Capitolo Novantaquattro

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Finalmente ho ricominciato a lavorare di nuovo.

Sto facendo parecchie sfilate in questi giorni, e il mio manager sta ricevendo tante proposte di lavoro per me.

Diciamo che sta andando tutto per il meglio.

Serina e Brian sono appena tornati da una vacanzina romantica in Grecia.

Kayden e gli altri come al solito sono sempre in giro a far festa.

Jace invece è a casa che studia, ha deciso di intraprendere un percorso per diventare psicologo, sono molto fiera di lui.

Infine le cose con Lucas vanno alla grande. Non litighiamo mai, e ormai non ci sono più segreti tra di noi.

Le uniche cose che non sono cambiate sono i miei attacchi di panico e gli incubi.

Quasi ogni notte rivivo quello che mi è successo. E appena vedo una persona simile a George o sento un rumore simile a quello di uno sparo, mi viene un attacco di panico.

Ho iniziato a vedere uno psicologo per questo motivo, ci vado ormai da un mese, ma ancora non sto riuscendo ad ottenere i risultati che speravo.

<<A che ora hai la visita in ospedale?>> Kayden mi risveglia dai miei pensieri.

Mi alzo di scatto dalla sedia. <<Cazzo! È tra mezz'ora! Devo sbrigarmi che palle.>>

<<Dai è l'ultima visita e hai finito!>>

<<Non ne avrei nemmeno bisogno, sono perfettamente in salute, ci vado solo perché se no tu, mamma e papà non mi lasciate stare.>> Sbuffo infilandomi le scarpe.

<<Ti accompagno?>>

Scuoto la testa. <<Tranquillo, Serina probabilmente è già qui.>>

Controllo il telefono e noto qualche chiamata persa da quest'ultima. <<Appunto.>>

Le scrivo un messaggio.

Ser!! Sto uscendo arrivo.

Ok muoviti cogliona.

Corro sopra a prendere la mia borsa, ci metto il portafoglio e le chiavi di casa dopodiché esco.

Serina è parcheggiata proprio davanti al vialetto di casa mia. Salgo in macchina salutandola con un bacio sulla guancia.

Io e la rossa parliamo del più e del meno mentre andiamo verso l'ospedale. E mentre stiamo cantando a squarciagola facendo un nostro piccolo concerto privato, andiamo a tamponare per sbaglio la macchina che c'è davanti.

Ci guardiamo in faccia in silenzio sperando che il tizio davanti non se ne sia accorto, ma sprofondiamo nel sedile appena vediamo la portiera della macchina aprirsi.

Qualcuno bussa al finestrino dalla parte di Serina, la mia migliore amica abbassa il finestrino ma non proferisce parola.

<<Non sei morta quindi.>>

Mi ghiaccio a sentire quella voce: George.

Il mio cuore inizia a battere sempre più velocemente, e Serina si accorge che mi sta per venire un attacco di panico. Mi prende per mano cercando di calmarmi.

My brother's bestfriendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora