Capitolo 48 "Morire insieme"

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"Penso che dovremmo andare di là." disse improvvisamente Harry, guardando verso la parete che dava sulla foresta proibita. Ron si sentì mancare, vedendo tanti piccoli ragni che camminavano in fila indiana verso la foresta. Non solo i ragni, il suo grande terrore, ma anche la foresta. Quella, in realtà, era una paura che neanche Harry ed Hermione conoscevano ed era tutto dovuto a una cosa successa anni addietro.

Un piccolo Ron, di circa sette anni, stava giocando con i suoi fratelli, al chiaro di luna. Fred aveva tirato la pluffa fuori dal recinto della tana, verso il piccolo bosco che si estendeva lungo i pendii della collina. I due convinsero Ron ad andarla a prendere ma, il piccolo, non riusciva a vederla. Si disse quindi che, probabilmente, era arrivata nel bosco. Così si avvicinò ad esso, quando, improvvisamente, sentì un rumore di passi. Si guardò intorno, terrorizzato, e si trovò davanti un'acromantula gigante. Urlò, con tutto il fiato che aveva in corpo, quando una figura balzò tra lui e il ragno e cominciò a colpire la bestia a suon di incantesimi. 
"Bill!" gridò il bambino, non appena il ragno cadde a terra.
"Andiamocene, Ron, potrebbero tornare." disse il sedicenne, prendendo in braccio il fratellino. Ron continuò ad essere terrorizzato dai ragni e dalla foresta anche quando crebbe, pensando a cosa sarebbe potuto succedere quella notte.

"Sei sicuro, Ron?" domandò Harry, fissando l'amico con un'espressione preoccupata. Ron era pallido e continuava a lanciare occhiate nervose prima ai ragni poi alla foresta.
"Sì, certo che lo sono."
"Lo capisco se..."
"No, Harry, sono sicuro."
Harry gli lanciò un'occhiata e poi pronunciò Lumos, facendosi luce.
Il corvino sembrava a suo agio, notò Ron. Non aveva paura della foresta. Ma Harry, si disse, non aveva paura di niente, tranne che qualcosa potesse succedere a lui o ad Hermione. Lui lo aveva notato. Quando si trattava di affrontare la morte guardandola in faccia Harry si era sempre dimostrato pronto, ma ciò non si poteva dire di quando lui o Hermione volevano accompagnarlo. Quelle erano state le uniche volte in cui aveva visto Harry davvero spaventato. E, quasi come prova di ciò che stava pensando, in quel momento, Harry sembrava molto più preoccupato per lui che per la foresta foresta proibita. Se da un lato questo scocciava Ron, dall'altro quelle erano le uniche volte in cui Harry lasciava trapelare i suoi sentimenti, che sembrava altrimenti nascondere con estrema cura a chiunque.

I due ragazzi seguirono la lunga scia di ragni, tenendosi a debita distanza per la gioia di Ron.
A mano a mano che si inoltravano nella foresta diventava sempre più impossibile riuscire a vedere qualcosa. Ron divenne sempre più pallido vedendo ragni sempre più grandi unirsi alla scia.
"Ron, ti senti bene?" chiese Harry, teso.
"S-sì, certo. Odio i ragni, però. Non potevamo seguire le farfalle?"
Harry, non seppe spiegarsi se per la battuta o per la tensione, scoppiò a ridere, trascinando con sè anche Ron.
"Ce la caveremo."
"Questo è sicuro. Ehi! Siamo Harry Potter e Ron Weasley!" fece il rosso.
Eppure, mano a mano che procedevano nella foresta, la sicurezza li abbandonava entrambi.

Finalmente giunsero all'ingresso della grotta dove sembrava che i ragni fossero diretti. C'erano delle ragnatele enormi, appese lungo tutte le pareti, ed entrambi rabbrividirono.
"Ciao." Cominciò Harry, cercando di far notare la loro presenza. "Noi... non vogliamo farvi male." fece, notando che i ragni si erano ritirati lungo le pareti. "Ci manda Hagrid."
"Hagrid?" una voce che sembrava antica risuonò nella grotta, ed Harry e Ron si guardarono, intimoriti. Davanti a loro c'era un'enorme acromantula, che li fissava in un modo che non prometteva niente di buono. "Hagrid è mio amico. E' stato lui a portarmi qui e a prendersi cura di me."
"Bene. E' stato lui a mandarci da te. Ha detto che ci avresti aiutato."
"Aiutato per cosa?"
"Chi è che sta pietrificando le persone nel castello? E perchè i ragni ne hanno paura?"
"Ragazzini, Hogwarts è molto più antica di quanto non possiate immaginare e, soprattutto, ha dei segreti sconosciuti a chiunque. Ma non a noi. Noi Acromantule siamo a conoscenza di quasi tutti i segreti del castello, a differenza di voi luridi maghi."

"Ci ha chiamato luridi?" sussurrò piano Ron, in direzione del suo amico.
"Quindi non mi stupisco che voi, idioti, crediate che siamo noi i mostri della camera dei segreti. Hanno espulso Hagrid, per questo, ma io non c'entro niente. Non ho mai torto un capello a nessun umano, per adesso."
Harry e Ron impallidirono.
"Comunque nel vostro castello abita una cosa molto più antica di noi acromantule, che però noi abbiamo la saggezza di temere."
"E che cos'è?" chiese Harry, emozionato.
"Oh, noi non pronunciamo il suo nome, solo gli stolti lo farebbero. Ma sono lieto della vostra visita. Adesso uccideteli."

"Ma noi siamo amici di Hagrid!" urlò Ron, e gli venne spontaneo fare un passo davanti ad Harry. La paura, agghiacciante, lo aveva finalmente abbandonato e, in quella situazione di estremo pericolo, era tornato abbastanza lucido da realizzare che se qualcuno di loro due doveva sopravvivere quello era Harry. Non era così tanto egoista da nascondersi dietro il suo amico, come si era nascosto dietro a suo fratello da bambino, e condannare così a morte tutto il ondo magico. Sarebbe morto per Harry, e lo avrebbe fatto volentieri.
"Voi avete invaso il nostro territorio e io non posso proibire ai miei figli di mangiarvi, carne così fresca... Hagrid ci capirà."
Ron notò che Harry non sembrava particolarmente d'accordo con ciò che aveva pensato, infatti il corvino avanzò presto, affiancando il rosso.
"Se stasera qualcuno di noi morirà, moriremo insieme." Disse Harry, guardando il suo migliore amico.
"Ci sto. Ma non moriremo senza combattere."
"Lo stai mettendo anche in dubbio?"

E così dicendo Harry si voltò, cominciando a scagliare uno stupeficium dopo l'altro. Uno di essi bastava a stendere anche due ragni più piccoli, ma per i più grandi ne occorrevano almeno tre. Ron, intanto, stava sfruttando una delle cose che Hermione gli aveva detto durante una delle loro sessioni di studio ("La luce, Ron. E' quello il punto debole delle acromantule.") e così si faceva luce con la bacchetta, lanciando sempre uno sguardo ad Harry che, troppo preso da ciò che stava facendo, non sembrava accorgersi he i ragni potevano assalirlo anche da dietro. Tuttavia, nonostante combattessero bene e con estrema affinità, i ragni erano decisamente troppi. Ma, quando ormai sembrava che tutto fosse perduto, si udì un botto spaventoso e una luce accecante entrò nella grotta.

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