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Jimin's pov
Finita la cena, dopo aver ringraziato Jungkook per la splendida e gustosa cena, mi incamminai con Yoongi verso il giardino sul retro dell'hotel iniziando a camminare fianco a fianco per esso.

Mi sentivo un po' agitato, forse dipeso anche dal mio carattere un po' timido. Lui era bellissimo come sempre ed io mi sentivo un po' sottopressione.

-allora verrai al matrimonio di Jae?-mi chiese Yoongi, sorridendomi mentre continuavamo a camminare.

-in verità no, non mi ha invitato. Non sono qui per questo-risposi io, guardando altrove cercando nella natura una sorta di conforto e calma.

-davvero non lo ha fatto? Non eravate amici a scuola?-mi chiese ed io roteai gli occhi.

* Come fai a non ricordartelo?io non ero popolare come te*

-in realtà no, sai io non ero popolare-risposi guardandomi le mani, ripensando ai tempi del liceo ed alle voci che per un periodo erano girate su di me: "va a letto con chiunque", "con quel culo ci credo, chi non lo vorrebbe", "Yoongi se riesce a concludere è fortunato a farselo".

Deviai i miei pensieri. Ormai ero adulto e non avrei lasciato che certi pensieri tornassero alla luce.

-comunque voglio confessarti che la cena non mi è piaciuta poi tanto-mi disse un po' titubante Yoongi ed io sbarrai gli occhi.

-cosa? Ma prima hai detto che era tutto delizioso-risposi io, non capendo il suo comportamento.

-non volevo farlo rimanere male, si era impegnato tanto. La verità è che non amo la cucina fusion e sapori troppo forti e decisi, mi piacciono sapore più leggeri e quasi neutri-continuò lasciandomi sempre più confuso. Perché aveva agito così? Non aveva senso.

-senti...forse....si è fatto tardi, vorrei dormire un po', domani devo fare un sacco di cose-dissi cercando di accampare una scusa per potermene andare.

-aspetta ti accompagno-mi rispose, ma io avevo già iniziato a camminare o meglio correre verso la mia stanza lasciandolo lì da solo.

Era passato tanto tempo, ma lui sembrava lo stesso. Un bugiardo patentato. Forse anche questo aveva impedito un noi qualche anno prima. Speravo vivamente di sbagliarmi.

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