Capitolo Quindici

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Non ho visto Lucas da quel giorno al mare. Sono passate quasi due settimane, e lentamente mi sto mettendo la testa a posto.

Sapevo dentro di me che non avrei potuto avere una relazione duratura e stabile con lui, è stata colpa mia se ho voluto dargli una chance. Lezione imparata. Non starò qua a piangermi addosso, stavo iniziando ad innamorarmi ma ho bloccato quei sentimenti, e ora sto molto meglio.

Rosa e io siamo diventate grandi amiche, certe volte vado a trovarla subito dopo aver finito le lezioni all'università, e altre volte viene lei da me.

Serina e Brian come sempre hanno fatto pace, e al momento sono in Grecia insieme, una mini vacanza per staccare, ha detto la mia migliore amica.

Asher ha intuito che qualcosa non andava dopo quel giorno, e ora continua a guardarmi come se fossi un cucciolo abbandonato, gli ho detto mille volte che sto bene, ma si sa com'è è una testa dura, nulla gli farà cambiare idea.

L'unico che non si è accorto di niente, per fortuna, è Kayden. Sta quasi tutti i giorni fuori, penso proprio a casa di Lucas, e torna la sera tardi. Ma meglio così, non voglio nessun interrogatorio.

<<Quindi vieni?>> Erick sventola una mano davanti alla mia faccia.

Muovo la cannuccia dentro il mio cappuccino caramellato di Starbucks. <<Scusa mi sono persa un'attimo.>> Prendo un sorso. <<Venire dove?>>

<<Alla festa.>> Ripete Erick. <<Alla festa di mio fratello.>>

<<Ah si giusto! Tuo fratello che è tornato dalla Finlandia.>>

<<Allora mi stavi ascoltando!>> Erick si appoggia allo schienale della sedia sorseggiando il suo caffè.

<<Certo che ti stavo ascoltando.>> O almeno, all'inizio si. <<E ti devo anche ringraziare per avermi tenuto compagnia.>>

Il moro fa un gesto con la mano. <<E di che, non sono amico solo di Kayden.>>

Mi alzo dopo aver finito il mio cappuccino. <<A che ora è la festa?>>

<<Sta sera alle nove.>> Risponde il ragazzo.

Annuisco. <<Va bene ci sarò. Allora io vado, ci vediamo sta sera.>> Lo saluto.

Torno a casa stanca morta. Non so nemmeno perché ho accettato l'invito, non ho nemmeno le forze per alzarmi dal letto.

<<Dove sei stata?>> Chiede Kayden quando salgo in camera mia.

Alzo gli occhi al cielo. <<Ero da Starbucks con Erick. Perché?>>

Mio fratello scuote la testa mormorando un "niente" e fa per scendere in salotto. <<Ah, sta sera c'è una festa da Erick.>>

<<Hm, lo so. Non penso di andarci.>>

<<Io si invece.>> Lo informo prima di chiudermi in camera e girare la chiave nella serratura.

Mi butto sul letto senza nemmeno cambiarmi. Ho bisogno di chiudere gli occhi solo per cinque minuti.

Solo cinque minuti...

***

Mi giro nel letto, appena sento un vuoto sotto di me spalanco gli occhi ma è troppo tardi. Cado con un tonfo trascinando giù anche le coperte e il mio cuscino.

Sbuffo stropicciandomi gli occhi. <<Ahia...>>

Guardo l'ora. Sono le otto e mezza! Fantastico sono in ritardo.

Apro l'armadio mentre ticchetto nervosamente il dito contro un'anta in legno. <<Cazzo!>> Impreco mentre continuo a spostare pile di vestiti.

La mia mano va a toccare qualcosa di freddo. Corrugo la fronte tirandolo fuori. È un vestito nero, ha due parti coperte solo da qualche anello in metallo placcate d'oro.

Mi spoglio velocemente provandomelo. Direi che va benissimo. (N/A vestito nella foto in alto)

Ci abbino degli stivali neri lunghi, mi lego i capelli in una coda alta e mi trucco con un po' di rossetto rosso, mascara e un filo d'eyeliner.

Afferro una giacca in pelle mettendomela addosso, di sera fa fresco, e non vorrei ammalarmi. Non posso permettermi di perdere lezioni.

<<Io vado!!>> Grido per venire subito fermata da mio fratello.

Mi squadra da testa a piedi. <<Vai vestita così?>>

<<Si Kayden, se no non mi sarei vestita così non credi?>> Chiedo sarcastica.

In risposta ricevo un sospiro. <<Chiamami se succede qualcosa. Se mi va dopo faccio un salto.>>

<<Va bene, ciao!>> Esco di corsa prima che il ragazzo tatuato possa cambiare idea. Strano che non abbia fatto storie.

Dopo dieci minuti a camminare sui tacchi, i miei piedi iniziano a chiedere pietà. Finalmente vedo casa Whinston. Il giardino è già pieno di gente ubriaca.
La porta principale è spalancata, lasciando libero accesso a tutti. Entro dentro guardandomi attorno. È una bella casa, simile alla mia, forse leggermente più piccola.

<<Kimberly! Sei arrivata!>> Grida una voce a me familiare attirando la mia attenzione.

Erick mi sta sorridendo da sopra le scale. <<Attento a non cadere!>> Gli dico notando il suo umore. Si vede che è già brillo.

Il ragazzo corre giù, mi butta un braccio attorno alle spalle e mi conduce in salotto. <<Kim, questo è mio fratello Austin. Austin lei è Kimberly.>> Dice portandomi davanti ad un ragazzo.

Hanno qualche tratto in comune ma non si assomigliano tantissimo.

Austin sorride porgendomi la mano. <<Ciao, Erick mi ha parlato molto di te.>>

Rido lanciando uno sguardo al mio amico. <<Si può sapere cosa ti ha detto o rimane un segreto?>>

<<Ah niente, mi ha raccontato della tua passione per i coltelli, di quanto sei brava a scuola, e di quanto sei bella.>> Dice lui facendo spallucce.

Sorrido imbarazzata mentre il mio amico mi lascia lì impalata andandosi a fare gli affaracci suoi.

Austin si avvicina al mio orecchio. <<In verità l'ultima cosa l'ho pensata io ora, non me l'ha detta lui. E scusa non sono molto bravo a flirtare.>>

Scoppio a ridere. <<Nemmeno io sono brava a flirtare.>>

<<Abbiamo già una cosa in comune allora!>> Risponde aprendo le braccia. <<Allora Kimberly, vuoi qualcosa da bere?>>

Ci penso su un attimo. Non vorrei ubriacarmi. <<Uhm, magari solo un bicchierino di Malibu.>>

<<E Malibu sia!>> Esclama sparendo dalla mia vista.

Mi siedo su un divanetto aspettandolo.

<<Tuo fratello sa che sei qui?>>

Il mio cuore accelera appena sente la sua voce.

<<Si.>>

Lucas si sposta da dietro il divano entrando nella mia visuale. Indossa dei jeans neri e una camicia bianca metà sbottonata, che lascia intravedere i suoi bicipiti e alcuni dei suoi tatuaggi.

<<E sa anche di quel tizio?>> Chiede indicando con la testa la cucina, dove si trova il fratello di Erick.

Chiudo gli occhi sospirando. <<Quel tizio è praticamente il padrone di casa.>>

Austin mi raggiunge con un bicchiere in mano, appena arriva mi alzo dal divano rivolgendo un'ultimo sguardo al biondo. <<Ora se non ti dispiace... avrei da fare.>>

My brother's bestfriendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora