Capitolo 8

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Oddio... quella luce che filtra dalle persiane mi sta penetrando gli occhi come una spada... fate in modo di spegnerla per favore.
Ci metto un minuto buono a capire dove mi trovi... e sì che dovrei riconoscere la mia camera ormai.
Però il problema grosso è che non mi ricordo di esserci arrivato e di essermi messo a letto... che poi, messo a letto no, mi ci sono buttato sopra vestito.
E pure questo mal di testa mi sta uccidendo.
Provo a mettermi seduto, piano piano riacquisto un minimo di senso della realtà.
Sul comodino c'è un bicchiere d'acqua e un foglietto con sopra una pillola

"Prendi questa prima di venire di là"

Non capisco ma obbedisco, non so perché ma leggere quella cosa mi ha messo addosso un senso di ansia, come se mi fosse arrivata nello stomaco tutta la freddezza che ci ha messo nello scriverlo
Aspetto ancora cinque minuti prima di uscire dalla camera, sento la sua voce e quella di un uomo provenire dalla cucina e li raggiungo direttamente lì

"Oh... guardate chi si è appena svegliato" - mi dice lui per cercare di smorzare quell'aria pesante che si è creata nella stanza appena lei mi ha visto entrare - "Com'è? Gira ancora tutto?"

Faccio due passi titubanti, non ho ancora messo a fuoco i ricordi del giorno prima e non so cosa ci faccia Michele nella mia cucina a quest'ora, però so che guardare lei negli occhi mi ha reso nervoso.
Sono nel centro della stanza, non ho aperto bocca perché sinceramente non so che dire, ma sento dei passi dietro di me e mi volto e ora mi viene in mente tutto all'istante, come se mi fosse appena piombato addosso un tir

"Tu cosa ci fai qui?" - gli urlo in faccia mentre mi scaglio contro di lui - "Bastardo"

Non ho capito bene come sia successo esattamente, ma mi ritrovo steso per terra, immobilizzato da un ginocchio piantato nella schiena e le braccia bloccate dietro dalle sue mani

"Lasciami andare brutto stronzo"
"Presidente si calmi" - ma visto che continuo ad agitarmi non molla la presa
"Lasciamiii"
"Giuseppe smettila" - il modo gelido con cui lo urla mi blocca all'istante - "Finiscila di comportarti come un coglione"

Visto che mi sono un po' calmato, mi tira su ma senza lasciarmi andare

"Luca fallo sedere sul divano" - il tono non ammette repliche

Mi guardano tutti male mentre io sento la rabbia che sta ribollendo dentro di me e li fisso tutti con uno sguardo pieno di odio
Lei è troppo furiosa per aprire bocca, Luca non sa bene come comportarsi... già il fatto di aver dovuto atterrare il suo capo non è una cosa normale.
Alla fine tocca ancora a Michele rompere il silenzio

"Giusé ma si può sapere che ti è preso?"
"Chiedilo a loro due" - dico furioso

Si guardano tutti e tre negli occhi, decisamente disorientati dalla mia risposta

"Cosa dovremmo sapere noi?" - ora l'ira è mista alla confusione - "Giuseppe parla chiaro perché questa situazione sta diventando sempre più assurda"
"No assurdo è che proprio voi due mi abbiate fatto la cosa più schifosa che esista al mondo" - ora gliela sputo tutta in faccia la rabbia che ho dentro - "Mi fidavo ciecamente di voi due... ti ho trattato come un figlio ancora prima che come un dipendente. E tu, proprio tu che sai cosa si prova a subire una carognata del genere, che sei stata male come un cane quando è successo a te... come hai potuto farmi una cosa così dopo che ti ho veramente dato tutto me stesso"
"Giuseppe ma..." - il mio amico è il più confuso di tutti - "...ma stai dicendo che loro due..."
"Domandalo direttamente a loro che di sicuro sapranno darti ogni minimo dettaglio"

Alice mi guarda allibita, poi guarda Luca e torna con lo sguardo su di me... e poi scoppia a ridere

"Cioè... tu ti sei ridotto così..." - intanto che continua a ridere si siede vicino a me - "...ti sei ubriacato da fare schifo perché pensi che io e lui abbiamo una storia?

Segreti e misteri a palazzo 2 - The OutsiderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora