- Ripeto le nostre trattative - disse il russo - Noi usciremo di qui e nessuna delle sue forze speciali ci farà alcun male -
Kate socchiuse gli occhi
Non posso mettere a rischio la vita di ventisei persone solo per prenderli. Ci sarà un'altro momento. Devo solo aspettare.
- Okay - annuì con un cenno del capo - Accettiamo le vostre condizioni -
Jetrod le afferrò un braccio
- Kate! Non possiamo! - disse guardandola sorpreso
- Jed, questa faccenda è molto più grande di noi. La vita umana per ora è la priorità - rispose la rossa.
L'uomo sorrise
- Prima libereremo gli ostaggi. Porteremo il vostro agente con noi, tanto per evitare spiacevoli scherzetti da parte vostra. Lo libereremo quando saremo un po' distanti. Sarà lui ad avvisarvi. Non seguiteci o muore - spiegò. Poi fece un cenno all'interno della stanza e gli uomini uscirono. Avevano tutti il volto spaventato, ma sembravano illesi.
- A presto spero, Agente Beckett - disse il russo avviandosi verso la stanza con Tony - Ah, e avverta il suo agente di togliersi da lì fuori -
Kate strinse i pugni, ma avvicinò il microfono alla bocca
- Dix. Togliti di lì. I russi stanno uscendo -
- I russi...COSA?!?!? - urlò Dix
Kate si portò una mano all'orecchio per il dolore, ma sorrise
- Sì, sgombera il passaggio - ordinò
- Ai suoi ordini signora -
Kate si rivolse ai russi
- Potete andare. Ma vi troverò. Statene certi -
Gli uomini si voltarono senza degnarla di uno sguardo. Iniziarono a scendere le scale di metallo, in fondo alle quali stava Dix, l' AK-47 imbracciato, pronto a sparare se le cose si fossero messe male. Quando i russi lo guardarono lui fece cenno con la testa di continuare a camminare. Gli uomini salirono su una macchina parcheggiatta lì sotto, seguiti a ruota da Tony, che aveva ancora una pistola puntata sulla schiena. Appena la vettura svoltò l'angolo della strada, Kate corse su per le scale, a recuperare la mitragliatrice. Appena tornò giú, seguita da Jetrod, non scambiò una parola con i due amici. Si avviarono alla loro auto, lasciando gli ostaggi nelle mani esperte dei medici appena arrivati.
***
- COME SAREBBE A DIRE CHE AVEVANO SEQUESTRATO L'INTERPOL????!!!! - urlò Nate dopo che Kate aveva spiegato ai colleghi l'avvenimento - É PER QUESTO CHE NON MI HAI FATTO VENIRE???!!! CAZZO BECKETT, ALCUNI ERANO MIEI AMICI!!! COME TIMMY!!! NON MI SREBBE PIACIUTO SE AVESSERO FATTO LA STESSA FINE!!! -
La ragazza strinse gli occhi. Aveva sentito abbastanza.
- NON NOMINARLO!!! TU NON LO CONOSCEVI!!! NON OSARE INFIERIRE BASTARDO!!! ORA FUORI DI QUI! VATTENE, NON TI VOGLIO PIÙ VEDERE! MAI PIÙ - urlò, il volto trasfigurato dalla rabbia. Lo chignon con cui teneva legati i capelli si era sciolto e ora la chioma rossa cadeva sparpagliata sulle spalle.
Nate indietreggiò. Non si aspettava quello scoppio d'ira. Ma risprese subito il controllo e, lanciando uno sguardo di disprezzo ai ragazzi riuniti, uscì dall'ufficio sbattendo la porta.
E Kate si accucciò contro la parete, le ginocchia strette al petto, lacrime calde le scorrevano sulle guance
- Lasciatemi. Desidero star sola adesso - disse, congedando gli amici, che si voltarono e uscirono silenziosamente dalla stanza.

STAI LEGGENDO
Operazione Fenice
Mystery / ThrillerQuando il corpo di una donna viene ritrovato accanto ad un cassonetto dell'immondizia, il detective Kate Beckett della squadra omicidi di Washington è chiamata ad indagare sul caso. Ma quando si scopre che la vittima era una spia russa il caso si co...