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L'ospedale oggi è poco affollato, o almeno lo era prima che arrivassimo noi. Ginevra sta facendo una visita, durante il viaggio per arrivare qui sembrava essersi ripresa almeno un po'. Di Josh invece non abbiamo ancora notizie, dopo che Ginny uscirà dallo studio del medico andrò a cercare Melissa. Io sono ancora sotto shock. Che razza di padre è uno che ti abbandona e aggredisce non solo i tuoi amici, ma anche la stessa figlia? Spero di non diventare mai così per le mie bambine
"Io non riesco a capire come sia stato possibile!" Riccardo e Andrea sono seduti in sala d'aspetto e ripercorrono i momenti di paura passati mentre io sono in ansia per Ginevra. "Non so che dirti. Lo conosco Armando, non è mai stato una persona violenta, nemmeno quando il suo matrimonio è entrato in crisi." Andrea è l'unico di noi che conosce meglio i genitori di Ginny e la loro storia, mi sorprende che anche lui adesso si trovi nel mio stesso stato confusionale. "Forse aveva bevuto." Dice Riccardo. "Non penso, non si sentiva una particolare puzza di alcool." Risponde Andrea. "Stai scherzando? C'era alcool ovunque, si sentiva solo quello." E' vero. Catia e Tommaso hanno comprato alcolici in quantità, proprio come voleva Andrea, eravamo tutti un minimo ubriachi.
Ecco che la porta dello studio medico si apre lasciando uscire un dottore alto e piazzato con una lunga barba sul grigio, al suo seguito c'è Ginevra che non ha ancora la forza di camminare. Sul suo collo e sul suo braccio ci sono ancora i segni delle mani di quel verme che una volta era suo padre. Come può un genitore alzare le mani sui proprio figli? Ginevra mi abbraccia poggiando la testa sul mio petto. "La signorina Villa non riporta traumi importanti, può tornare tranquillamente a casa." Ci riassicura il medico. "E riguardo l'ultimo attacco di panico che ha avuto cosa può dirci?" Gli domando. Non ho intenzione di andarmene da qui finché non mi assicurerò che Ginevra stia veramente bene. "Non si è trattato di un attacco di panico vero e proprio, era solo un inizio. Da quanto mi ha detto la paziente, vedervi tutti e tre lì per lei è stata come una garanzia, il che l'ha aiutata a sentirsi meglio."

"Va bene, la ringrazio." Il medico ci sorride gentilmente e torna nel suo ufficio mentre io faccio sedere Ginevra affianco ad Andrea. "Voi non eravate andati via?" Chiede lei guardando il suo migliore amico. "Mi ero accorto che qualcosa non andava, siamo rimasti fuori per assicurarci che tuo padre non desse i numeri." Spiega lui. "Grazie di essere stati lì per me." Io mi accovaccio a terra e prendo le sue mani nelle mie accennando a questa ragazza così forte e fragile un sorriso triste. "Non ti avremmo certo lasciato, Ginny." Le dice Riccardo. "Dobbiamo vedere come sta Josh prima di andare via." Lo sapevo che lo avrebbe detto. Scommetto che Ginevra si sente responsabile per quanto accaduto. "Melissa non risponde al telefono, sei sicura di poter girare un intero ospedale fino a trovarli?"

"Sì, ce la faccio." Si alza a fatica e si aggrappa al mio braccio. Guardandola, in questo momento, capisco che questo è il mio posto affianco a lei per proteggerla e per sostenerla.

***

Sono stanca. Le mie gambe si reggono a malapena, le sento tremare nella speranza di sostenere il mio peso. Per fortuna c'è Nicolò ad aiutarmi, e Andrea e Riccardo sono rimasti per me. Sono grata che sia andato tutto liscio, anche se non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di mio padre pronto a ferirmi. Ogni volta che chiudo gli occhi mi ritrovo lì, sulla terrazza di Nico, circondata da persone che mi vogliono bene costrette ad assistere a quella lite con quell'uomo.
Dopo aver chiesto informazioni a vari infermieri, riusciamo a raggiungere la stanza in cui è stato ricoverato Josh. Fuori dalla porta c'è solamente Spinazzola che aveva seguito l'ambulanza con la macchina. E' ancora vestito da Leonardo di Caprio e siede ansioso fuori dalla stanza. Non appena ci vede arrivare si alza e noi lo raggiungiamo. "Ginny, cosa è successo?" Mi domanda preoccupato. Vedo i suoi occhi posarsi sul mio braccio e poi sul mio collo, dove sono ancora ritratte le ombre delle mani dell'uomo che mi ha dato la vita e che in un secondo sarebbe stato disposto a riprendersi. "Sto bene, non preoccuparti. Josh, invece? Sai qualcosa?" Insieme ci avviciniamo alla finestra e guardiamo dentro la stanza trecento sei. Lui è sdraiato sul letto, con gli occhi semichiusi e una maschera che probabilmente serve ad aiutarlo nella respirazione. Al suo fianco, seduta su una sedia in acciaio e legno, c'è Melissa che gli stringe la mano e lascia che le sue lacrime cadano sul letto, bagnando il lenzuolo bianco. "I medici hanno parlato con Melissa, hanno detto che Josh era vicino alla morte, sarebbe bastato un secondo di più e tutti i tentativi di rianimarlo sarebbero stati inutili." Nello sguardo di Leonardo noto tanta insicurezza. Molto probabilmente non sa fino a che punto può parlarmi dato che sono io la responsabile di tutto ciò che è accaduto a Josh. "Gli hanno portato l'ossigeno perché fa ancora fatica a respirare autonomamente." Aggiunge dopo aver fatto un respiro profondo. Melissa si accorge della nostra presenza e dopo aver lasciato un bacio sulla fronte del suo ragazzo, esce in corridoio. Mi stringe in un abbraccio forte e la sento singhiozzare sulla mia spalla. Io, colta allo sprovvisto da questo abbraccio, impiego un po' per stringere la mia coinquilina. Non esistono parole di conforto che potrei dirle per farla sentire meglio. "Che cosa ti è successo?" Mi dice guardando i segni sul mio corpo. "Ragazze, non vorrei intromettermi, ma dovreste denunciarlo." Ammette Spinazzola. "So, che è tuo padre, ma..."

"Non è mio padre. Un padre non si comporterebbe così."

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Spazio autrice

Buongiorno raggi di sole!!!!!!!

Se ieri vi ho parlato di 15 mila visualizzazioni, oggi vi annuncio che abbiamo superato le 16 mila. Tutto ciò è davvero emozionante. Vi ringrazio di tutto, dei commenti che ricevo sotto i capitoli, dei vostri voti di tutto. Spero ovviamente che la storia vi stia piacendo e da quello che vedo posso essere soddisfatta, grazie ancora.
Dopo pranzo pubblicherò almeno uno o due capitoli, nel frattempo vi lascio fantasticare su cosa, secondo voi, potrebbe accadere ora che il padre di Ginevra è tornato in Italia.

A dopo. <3

Still you want me~ Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora