Capitolo 33 "I Malfoy"

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"No."
"Sì."
"No."
"Sì."
"No."
"Non puoi tenerlo relegato in casa per tutta la vita, Lils." le disse James, mentre era sul divano a giocherellare con i capelli della moglie.
"E' pericoloso per lui, lo sai." gli disse, con gli occhi ricolmi di preoccupazione.
"La tana è un posto splendido e sicuro... lo sappiamo entrambi."
"Ma... e se la preferisse?" chiese alla fine lei, senza avere il coraggio di guardare suo marito.
"Se la... Preferisse? Mi spieghi cos'è esattamente che ti preoccupa, tesoro?"
"James... Harry è sempre stato con noi, sempre. Se... Se preferisse una famiglia numerosa, come quella del suo amico? Se desiderasse avere dei fratelli e passare più tempo con i Weasley? Sta crescendo troppo in fretta..." mormorò lei, sull'orlo delle lacrime. "Non avevo mai pensato che lui volesse una famiglia più grande... ma ha iniziato a considerare Hermione una sorella proprio perchè non ha fratelli, non sa cosa vuol dire crescere insieme a qualcuno."
"Lils..." le disse piano James, accarezzandole i capelli. "Harry adora la famiglia che gli abbiamo dato. E lo sappiamo entrambi. Ci vuole bene, proprio come vuole bene ad Hermione. Vorrei ricordarti che la considera una sorella. Proprio come considera Sirius e Remus dei secondi padri... ad Harry non manca niente. E' felice." la rassicurò James. Quelle parole ebbero l'effetto di un calmante su Lily.
"Hai ragione. Domani gli diremo che potrà andare da Ron. Non gli succederà niente."

Harry passò una settimana a casa del suo amico, nella quale James e Sirius si divertivano a prenderlo in giro per la cotta da ammiratrice che aveva la sorellina di Ron, Ginevra, nei confronti del ragazzo.
"Non c'è niente da ridere! E' inquietante!" li rimproverò Harry, per l'ennesima volta. "L'altra mattina l'ho salutata e lei ha sgranato gli occhi, indietreggiando. Sapete che non mi piace essere al centro dell'attenzione!"
"Comunque... domani ci siete, vero?" gli domandò poi, con gli occhi speranzosi.
"Dove?" chiese James e Lily gli tirò una gomitata.
"Ma certo." rispose lei, con dolcezza.
"Anche tu Remus?" domandò poi.
"Io... non credo che..." mormorò, in imbarazzo. "Sì, ci sono." si corresse subito dopo, incrociando lo sguardo ammonitorio di Lily.
"Dove andiamo esattamente?" chiese Sirius.
"Tu da nessuna parte." specificò Harry. "Noi invece andiamo a Diagon Alley.
"Posso venire anche io... Dai, sotto la mia forma canina." disse Sirius, supplicante.
"Io... va bene. Ma al primo segnale sospetto te ne torni a casa con Remus." disse James.
"Ma certo." disse lui. Harry salutò, chiudendo la chiamata, ma prima sentì Remus borbottare che lui non era un babysitter per ricercati troppo irresponsabili.


"Hermione!" la salutò Harry mentre lei gli saltava al collo, per riempirlo di baci sulle guance.
Harry si era messa d'accordo con lei, e ora si trovavano tutti a Diagon Alley, con la famiglia di Ron, Hermione e la sua al completo. Appena Sirius lo aveva visto gli era saltato in braccio, facendolo quasi cadere.
"Dovremmo andare al Ghirigoro." disse Lily, guardando la lista delle cose da comprare.
"I libri che dobbiamo prendere quest'anno sono tutti di Gilderoy Allock. Il nuovo professore deve essere un suo grande ammiratore." disse George. Hermione sospirò.
"A me basta che non cerchi di far fuori Harry come ha fatto l'ultimo." disse lei.
"Simpatica, davvero." le disse lui, dandole una spallata in modo amichevole.
"Grazie." replicò lei.
"I libri di Allock costano davvero tanto e sono circa cinque a studente." disse la signora Weasley, in imbarazzo.
"Molly saremo felici di darvi una mano se può servire." disse James, con un sorriso galante.
"Grazie, James, ma non serve. Non preoccuparti." disse lei, forzando un sorriso.
"Sicura Molly per noi non è un problema..." insistette Lily.
"Lily, non preoccuparti, per favore." tagliò corto la signora Weasley.

Insieme arrivarono nella libreria e videro che c'era una fila immensa.
"Ma cosa sta succedendo?" chiese Remus.
"E' lui...."
"Sì è proprio lui..." sentirono dire ad alcune streghe dall'interno.
"O mio dio! E' lui, Gilderoy!" esclamò Lily, arrossendo improvvisamente. Harry si era dimenticato della cotta che sua madre aveva per quell'uomo. James sbuffò, sonoramente.
"O Merlino! E' vero!" esclamò la signora Weasley, emozionata quanto Lily.
"Uff! Sembra di sentire Ginny parlare di Harry Potter!" esclamò Fred. La bambina divenne scarlatta.
"Fred!" protestò, imbarazzatissima dalle risatine del padre di Harry che sembrava scambiare con... il cane.
"Papà!" lo rimproverò Harry, imbarazzato.

Si intrufolarono dentro la libreria e Gilderoy Allock, un mago biondo con un sorriso magnetico, bloccò il suo discorso alla vista di Harry.
"Ma guarda chi abbiamo! Il celebre Harry Potter!" esclamò. Harry sperò di essere inghiottito dalla terra quando tutta la libreria si voltò a guardarlo.
"Si unisca a me, signor Potter." disse Gilderoy. Mentre l'uomo parlava a sproposito Harry si concentrò prima su Sirius e suo padre, che però si stavano guardando, uno ridendo, l'altro pronto per farlo non appena fosse tornato umano. Rivolse poi il suo sguardo a sua madre e ad Hermione, che guardavano entrambe sognanti Gilderoy. Infine si rivolse alla sua ultima speranza: Remus. L'uomo non lo deluse. Lo fissò e Remus lo guardò, riuscendo a reprimere la risata che gli era nata sul viso allo sguardo disperato del ragazzo, per rivolgergli uno sguardo incoraggiante.
"Vuoi che interrompiamo?" sembro chiedere con gli occhi. Harry negò, alzando gli occhi al cielo.

Senza nemmeno sapere come Harry si ritrovò spinto fuori dalla libreria con una decina di libri di Allock, che a quanto pareva era appena diventato il suo nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure, rovinando la materia preferita di Harry.
"Tieni, Ginny. Prendili tu, io li ricompro." disse Harry mettendo i suoi libri dentro il calderone della bambina.
"Non pensavo ci tenessi così tanto a rivedere il professor Allock per farti autografare i libri." si lasciò sfuggire lei. Quando Harry scoppiò a ridere lasciò cadere a terra il libro che stava esaminando.
James e Sirius si guardarono contemporaneamente, cercando di non ridere.
"Potter." disse una voce gelida che lo fece voltare di scatto."Non puoi entrare in una libreria senza finire in prima pagina." continuò Malfoy.
Sirius prese ad abbaiare così freneticamente che Remus, per evitare sospetti, decise di portarlo via.
"Sta' zitto, Malfoy. Non è lui a cercare il successo." disse Ginny, prendendo le sue difese.
"Ma guarda un po' Potter, ti sei fatto la ragazza. Questo libro deve essere suo." disse Malfoy Junior, porgendo il libro a Malfoy Senior che era appena comparso alle sue spalle.
"Esatto, Malfoy, è suo e ti conviene ridarglielo. Sai potrei sempre chiedere alle persone se hanno del repellente per sanguisughe." lo minacciò Harry, con un sorriso sul viso.
"E con ciò, Potter?" chiese lui, stranito.
"Beh, così cominceresti a lasciarci in pace." disse lui.
"Via Draco, più garbato." disse suo padre. "È inutile prendersela con persone inferiori. Adesso... Sono onorato di fare la sua conoscenza." disse Lucius Malfoy, con disprezzo. Spostò con il suo bastone i capelli dalla cicatrice.
"Stagli lontano." disse Hermione, facendo un passo avanti.
"Tu devi essere la nata babbana... Quella con problemi di logorrea." disse Lucius, facendola arrossire violentemente.
"Non dica mai più una cosa una cosa del genere!" esclamò Ron, paonazzo in viso.
Harry fece un passo indietro, di scatto.
"Non osi mai più dire una cosa del genere alla mia migliore amica!" disse, alzando la testa fieramente.
"Oppure cosa? Guarda che io potrei sempre terminare ciò che l'oscuro signore non ha terminato quella notte... Ti starebbe proprio bene..."
Tutti trattennero il fiato alle parole di Lucius Malfoy.
"Non osare Malfoy. Non osare mai più minacciare mio figlio davanti a me." disse James, spostando suo figlio indietro con dolcezza e posizionandosi davanti a Lucius Malfoy.
"Ma guarda un po', abbiamo qua Potter Senior in persona. Ma quanto sei caduto in basso? Sposare una sanguemarcio e rovinare il tuo status..." disse rivolgendo poi uno sguardo a Lily.
Quello per James fu davvero troppo. Scattò in avanti, pronto per fare a pugni con Malfoy, ma venne fermato dall'intromissione del figlio tra loro due.
"Non posso dire che sia stato un lieto incontro ma, sicuramente, è una lieta separazione. Speriamo di non rivedervi per un po', Malfoy." disse Harry, afferrando il padre per il braccio e trascinandolo via. 

"Gliele avrei suonate. Non può minacciarti in quel modo, non davanti a me, Harry." protestò suo padre, mentre se ne andavano seguiti da Lily e dalla famiglia Weasley.
"Lo so, papà. Ma conosci i privilegi che ha il signor Malfoy con il ministero e l'idea di vederti spedito ad Azkaban per una zuffa non mi andava proprio a genio. Non mi piacerebbe dare una soddisfazione del genere al professor Piton e forse, specifico il forse, potrei sentire la tua mancanza." gli disse Harry e James sorrise scompigliandogli i capelli.
"Ti voglio bene, peste." gli disse il padre. "E non lo dico abbastanza spesso."
"E sarei io la peste?" domandò Harry, facendolo ridere. "Ma anche io ti voglio bene, papà. Davvero tanto."

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