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Dopo la videochiamata con Melissa e Josh, Nicolò è rimasto per cena ma stranamente non si è voluto fermare per dormire qui. Ha detto che domattina sarebbe dovuto andare presto a casa di Federica perchè aveva promesso alle bambine una giornata alternativa. Questo mi porta ad essere qui, nel mio letto, da sola, alle tre di mattina. Sono ancora sveglia perchè ho un bruttissimo mal di stomaco e il tempo sembra non passare più. Ogni tanto il mio telefono s'illumina per le notifiche di Andrea che mi manda video stupidi presi chissà dove su internet, e per i messaggi di Manuel Locatelli che mi chiede insistentemente di organizzare un'uscita; in più allega foto di Chiesa perso nel suo magico mondo. Per come sto male non ho nemmeno la forza di prende il telefono e rispondere ai messaggi in realtà non ho neppure la forza per spegnerlo.
I giramenti di testa e la nausea mi spingono ad alzarmi dal letto per correre in bagno a vomitare. "Ginny? Tutto bene?" Catia accende le luci in corridoio, che io nella fretta ho lasciato spente, e si ferma fuori dalla porta del bagno a sentire i miei lamenti per qualche secondo prima di entrare. Corre da me e mi raccoglie i capelli dietro la testa per evitare che mi si sporchino. "Che ti è successo?" Mi domanda non appena mi sento un po' meglio. "Mi sembra inutile chiederti se hai bevuto, non reggi mezzo bicchiere di birra al limone figuriamoci se puoi ubriacarti." Non so se le sue parole suonano più come una battuta oppure come un'offesa, forse sono solo il tentativo di tirarmi su di morale. "Non sono ubriaca, devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male." Le dico girandomi di nuovo verso il water. Per fortuna è solo un falso allarme. "Perchè sei truccata? Sono le tre, lo sai, vero?"

"Stavo per uscire con Tommaso."

"A quest'ora?"

"Avevamo voglia di vederci."

Sto per risponderle quando il senso di nausea torna e mi costringo ancora a rimettere. "Quanto siete carini!" Dico pulendomi la bocca. "Un amore agli inizi"

"Hai per caso litigato con Nicolò?" Credo che a spingerla a pormi questa domanda siano i miei discorsi sull'amore mentre me ne sto accasciata sul pavimento del bagno a vomitare. "No, tra me e Nico va tutto a meraviglia." Lei non risponde, si limita a guadarmi, ma io so che nella sua mente quell'assurda teoria sui sentimenti di Nicolò per Federica si fa sentire ancora. "Mi dispiace averti disturbata. Esci pure con Tommaso, ve lo meritate."

"Guarda come stai messa. Non ti lascio a casa da sola in queste condizioni, potresti aver bisogno di un medico." L'amicizia si vede in questi momenti, vero? Catia non era mai rimasta a casa per farmi compagnia prima d'ora, nemmeno quando stavo male. Ma nell'ultimo mese tutto è cambiato, è come aver iniziato una nuova vita. "Grazie, ma ora mi passa." Lei tira fuori il suo cellulare dalla tasca dei jeans. "Vuoi che mandi un messaggio a Barella? Gli dico che stai male e che hai bisogno di lui?" La testa mi gira così tanto che non mi sento lucida, quasi come se avessi bevuto veramente. "No, non disturbarlo. Domani mattina deve andare da Federica, lascialo riposare." Anche io ho sonno, vorrei dormire. Mi accovaccio con le braccia sul bidet. "Non puoi dormire qui, dai, ti porto a letto." Catia mi prende per mano e mi aiuta a mettermi in piedi, poi mi accompagna fino in camera mia e mi fa stendere. Mi rimbocca persino le coperte. "Non posso stare qui," le dico, "mi viene da vomitare." Lei mi lascia sola per qualche secondo e poi torna da me con un secchio. "Ecco qui." Lo mette di fianco a letto e poi si sdraia con me.

"Buongiorno!" La mattina Andrea mi accoglie a Il Giaguaro, dove sono venuta per studiare e prepararmi al meglio per questo benedetto esame. "Hai una cera, ti senti bene?" Mi chiede. Sono pallida, me lo ha detto anche Catia a casa per evitare che io uscissi. Ma ho bisogno di studiare e a casa non ci riesco. "Sì, tutto bene, ma questa notte non ho dormito. Ho avuto un terribile mal di stomaco." Gli spiego. "E ora come ti senti?"

"Un po' meglio, ma non benissimo."

Mi siedo al mio tavolo e tiro fuori dalla borsa i miei libri e i miei appunti silenziando il telefono per evitare distrazioni. Dalla porta a vetro del locale, si vede entrare Riccardo che questa volta mi saluta da lontano senza venire qui a interrompere il mio studio e si ferma direttamente al bancone a parlare con il suo ragazzo.

E' proprio mentre sono immersa in formule matematiche di ogni tipo che avverto il ritorno della nausea, accompagnata ovviamente dai giramenti di testa.
Non è niente di che, ora passa, mi ripeto, ma la situazione non sembra migliorare. Mi alzo in tutta fretta tanto da ribaltare all'indietro la sedia. Alcuni dei miei appunti cadono a terra mescolandosi tra di loro e so già che rimetterli in ordine sarà un problema. Raggiungo il bagno che per mia fortuna è libero e non faccio in tempo nemmeno a chiudere la porta. "Ginny!" La voce di Andrea mi giunge lontana. Deve avermi visto correre qui e mi ha seguita, con lui c'è ancora Riccardo. "Andrea, questo è il bagno delle donne." Riesco a dire tra un lamento e l'altro. "Ginny, io ci lavoro qui. Li pulisco io questi bagni, credi davvero che mi diranno qualcosa perchè sono entrato?"

Non appena mi sento un pochino meglio, mi riportano al mio tavolo e Andrea mi porta un bicchiere d'acqua. "Cos'è che ti ha fatto male? Hai mangiato qualcosa di scaduto o a cui sei allergica?" Io scuoto la testa. "Sono due giorni che mi sento poco bene, ha iniziato con il mal di testa, mal di schiena, stanchezza poi questa notte è peggiorato." Mi porto alla bocca il bicchiere di vetro e sorseggio l'acqua a temperatura ambiente. "Perchè non ce lo hai detto? Non ci siamo accorti di niente" Andrea è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. Quando prendevo la febbre e dovevo assentarmi da scuola, lui si inventava una scusa per rimanere con me e per controllarmi; mi sorprende che in questi giorni non sia accorto di niente. "Pensavo che fosse dovuto allo studio, mi sto impegnando tanto per passare questo esame."

"Lo sappiamo tesoro, sei ogni giorno china su questi libri."

Con la coda dell'occhio vedo Riccardo dare una gomitata ad Andrea. Lui si volta a guardarlo e con uno sguardo il mio migliore amico sembra capire tutto e lo percepisco molto più preoccupato di prima. Ma io non ho tempo per capire cosa significa quello sguardo, perchè devo di nuovo vomitare. "Io vado con lei, tu chiama Nicolò." Sento dire ad Andrea che si alza e mi raggiunge.

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Spazio autrice

Non ho niente da dirvi lascio a voi conclusioni e pareri su questo capitolo.

A domani. <3

Still you want me~ Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora