Capitolo 4

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- Kateeeeee, abbiamo un riscontro con le impronte digitali!!! - urlò Jetrod dall'altra parte dell'ufficio

Kate lo raggiunse di corsa -Davvero? E...? -

- Sasha Kowalski, russa, trentadue anni. È arrivata a Washington tre settimane fa. Ma c'é un problema... -

- E cioè? - chiese lei alzando perlplessa un sopracciglio

- Non troviamo nient'altro. Sasha Kowalski sembra che non esistesse prima di tre settimane fa -

- Non è possibile. Avete indagato sul suo numero di telefono? -

- Ci sta lavorando Tony di sopra. Ti conviene andare a vedere a che punto sta -

- Sì, ci vado subito. Ottimo lavoro Jetrod -

Lui ghignò - Come al solito d'altronde -

- Ma tu hai una minima idea del cosa sia l'umiltà? - disse lei sorridendo

***

- Tony, come va? -

- Bene dai, forse ho trovato qualcosa... -

Kate gli si avvicinò. Quel caso era veramente impossibile. Nessun indizio utile, niente di niente. Ma erano quelli i casi che lei amava. Quelli impossibili, quei casi che, per risolverli, dovevi mettere tutto te stesso.

- Ecco, questo dovrebbe essere il numero di Sasha Kowal... -

Non riuscì a finire la frase che lo schermo del computer si fece nero, le luci si spensero e si attivò il generatore di emergenza. La mano di Kate corse istintivamente alla pistola.

- Si rilassi detective Beckett - disse una voce profonda - quella non le servirà. James Orwell, FBI. Il caso passa a noi -

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