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Sono in soggiorno a studiare quando la porta d'ingresso del mio appartamento si apre. "Nico? Che ci fai qui a quest'ora?" Gli chiedo guardando l'orologio. Sono le sette di mattina e Nicolò non credo si sia mai presentato a casa mia così presto. "Buongiorno Ginevra, anche io sono felice di vederti e ti amo da impazzire." Mi risponde lui raggiungendomi sul divano e sedendosi al mio fianco. "Scusa, ti amo anche io." Poso un bacio a stampo sulle sue labbra e dopodiché lui inizia a guardare i miei libri sparsi ovunque. "Che stai facendo?"

"Sto studiando, a settembre devo dare due esami." Nicolò si volta a guardare l'orologio appeso alla parete dietro di noi. "Studi alla sette di mattina?"

"Non sono riuscita a dormire, ho pensato che studiare fosse una buona idea."

"Io ne ho una migliore." Mi sorride malizioso e mentre io ricambio quel sorriso con un po' di timore, lui inizia a chiudere tutti i libri e i quaderni che mi circondano. "Dal tuo sguardo mi sembra di capire che non hai idea di che giorno sia oggi, dovrei offendermi?" Oggi? Perché che cos'è oggi? "Dai, Ginny, fai sul serio?" Purtroppo sì, ma evito di rispondere e lascio che sia lui a spiegarmi tutto. "Oggi è il diciannove di agosto, è esattamente un mese che stiamo insieme."

"Tecnicamente è un mese dal nostro primo incontro." Puntualizzo io sentendomi in colpa comunque per aver dimenticato un giorno così importante. "Cosa importa? Io ti ho amato da quel momento, da quando sono caduto inciampando nel tuo zaino." Mi viene da sorridere al ricordo di quel momento. Nicolò Barella ha fatto proprio una figuraccia cadendo in quel modo. "Non ridere di me!" Mi riprende lui incrociando le braccia al petto e offendendosi. Mi sento davvero in colpa. Come ho potuto dimenticare un cosa del genere? "Scusa, Nico. Ero così presa dallo studio che l'ho dimenticato." Dici di amarlo alla follia e poi dimentichi il giorno in cui vi siete incontrati, non sembra anche a te un controsenso? Fossi in te mi farei un esame di coscienza, cara.

***

Un po' mi ferisce il fatto che Ginevra abbia dimenticato questo giorno. Io progetto un'attività da fare insieme da prima della festa, la mia mente era costantemente ad oggi. Volevo rendere indimenticabile questo giorno e quello in cui ci siamo incontrati, ma a quanto pare arrivo tardi. Vederla con quello sguardo triste, però, mi fa pensare che in questo momento quello in torto sono io. Se mi fermo a guardarla, sul suo corpo, vedo i segni di tutto ciò che ha passato in questi giorni trascorsi. Le sue occhiaie dovute allo studio per i prossimi esami, i lividi lasciati dalla violenza del padre e che fanno ancora fatica a scomparire. Ne ha passate tante ultimamente e l'ultima cosa che voglio è farla stare male anche per quella che forse è una stupidaggine.
"Non mettere il broncio, non ce l'ho con te." Le dico posandole una mano sul viso. Ginevra mi risponde accennando un sorriso triste. "Ho pensato a tutto io, non devi preoccuparti di niente. Tu devi solo pensare a prepararti." Mano nella mano, ci spostiamo in camera sua lasciando i suoi libri sparsi in soggiorno. "Che dovrei indossare?" Mi domanda. Dopo aver alzato le spalle, le suggerisco: "Forse è meglio qualcosa di comodo." Lei allora tira fuori dall'armadio un pantaloncino di jeans e una t-shirt oversize, poi completa l'outfit con una camicia a quadri da legare in vita. "Fossi in te porterei anche uno zaino, ma eviterei quello in cui sono inciampato io." Riesco così a strappargli un sorriso che riesco a percepire anche se lei è di spalle per cercare uno zainetto. "Che cosa dovrei metterci dentro?" Mi domanda, per poi aggiungere: "Comunque questa cosa è estenuante, non puoi semplicemente dirmi dove stiamo andando?"

"Porta un libro, le cuffiette, la polaroid, i tuoi occhi e il tuo cuore penso che sia tutto." Ginny viene a sedersi in braccio a me, dimenticando per un minuto di preparare lo zaino e fissa i suoi occhi nei miei con quello sguardo innamorato che rischia ogni volta di farmi sciogliere. Le sue mani si intrecciano dietro il mio collo e quando penso che stia per dirmi qualcosa di estremamente dolce, dice: "Quindi non ha intenzione di dirmi dove andremo." Io rido, rido perché so che lo ha fatto apposta. "Dimentica pure le altre cose, per me basta che ci sia tu."

"Sai perché io non ti chiedo mai di restarmi accanto?" Mi domanda. "Perché?"

"Perché so che tu ci sarai sempre, a prescindere da tutto."

Quanto posso amarla? Nemmeno io riesco a dare una risposta a questa domanda perché ogni volta che passo del tempo con Ginevra, conosco delle qualità che mi fanno innamorare sempre di più. Mi sto convincendo che lei sia la donna perfetta, e non parlo solo per me, lo sarebbe per chiunque. E' il tipo di ragazza che tutti cercano. Sa giocare a calcio, è una studentessa modello, ha gli amici più simpatici del mondo, è bellissima e sa un sacco di cose. Sono stato davvero fortunato ad incontrarla e lo sono ancora di più adesso che fa parte della mia vita.

"Mettiti comoda perché il viaggio sarà lungo." Lei allora accende la radio promettendomi di lasciare fissa una stazione e insieme partiamo verso quello che sarà un giorno indimenticabile, perché può ancora esserlo e sono sicuro che lo sarà.

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Spazio autrice

Buongiorno!!!!

Ammetto che questo capitolo non è dei migliori, ma mi servirà per sviluppare il successivo. A proposito del prossimo capitolo, mi dispiace dirvi che uscirà solo lunedì e vi spiego perché. Domani non sarò a casa perché farò un viaggio molto simile a quello che stanno per fare Ginevra e Nicolò, quindi quello che vedrò domani mi servirà da spunto per il capitolo successivo, e questo è il motivo per cui lo pubblicherò lunedì. Non odiatemi però per questo capito un po' "inutile" e cercate di immagine dove sono diretti i due innamorati.

Alla prossima, un bacio. <3

Still you want me~ Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora