⁝ lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia ⁝
- Amine -
Milano, San Siro, Lombardia - 2019
«Allora siete pronti?» Domandò il capo, rispondemmo "si" in coro, ma la verità? Per quanto mi riguardava non ero minimamente pronto ma andava fatto, per me, per noi, per la zona.
Calai il passamontagna sul viso, infilai il ferro nella parte anteriore dei pantaloni e abbassai la felpa, ora o mai più.
«Sai cosa fare!» esclamò Rondo, fissandomi negli occhi, annuii tremante, spensi i sentimenti: ero sicuro che il mio sguardo diventò freddo, le mani, così come il mio corpo smisero di tremare e assunsi una posizione sicura, nulla di me avrebbe dovuto tradirmi, nemmeno delle insulse emozioni.Salimmo di fretta le scale che ci separavano dall'entrata, eravamo scaglionati e insieme eravamo i più forti, ma anche se ci avessero trovato da soli saremmo stati capaci di difenderci, con o senza le armi.
Arrivammo davanti al portone principale: che l'operazione paranza* abbia inizio.
Entrammo nel grande edificio a passo spedito, niente e nessuno avrebbe potuto o dovuto fermarci, eravamo combattivi sotto quel punto di vista. Qualsiasi guardia di sicurezza si fosse messo davanti a uno di noi avrebbe fatto un'unica fine: la morte.
Eravamo spietati, letali, soprattutto durante una rapina, una battuta di spaccio o con i sentimenti spenti.«Fermi tutti questa è una rapina, non voglio sentire o parlare troppo» disse Baby alzando di grado il tono della voce, lui era un altro da non sfidare, ti avrebbe fatto saltare le cervella nel giro di pochi secondi, nemmeno il tempo di sbattere le palpebre.
Con lo sguardo il capo indicò la ragazza, io e il mio socio ci dirigemmo velocemente da lei: era davvero bella, soprattutto dal vivo, un qualcosa di impossibile da descrivere, i lineamenti dolci, non troppo marcati, gli occhi da cerbiatta contornati da una sottile riga nera di eyeliner e le ciglia lunghe incorniciavano gli occhi color smeraldo. Le labbra carnose colorate da una tinta labbra nude. Era una visione idilliaca.
Il suo corpo iniziò a tremare in preda alla paura, gli occhi le si velano di lacrime e sul suo viso calò un velo di tristezza.
Per entrare maggiormente nella parte le staccai una sottile collanina che portava al collo, «le mani dietro alla schiena» le dissi autoritario, immergendomi nei ricordi di pochi giorni prima: i miei amici che venivano portati via in delle manette troppo fredde per dei ragazzini, venivano trattai come degli animali e non come delle persone, Sacky mi riscosse dai miei pensieri colpendo leggermente la mia spalla, «muoviti» disse solo. Le afferrai bruscamente i polsi e mi accorsi rapidamente di due cose: la pelle rialzata e non del tutto cicatrizzata e la sua smorfia di dolore nata sul suo volto ingenuamente, allentai la presa ma non la lasciai fuggire, le posizionai una mano sulla spalla e la scortai verso l'auto, una volta lì, le aprii lo sportello e le feci abbassare la testa per poi farla entrare. A destra mi sedetti io mentre a sinistra Sacky, subito dopo ci raggiunsero Rondo, Vale e Baby. «Mettile questa» disse il primo lanciandomi una benda da annodare sugli occhi della ragazza e così feci, poi la sua voce irruppe di nuovo verso Baby, «accelera, le guardie ci stanno raggiungendo» accelerò improvvisamente e la ragazza al mio fianco si irrigidì.
Tremava ancora ma come potevo biasimarla? Mi capitava almeno una volta al mese una situazione simile, venivano usate per gli scopi del capo e poi venivano rinchiuse nello scantinato del palazzo. Nessuno sapeva dell'esistenza di quelle celle e nessuno doveva saperlo, ne valeva della nostra vita.
La ragazza continuava a mandarmi dei segnali d'aiuto, come a chiedermi il perché, una risposta che non sapevo e non potevo darle. Il mio sguardo era ancora glaciale, la farsa non era ancora finita e a me non piaceva mentire, a prescindere da chi mi trovassi avanti. Non ho mai trovato bello mentire, a che pro? Dove ti portano le bugie, sicuramente da due parti: o un litigio o, dalle mie parti, in questura.
Non sapevo come calmarla e di li a poco avrebbe iniziato a piangere, non volevo che Rondo se ne accorgesse, l'avrebbe fatta smettere di piangere con le cattive maniere e non volevo che si spaventasse ulteriormente, appoggiai la mia mano sulla sua coscia, okay, poteva sembrare un gesto azzardato ma non potevo farla avvicinare a me più di tanto, all'inizio respinse il contatto allontanando la gamba, ma quando la riappoggiai, i suoi muscoli si sciolsero sotto al mio tocco.
; spazio autrice
*per quanto io ne sappia loro non hanno nulla a che fare con l'operazione "paranza" realmente accaduta nel milanese in zona arco della pace il 6 marzo 2019, la mia è semplicemente una citazione al brano di sacky "paranza" pubblicato il 29 gennaio 2020.
ೄྀ࿐ ˊˎ- opera protetta da copyright
pubblicato il: 4 novembre 2021
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𝖢𝖺𝗌𝖺 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮
Fanfiction• 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘲𝘶𝘢, 𝘥𝘪𝘮𝘮𝘪 𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪 𝘰𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘯𝘰, 𝘴𝘦 𝘷𝘦𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘪 𝘨𝘶𝘢𝘪, 𝘲𝘶𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢�...