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Questo esame mi è costato tantissimo: notti insonne, giornate passate chiusa in casa, lontananza da Nicolò, lontananza dai miei amici, ansia, stress, paura un miscuglio di emozioni che ancora adesso non riesco a spiegare. Ma devo dire che ne è valsa la pena e il mio trenta e lode può confermarlo.
Sto uscendo dalla facoltà quando mi videochiama Andrea. "Allora raggio di sole," mi dice non appena apro la videochiamata, "volevo chiederti come fosse andato l'esame ma il tuo viso dice tutto." Affianco a lui ci sono Riccardo e Catia. "Quanto hai preso?" Chiede la mia coinquilina. "Dai, non tenerci sulle spine." Mi fermo fuori dalla porta e poso il mio zaino per terra per appoggiarmi alla parete. "Trenta e lode!" Annuncio sorridendo. "Non avevo dubbi."

"Abbiamo un motivo in più per festeggiare, questa sera." Mi dice Riccardo e parlando di festa, ovviamente, Andrea non può non prendere parola per ricordarci l'abbigliamento di questa sera. "Mi raccomando, rendiamo questa festa indimenticabile quindi vi ricordo i costumi, sarà fantastico." Il tema della festa è davvero simpatico, il divertimento è assicurato. "Adesso che fai?" Mi chiede Catia cambiando discorso. "Torno a casa, pranzo, poi penso che mi farò un paio d'ore di sonno per recuperare le ore perse questa notte a causa dell'ansia e infine mi preparerò per sta sera."

"Vieni con Nicolò?"

"Sì, mi passa a prendere lui. Vuoi un passaggio?"

"No, tranquilla, credo che verrò con Tommaso."

"Quindi vi siete chiariti voi due, o sbaglio?" Le domanda Riccardo girandosi verso di lei. "Abbiamo chiarito sì, ma abbiamo anche fatto un passo indietro. Riconosciamo di essere tanto diversi e quindi stiamo cercando di fare le cose con calma, di conoscerci bene prima di approfondire la cosa." Catia ed io ne avevamo già parlato tempo fa, sono felice che abbia deciso di dare una seconda possibilità a Tommaso, così come lui ha deciso di dare una seconda possibilità a lei. "Ragazzi, mi dispiace chiudere ma mi sta chiamando Nico." Terminata la videochiamata con i miei amici, rispondo a Nicolò che mi dice che mi sta passando a prendere qui all'università per portarmi a casa e per recuperare il tempo che abbiamo perso in questi giorni.
Mentre lo aspetto mi soffermo a pensare al luogo in cui sono. Sono nel punto esatto in cui io e lui ci siamo incontrati per la prima volta il diciannove luglio. Io ero qui, vicino al muro a parlare a telefono con Andrea che cercava di tranquillizzarmi prima dell'esame e il mio zaino era forse qualche centimetro più a destra. Ricordo perfettamente il suono del tonfo di Nicolò sul marciapiede, il suo ginocchio sbucciato ed io che non sapevo come comportarmi mentre Andrea continuava a ripetermi che il ragazzo caduto ai miei piedi era Nicolò Barella. Sono già passati quasi due mesi da quel giorno e non vedo l'ora di festeggiare con Nico. Il primo mese l'ho dimenticato, devo ammetterlo, ma questa volta ho ritagliato dieci minuti in ogni mia giornata per dedicarmi all'organizzazione del nostro prossimo mesiversario. Ho in mente molte cose, dal ristorante in cui andremo al dopo cena e spero di poter contare sull'aiuto di Federico Chiesa per organizzare il tutto.
Vengo distratta costantemente dall'arrivo delle notifiche. Melissa e Josh mi hanno inviato un video che corro ad aprire. "Ciao Ginny, Catia ci ha appena comunicato il risultato del tuo esame, siamo fierissimi di te." Mi dice Melissa seduta sulle scale della sua nuova casa con il suo ragazzo affianco. "Io invece volevo solo dirti che le tue capacità sono sprecate in Italia." Josh spera ancora che io possa andare lì in America a studiare, un'opportunità che mi sono lasciata sfuggire e che ho compreso non potrò riavere. So che la mia borsa di studio è ancora lì ad aspettarmi, ma dubito che rimarrà mia fino ad ottobre prossimo. Quando Melissa mi ha confessato che forse era stata assegnata a lei, ho capito quanto sia difficile ottenerne una e posso solo sperare che l'anno prossimo sia ancora lì.

***

Sto andando a prendere Ginevra all'università, ci ho messo un po' a decidermi, devo essere sincero, ma non potevo non venire. Domani le parlerò e sono consapevole di poterla perdere, quindi voglio passare questo giorno con lei e sperare che domani lei mi ascolti e mi capisca e che magari mi dia qualche giorno in più per trovare un modo per non perdere né lei né Federica.
"Buongiorno amore." Le dico fermando l'auto davanti a lei e aprendo la portiera. "Buongiorno anche a te, vedo che sei di buon umore." Quel suo sorriso sarebbe capace di rallegrarmi anche nel bel mezzo di un'apocalisse. "Posso stare con te finalmente, quindi sì." Ginevra entra in macchina e si allaccia la cintura. "Com'è andato l'esame? Era difficile?" Rimetto in moto la macchina e ci dirigiamo verso casa sua. "Bene, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più complicato da come parlava il professore, ma non ho avuto molte difficoltà."

"Se eri preparata è normale che ti è sembrato semplice." Sono sempre stato dell'idea che a scuola niente è troppo difficile, dipende solamente dalla tua propensione a capire un argomento. Se ti impegni, stai attento durante le lezioni, svolgi i compiti per casa, gli esami non sono così complicati infondo. "Non mi chiedi il voto?" Mi dice lei guardandomi con quei suoi occhi grandi da bambina. "Lo so già, Andrea mi ha mandato un messaggio."

"Andrea? Rovina sempre tutto" Ginny sbuffa e sposta il suo sguardo fuori dal finestrino dove la città scorre al nostro fianco. "Hai preparato il costume per questa sera?" Oggi ho voglia di farla ridere come non ha mai fatto, perchè non so se domani sarò in grado di non spezzarle almeno un po' il cuore. Soffrirà, ne sono sicuro, non posso evitarlo, però voglio anche che sappia quanto la amo ed è questo che ho intenzione di fare oggi. "Sì e tu invece?"

"Tutto pronto."

Arrivati a casa sua, la prima cosa che facciamo è prepararci un bel panino. "Catia non c'è?" L'appartamento è praticamente deserto e troppo silenzioso, la sua coinquilina è per forza fuori. "E' da Riccardo, sta andando una mano con gli ultimi addobbi." Parla con la bocca piena e mi devo sforzare per cercare di trattenere una risata. "Stai ridendo di me?" Dice lei indignata. Io non riesco a parlare, sono troppo impegnato a ridere vedendo il suo viso sporco di salse. Ginevra fa la finta offesa e mi lancia un tovagliolino, io mi piego per raccoglierlo e le pulisco gli angoli della bocca sporchi di Ketchup. "Buono." Dico leccandomi il dito. Ginny mi guarda schifata. "Che c'è è salsa, non possiamo sprecarla."

"Inizio a pensare che Federica aveva ragione a metterti a dieta."

"Non parliamo di lei, ti prego, non oggi." Spero che Ginny non abbia notato il cambiamento nella mia espressione e nel tono della voce. Oggi non voglio problemi, domani parleremo di tutto, ci urleremo contro, piangeremo, domani ma non adesso.

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Spazio autrice

Concedetemi qualche minuto per fare merenda e poi pubblicherò almeno un altro capitolo. Tenetevi forte perchè potrebbe succedere di tutto.

Still you want me~ Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora