Capitolo Cinquantotto

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<<Non mi piace per nulla.> Sbotta mio fratello aprendo una lattina di birra.

Alzo gli occhi al cielo. <<Kayden, non te l'ho chiesto ti ho solo informato.>>

Come al solito io e mio fratello abbiamo iniziato a discutere. Oggi il motivo della discussione sono delle chiamate che mi sono arrivate da diversi agenti e agenzie di modelli.

Vogliono che inizi a lavorare con loro.

Ci ho pensato su e l'idea non è male, amo la moda e al momento non ho la più pallida idea di cosa fare, quindi sarebbe un inizio. Se casomai dovessi stufarmi, beh, farò qualcos'altro.

<<Non mi interessa, tu non lo fai e basta.>>

Gli faccio il medio cercando tra le chiamate recenti il numero di un agente con cui ho parlato e che mi aveva chiesto di fare un colloquio.

<<Cosa stai facendo?>> Chiede lui prendendo un sorso di birra.

Gli metto l'indice davanti portandomi il telefono all'orecchio.

<<Stai chiamando mamma?>> Domanda lui preoccupato.

<<Buongiorno! Si salve, sono Kimberly ci siamo sentiti questa mattina...>>

<<Ah Kimberly! Hai deciso di fissare un giorno per parlare con me?>>

<<Non dirmi che è quell'agente...>> Kayden si alza lentamente in piedi, e appena fa uno scatto, inizio a correre su per le scale.

<<Kimberly molla quel cazzo di telefono!!>>

<<Quindi che giorno vuole incontrarmi? Le porterò diversi tipi di contratti così potrà scegliere con calma...>>

<<Si, si grazie mille.>> Rispondo col fiatone mentre chiudo a chiave la porta di camera mia. <<Per me va bene anche domani.>>

<<Perfetto, potrebbe andare bene per le->>

Kayden inizia a bussare insistentemente sulla porta.

<<...va tutto bene?>>

<<Si! Alla grande.>>

<<Okay...dicevo, potrebbe andare bene per le 16:00? Le mando l'indirizzo di un piccolo bar per messaggio.>>

<<Si perfetto.>>

<<Allora a domani, arrivederci!>>

<<Ciao!>>

Chiudo la chiamata. Sorridendo soddisfatta.

<<Tanto non ti farò uscire di qui.>> Grida Kayden.

<<Vuoi vedere?>>

Mio fratello tace. <<Stai chiamando mamma?>>

<<Peggio, se non la smetti chiamo papà.>> Lo minaccio.

Sento il rumore dei suoi passi, se n'è andato.

Ieri dopo il sushi ho chiamato mio padre e gli ho spiegato tutta la situazione, non l'ha presa benissimo ma mi supporta lo stesso.

Ora mi rimane solo il "problema Lucas".

Sospiro buttandomi sul letto e videochiamo la mia migliore amica su FaceTime.

My brother's bestfriendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora