festeggiare con Ron ed Hermione la cattedra di Hagrid. E poi non voglio perdermi la festa in sala comune, sai."
"Giusto, scusami per averlo chiesto, avrei dovuto immaginarlo."
"Remus, ti prego. Va bene. Ci vediamo domani allora, professore. Alle cinque, giusto?"
"Alle cinque."

Dopo essere andati a casa di Hagrid, dove Ron si era quasi strangolato con i biscotti da lui cucinati, i tre tornarono nella sala comune di grifondoro. La maggior parte dei ragazzi erano ancora svegli. Ginny stava scherzando con i gemelli, che sembravano fare a gara per vedere chi riuscisse a farla ridere di più. Lei stava nel mezzo ai due, ridendo, ma non appena i suoi fratelli si distrassero il suo sorriso cadde nel vuoto. Non se ne accorse nessuno, nessuno a parte Christine Grey che era seduta davanti all'amica.
"Andiamo a letto, Gin, sono molto stanca." Ginny le sorrise, grata, e salutando Neville e i gemelli se ne andò nel dormitorio.
Anche Hermione disse che si sentiva un po' stanca e se ne andò, e piano piano la stanza si svuotò. Alla fine restarono Harry e Ron, che giocavano a scacchi vicino al camino, Fred e George che stavano lavorando su chissà quali scherzi e una coppietta del settimo anno, che sembrava ignorare la presenza di chiunque altro. Percy, capo scuola, era appena rientrato dalla ronda notturna e si era messo a gridare contro Fred e George. Approfittando della sua distrazione, anche Harry e Ron sgattaiolarono nel dormitorio, e finalmente andarono a dormire. Erano le due di notte, ciò significava che avrebbero dormito solo cinque ore. E ad Harry era davvero mancato tutto questo.

"Devo dire che sono stata davvero stupita della sua richiesta di studiare divinazione, signor Potter. Mi chiedevo se non sarebbe meglio per lei scegliere qualche materia più utile"
"Anche mio padre ha studiato divinazione, me ne ha sempre parlato bene, e sinceramente mi sembra molto più interessante di Aritmanzia, professoressa."
"Lei e suo padre avete talenti molto diversi, signor Potter, non dovrebbe scegliere le sue discipline solo in base a quelle che in passato ha scelto lui, quindi, se mai dovesse ripensarci, saprebbe dove trovarmi"
"La ringrazio, professoressa McGonagall"
La professoressa si girò verso Hermione.
"Se non le dispiace, signorina Granger, ora dovrebbe seguirmi nel mio ufficio, dobbiamo discutere dell'organizzazione del suo orario scolastico."
"Certo professoressa!" Hermione si alzò in piedi come una furia, trotterellando dietro a Minerva.
"Di cosa pensi che debbano discutere?" domandò Ron, mentre le due streghe si allontanavano.
"Non so, probabilmente dell'assegnazione di un Nobel ad Hermione."
"Già. Amico?"
"Sì?"
"Cos'è un Nobel?"

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