Capitolo 15 "Quidditch"

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Si misero seduti accanto, vicino al fuoco, e lessero insieme tutte le istruzioni.
"Ma è impossibile!" sbottò alla fine lei.
"Lo so." disse Harry.
Più della metà degli ingredienti che gli servivano non erano in loro possesso.
"Forse Hogsmade..." mormorò Harry.
"Hogsmade?" chiese lei. "Non mi hai detto che era proibita fino al terzo anno?"
"Però... conosco un passaggio segreto..." mormorò lui.
"Harry! Farai perdere punti a Grifondoro se ti trovano e sarai espulso!" esclamò lei.
"Lo so ma non posso aspettare tre anni senza almeno provare Hermione! A casa non posso prenderli o mia madre capirebbe... lei capisce sempre tutto." disse lui. Hermione lo fissò un secondo, incerta su cosa dire.
"Sai una cosa? Forse hai ragione... Verrò con te." disse lei.
"No! Assolutamente no!" disse lui.
"Mmm... Ma quando ci vuoi andare?" chiese poi.
"Approfitterò dell'uscita ad Hogsmade degli altri." mormorò lui.
"Harry..." lo chiamò una voce.

"Papà." disse lui prendendo lo specchi. Hermione lo fissò stupita.
"Hai gli occhi rossi." disse Remus fissandolo. Lui, nel panico, spinse il libro sotto il cuscino.
"Ciao Hermione. Che facevate? E' tardi!" disse Lily.
"Studiavamo signora Potter." disse lei con un sorriso stanco.
"E cosa?" chiese Remus ignorando lo sguardo disgustato di James. Anche Sirius, fuori dall'inquadratura dello specchio, aveva un'aria parecchio schifata.
"Pozioni." rispose Hermione. "Anche se è un po' complicata."
"E quale pozione facevate?" chiese Lily.
"Distillato della morte vivente." ripose Harry anticipandola. Hermione lo guardò parecchio perplessa ma non disse niente.
"D-distillato della morte vivente?" chiese Remus piuttosto stupito. Era una pozione da sesto, settimo anno, sicuramente non da primo.
Hermione annuì.
"E vi riesce?" chiese curiosa Lily.
"Non abbiamo ancora iniziato. Stavamo studiando la teoria." disse Hermione.

"Ah... Allora in bocca al lupo. Vi lasciamo lavorare." disse Remus. Nessuno dei Malandrini riuscì a spiegarsi come mai i due scoppiarono a ridere sentendo quella frase.
"Harry... Uno dei tuoi genitori è per caso il lupo mannaro di qui mi parlavi?" chiese lei guardandolo. Era seria, non stava scherzando. Harry sentì ogni traccia di colore svanire dal suo viso. Doveva immaginarsi che sarebbe finita così. Hermione era davvero intelligente.
"N-No." rispose. Lei lo fissò.
"Lo immaginavo... Come immagino che il lupo mannaro sia tuo zio Remus." disse lei. Ora Harry era color cadavere.
"Non lo dire a nessuno ti prego... so che non ci conosciamo bene ma... Lo so che è ridicolo ma lui non vuole che..." Hermione non aveva mai visto Harry così agitato.
"Harry. Non lo dirò a nessuno. Lo giuro." disse lei fissandolo. Harry l'abbracciò di slancio.
"Come te ne sei accorta?" chiese.
"Beh... quando ci siamo incontrati mi hai detto che tuo zio Remus era rappresentato dal lupo e... le cicatrici, che secondo il libro sono la loro caratteristica, e il soprannome hanno aiutato." disse lei con un sorriso stanco. Alla fine Harry si alzò, ringraziandola dell'aiuto e poi si diedero la buonanotte.
I due ragazzi si videro tutta la settimana successiva per cercare di capire come realizzare quella pozione.
"Stamani abbiamo volo quindi?" chiese Ron guardando il calendario.
Harry annuì. Insieme ai loro compagni si diressero verso il campo di Quidditch.

Harry stava riflettendo sul come comunicare la grande notizia a suo padre. Era il cercatore più giovane del secolo! E tutto grazie a Malfoy... se lui non avesse rubato la ricordella di Neville Harry non si sarebbe mai messo così in mostra davanti alla professoressa McGonagall e lei non l'avrebbe preso in squadra.
Alla fine si decise a prendere lo specchio. Ormai l'ora di cena era passata e quindi anche i suoi genitori si stavano, probabilmente, rilassando.
Fece un incantesimo silenziatore al baldacchino... sicuramente non voleva che Sirius si perdesse la notizia.
"Vi devo dire una cosa..." disse con gli occhi che scintillavano per l'emozione.
"Cosa?" chiese James.
"Promettimi che non ti metterai a ballare sul divano... Vorrei riuscire a dormire senza incubi, stanotte." disse Harry.

"Ehm... Okay." disse James.
"Cosa c'è di così importante?" chiese Sirius percependo l'emozione che vibrava nel suo figlioccio.
"Mi dovete mandare la mia nimbus 2000." disse Harry ghignando.
"No! I ragazzi del primo anno non possono possedere la propria scopa..." cominciò Lily con la sua aria da prefetto di quando spiegava le regole di Hogwarts.
"Almeno che non facciano parte della squadra di Quidditch della propria casata." la corresse Harry.
"Sì ma nessuno al primo anno è mai entrato in una squadra." disse Remus non capendo dove Harry volesse andare a parare.
"Bene... avete davanti il cercatore più giovane del secolo."  disse Harry sorridendo.
Ci volle qualche secondo per permettere a James di comprendere le parole di Harry.
"Tu... quidditch... Squadra?" borbottò prima di svenire per l'emozione.
"Ehm... fatelo rinvenire dopo la chiamata, per favore." disse Harry. Non aveva proprio voglia di vedere suo padre saltellare per tutta la casa trasformato in cervo.

"Congratulazioni amore mio!" esclamò Lily.
"Bravissimo Harry!" disse Remus sorridente. Era stanco ed Harry si ricordò solo in quel momento che il giorno seguente i sarebbe stata la luna piena. Si diede dell'insensibile. In fondo era la prima volta che lui mancava durante una luna piena da quattro anni. Per un attimo fu sull'orlo di dire qualcosa a Remus ma poi lasciò perdere.
"Grazie." disse. Vide che Sirius, trasformato in cane, stava cercando di mordersi la coda per la gioia ed Harry decise che la situazione stava diventando davvero troppo assurda.
"Bene... vi lascio in compagnia di tutto lo zoo." disse.
"Non ci provare..." cerò di dire Lily, non volendo passare le prossime due ore a sentir dire a suo marito di come Harry avesse preso da lui. Harry chiuse la comunicazione e poi si mise a dormire.

Harry si sentì scuotere e aprì appena gli occhi.
"AH!" urlò vedendo la figura di un uomo adulto.
"Shhh! Ho fatto un incantesimo silenziatore, tranquillo." disse James guardando suo figlio. Harry lanciò uno sguardo alla sveglia. Erano le quattro di mattina.
"Era uno scherzo?" chiese suo padre.
"Di cosa diavolo stai parlando?" chiese Harry. Erano le quattro del mattino!
"Tu sei davvero cercatore?" ripetè.
Harry gli tirò una cuscinata. "Sei insopportabile." disse mettendosi sotto le coperte.
"Harry... congratulazioni." disse lui levandogli le coperte. Harry realizzò solo in quel momento che suo padre era davvero ad Hogwarts.
"E sei venuto? C'è anche la mamma? Rem e Sir ci sono?" chiese lui improvvisamente più sveglio.
"Ehm... no." disse James.

"La mamma non sa che si qui, vero?" chiese lui e James annuì.
Harry scosse la testa ma poi abbracciò felice il padre.
"Mi sei mancato!" 
"Anche tu, cerbiatto." disse James sorridendogli. Harry si ricordò una cosa.
"Papà... domani e dopodomani potresti lasciare due barrette nella stanza di Remus da parte mia?" chiese Harry.
"Ehm... Perchè?" domandò lui. Harry arrossì.
"Vedi... Da quando so che Remus è un licantropo... gli lascio due barrette di cioccolato, visto che gli piace tanto e che lo aiuta a stare meglio, il giorno prima e il giorno dopo la luna piena." disse Harry. James sorrise.
"Molto volentieri. Vorrei restare con te ma tu devi dormire e io devo tornare prima che tua madre si accorga che manco." disse lui. Harry lo abbracciò un'altra volta e poi gli diede la buonanotte. Si addormentò con un enorme sorriso stampato sul volto.

Quello che Harry non raccontò mai a nessuno era che, la notte seguente, si ritrovò con Hermione e Ron a vagare per il corridoio del terzo piano, il corridoio proibito, perchè Malfoy aveva teso loro una trappola. Ciò che trovarono in una stanza aveva lasciato tutti e tre con gli incubi per una bella settimana. Un meraviglioso cane assassino a tre teste era pronto a sbranarli. Come Harry ed Hermione, entrambi con occhio attento, avevano visto era che il cane era messo a guardia di una botola. I rapporti tra Ron ed Hermione, dopo quella situazione, erano riusciti a peggiorare ancora. Infatti, dopo l'uscita della ragazza (Me ne torno a letto prima che a voi due venga qualche altra idea geniale per farci uccidere, o peggio, espellere) Ron aveva deciso che non voleva avere nulla a che fare con Hermione e con le sue priorità a dir poco assurde.

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