Capitolo 47 "Spannung"

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"Dov'è Hermione?" domandò Ron raggiungendo Harry nella sala comune dopo aver fatto colazione. Lui lo guardò stranito.
"Io credevo fosse con te..."
"Ciao!" li distolse una voce. Ginny Weasley e Chris Grey, la dolce bambina dai capelli biondi e gli occhi ambra, li salutarono.
"Lui è Ron, mio fratello, e lei è Chris, una mia amica." disse Ginny, presentandoli. Poi arrossì, incrociando lo sguardo di Harry. "L-lui i-invece è..."
"Harry Potter, immagino." disse Chris, lasciando la mano di Ron per stringere quella di Harry. Gli sorrise, per niente intimidita. Da quando aveva lasciato la casa dei suoi genitori (entrambi babbani) non vedeva l'ora di fare la conoscenza di Harry, dalle poche (molte poche) cose che aveva appreso. Non era per niente una persona da libri... Tuttavia tutti sembravano conoscere la storia di Harry Potter e di Tu-sai-chi, quindi si era dovuta documentare.
"Noi dobbiamo andare a mangiare, ci vediamo." disse Ginny e salutò i due ragazzi con un cenno.
"Stavo dicendo..." fece Ron. "E' strano! Hermione ha saltato anche la colazione, forse non sta molto bene."
"O forse è in biblioteca." disse Harry, ignorando la orribile sensazione che aveva allo stomaco.
"Ma certo, la biblioteca!" esclamò Ron, cercando di suonare convincente.
Così i due ragazzi uscirono dalla sala comune per dirigersi verso la biblioteca.

"Signor Potter, signor Weasley." Ron ed Harry si girarono di scatto e videro Minerva McGonagall.
"Salve professoressa." la salutarono in coro.
"Penso che voi dobbiate venire con me." disse lei.
"Ma..."
"Noi non abbiamo fatto niente."
"Vi prego, seguitemi in infermeria."
"Infermeria?" chiese poi Ron in un sussurro ad Harry, che alzò le spalle. Una volta entrati in infermeria però entrambi dovettero trattenersi dall'urlare. Sul lettino più vicino all'ingresso era stesa una ragazza dai boccoli biondi e la carnagione chiara. Sul letto vicino a lei, invece, c'era Hermione.
"Hermione!" esclamarono in coro, precipitandosi dalla ragazza. Hermione era immobile, gli occhi vitrei e il pugno chiuso lungo il fianco.
"Hermione..." mormorò Harry accarezzandole i capelli.
"Si... Ehm..."
"Si, signor Weasley. Si riprenderà. Molto presto la professoressa Sprout potrà raccogliere le foglie delle Mandragole e il professor Piton si occuperà di distillarle per l'antidoto."
"Le mandragole..." Ron non poté fare altro che ricordare quella lezione di erbologia della lezione.

"Non capisco il senso di tutto questo. Facciamo cose pericolose durante tutto l'anno, perchè, per una volta, non ci fanno avere a che fare con piante non letali?" domandò Ron, che si trovava accanto a Harry ed Hermione.
Harry si strinse nelle spalle.
"Ma sei serio? Ho sempre sognato di vedere una mandragola ma mia mia nonna diceva che era troppo pericoloso per me. Non vedo l'ora!"
"E' evidente che io e te abbiamo sogni diversi, Neville. Il mio sarebbe di arrivare a fine anno senza qualcosa che cerchi di ucciderci..."
"Ce la faremo spero." disse Harry.
"Chi sa dirmi le caratteristiche delle mandragole?" domandò la professoressa Sprout.
La mano di Hermione scattò in aria, come sempre. 
"Sì, signorina Granger?"
"Le mandragole emettono un suono spaventoso capace anche di uccidere le persone."
"Come dicevo..." sussurrò Ron all'orecchio di Harry.
"Tuttavia dalle foglie delle mandragole è possibile ricavare un elisir che può essere utilizzato come cura alla pietrificazione tramite pozione, oggetto, animale o incantesimo."
"Perfetto, signorina Granger. Quindici punti a grifondoro."
"Sbaglio o quando abbiamo affrontato il troll di montagna ce ne hanno dati dieci?" chiese Ron.
Harry sospirò. "No, Ron, non sbagli."
"Bene, adesso mettete i paraorecchie."
Le orecchie di Harry, Ron e Neville continuarono a fischiare per un'intera settimana dopo gli urli assordanti che udirono quel giorno.

"C'è qualcosa che possiamo fare per aiutarla?"
"No, signor Potter, non credo, almeno."
"Possiamo restare a farle compagnia?" chiese Ron, speranzoso.
"Ma certo, signor Weasley."
Aspettarono che l'insegnante uscisse dall'infermeria per poi sedersi ai due lati del letto.
"Dobbiamo parlare con Hagrid." disse Harry, accarezzando con dolcezza la mano di Hermione.
"Sì." rispose Ron, lentamente. "Dobbiamo parlare con Hagrid."

Harry e Ron indossarono il mantello dell'invisibilità e, approfittando della porta aperta per gli studenti dal terzo anno in su, che stavano andando ad Hogsmade, uscirono per dirigersi da Hagrid. Ron bussò con insistenza e Hagrid andò ad aprire. Sembrava preoccupato.
"Hagrid." lo salutò Harry.
"Entrate, svelti voi due. Ho saputo cosa è successo ad Hermione."
"Hagrid a proposito di questo..." cominciò Ron, in imbarazzo.
"Abbiamo saputo che..." fece Harry, ma la voce gli morì in gola. Hagrid si era affacciato alla finestra e aveva fatto uno strano rumore di gola.
"Nascondetevi, sono arrivati."
"Nasconderci?"
"Svelti, sotto il mantello. E ricordatevi, seguite i ragni."
"I ragni?" Harry avvertì il tono impanicato di Ron.
"SVELTI, NASCONDETEVI!"

Harry e Ron si erano appena nascosti sotto il mantello dell'invisibilità quando qualcuno bussò alla porta di Hagrid.
Il ministro in persona entrò dalla porta, seguito da Silente e da Lucius Malfoy, notarono Harry e Ron, con disprezzo.
"Salve, signor Hagrid." lo salutò Caramell.
Harry aveva quasi dimenticato che Hagrid fosse il cognome del guardiacaccia, abituato ormai da sempre a chiamarlo in quel modo.
"S-salve signore."
"Hagrid."
"Desidera un tè, professor Silente, signore?"
"No, Hagrid, non disturbarti. Purtroppo..."

"Purtroppo ciò che ci porta qui non sono buone notizie, Hagrid." lo interruppe Caramell, gesticolando. "Ci è stato detto che gli attacchi dell'erede sono ricominciati. Abbiamo provato, su consiglio del professor Silente, ad aspettare e analizzare meglio la situazione, ma tutto ciò a cui ci ha portato sono state altre pietrificazioni. Sai cosa aspettarti, immagino..."
"Ma professor Silente, la prego, mi creda, io sono innocente! Lo ero all'epoca e lo sono ancora..." fece Hagrid, più terrorizzato dall'idea di aver deluso Silente che dalla punizione che lo aspettava.
"Lo so, Hagrid, lo so." fece lui, in tono grave. "Ho provato a convincere il wizengamot e il signor  Malfoy di questo ma..."
"Ma noi reputiamo che Silente non sia più adatto a dirigere questa scuola." disse Lucious, con un ghigno. "Il wizengamot a votato ed è stato sospeso dall'incarico."

Sia Hagrid che Ron ed Harry trattennero il fiato, poi il guardiacaccia esplose.
"Cosa state insinuando? Silente è il miglior preside che..."
"Hagrid, ti prego." fece Silente, giocherellando con la barba. "Ti verrò ad aiutare appena mi sarà possibile, adesso mi farà bene una buona vacanza. Pensavo alle Bahamas, dicono che siano bellissime."
"Le Bahamas? E' serio?" fece Ron, pallido.
Harry si strinse nelle spalle. Era ancora lontano il giorno in cui avrebbe compreso Albus Silente.
"Bene, adesso devi seguirci Hagrid." fece Caramell. "Ti dobbiamo scortare ad Azkaban."
Questa volta fu Harry a non riuscire ad evitare di parlare.
"Azkaban?" l'espressione di Ron era terrorizzata quasi quanto quella di Hagrid.
"Venga con noi, Hagrid." ripetè Caramell, spingendo fuori il guardiacaccia che sembrava pietrificato. Silente lanciò uno sguardo dove erano nascosti Harry e Ron.
"Un aiuto sarà sempre dato ad Hogwarts a chi ne ha bisogno." disse, facendo l'occhiolino. Quando si chiuse la porta alle spalle Ron ed Harry si tolsero il mantello dalle spalle.
"E adesso?" domandò Ron, guardando Silente ed Hagrid che si allontanavano scortati da Malfoy e dal ministro, dalla finestra della capanna.




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