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lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia

- Amine -

Milano, San Siro, Lombardia - 2019

Dopo interminabili ore, il mattino arrivò, finalmente, pensai. Non ce la facevo più a stare chiuso in quel posto, mi iniziava a mancare l'aria, il respiro era sempre più pesante, più pensavo a respirare peggio stavo, mi si offuscavano i pensieri.

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Arrivò l'ora del rilascio, firmai le varie carte e due agenti mi scortarono nella vettura, non vedevo l'ora di tornare a casa, poter riabbracciare mia madre e stare un po' con le mie sorella, vedere come girava la situazione in quartiere e sapere da Sacky come si fosse comportato Rondo nei confronti di Arifa. 

Un miscuglio di emozioni si catapultarono nel mio stomaco, non mi era mai successo e non capivo a cosa fosse dovuto o comunque cosa lo avesse scatenato. I pensieri mi attanagliavano, ma non delle semplici cose, erano ricordi abbastanza vecchi, come se tenessero a ricordarmi di un qualcosa che avevo voluto dimenticare, ma non capivo cosa cercassero di riferirmi, forse di non fidarmi o innamorarmi mai di qualcuna, in passato avevo sofferto, ero stato ferito, avevo rinchiuso ogni tipo di emozione pur di non essere di nuovo calpestato.

L'ennesimo viaggio era durato fin troppo, sembrava che fossimo dall'altra parte dell'Italia. Una volta giunti in quartiere mi lasciarono dove mi avevano preso, davanti la stessa sedia, lasciata nella medesima posizione in cui l'avevano buttata all'aria. Troppa cattiveria, abusi di poteri inutili, quando la maggior parte dei problemi si potevano risolvere con il dialogo. 

Ero un tipo pacifico, non mi piaceva il caos, quando gli altri andavano a festeggiare per qualsiasi motivo, anche per un successo, io preferivo stare o in casa a scrivere o in studio per registrare, cercavo in qualche modo di realizzare il mio sogno, anche se sapevo che non ce l'avrei mai fatta, dovevo sfogarmi, scrivevo per vivere, vivevo per scrivere o scrivevo per far conoscere ciò che vivevo, dovevo ancora capirlo, ero un blocco di pensieri, non sapevo neanche io da che parte iniziare.

«Ora vedi di evitare cazzate, sei un caro ragazzo» disse una dei due agenti alle mie spalle mentre mi scioglievano le manette, mi girai per incrociare il suo sguardo, lo disse dal profondo del cuore, si vedeva ma io non mi fidavo e di certo non potevo promettere cose di cui non avrei potuto mantenere la parola, ne ero consapevole. Scossi le spalle in risposta e aspettai che loro andassero via poi filai su per le scale del palazzo e suonai alla porta di Rondo, c'era fin troppo silenzio, iniziavo ad impaurirmi una sensazione d'angoscia mi pervase per tutto il corpo, poco dopo un rumore provenne dall'interno, erano le chiavi che giravano nella serratura, tirai un sospiro di sollievo, mi stavo preoccupando inutilmente. 

Dopo che la porta si spalancò, intravidi la figura spenta di Arifa, sembrava più trascurata in confronto all'ultima volta che l'avevo vista, quando alzò lo sguardo il suo sorriso si illuminò e del tutto inaspettatamente mi abbracciò con molta forza, ero quasi sul punto di non respirare, ma non mi lamentai, la abbracciai di getto, mi era mancato il suo calore, persino il suo sguardo che scrutava tutto senza il minimo ritegno.

Si spostò dalla porta e mi fece passare, abbassò nuovamente lo sguardo e si diresse nella sua stanza. Io nel frattempo percorsi il piccolo corridoio e mi diressi nella stanza principale dove c'erano gli altri miei soci ad aspettarmi. «Ma guarda un po' chi si rivede» disse Rondo, con tono beffardo, «Smettila Sosa, è finito lì dentro per colpa tua e tra quattro giorni ha un processo e di certo non sappiamo come andrà a finire, se ci beccano tutti sai che la responsabilità è tua, non ti tirerai fuori facilmente, ci hai rovinato tutti» proclamò infastidito Sacky, «non essere ingrato, fino a poco tempo fa venivate tutti da me a chiedere aiuto», «certo perché eravamo ingenui e non sapevamo in che guaio ci stavamo per mettere» si alzò di scatto, «se non la smetti sai come andrà a finire, vero?» Il suo viso si colorò di rosso, come se stesse per esplodere, «certo che so le conseguenze e non ho certo paura di affrontarti, sai come vanno le cose e chi ha il comando maggiore» la situazione stava sfuggendo di mano, «lasciate stare, calmatevi, ora sono qua con voi, tra quattro giorni vedremo come va» ero stanco e avrei preferito dormire piuttosto che assistere alle loro litigate, «se adesso permettete, io vorrei andare a riposare un po', quel posto è peggio di qualsiasi cosa, se avessi dormito sulla legna probabilmente ora starei meglio».

Ripercorsi quello stretto e buio corridoio, passai prima dalla camera di Arifa per vedere come stesse. 

Bussai, non volevo comparire dal nulla e importunarla, magari stava dormendo o leggendo, avrei invaso la sua privacy e non era da me. «Avanti» udii impercettibilmente, avrei quasi pensato di essermelo immaginato se la porta poi non si fosse aperta. Si spostò l'ennesima volta nell'arco di quella mezz'ora e oltrepassai la soglia, appoggiai il mi borsello a terra e mi avvicinai alla finestra, la vista non era il massimo, dava sulla piazza principale del quartiere.

«Come si sono comportati?» Chiesi nel silenzio di quel cubo minuscolo, quasi claustrofobico. «Boh» si avvicinò a me, non mi accontentavo di una risposta simile, «spiegati meglio, non capisco» voltai la testa di novanta gradi nella sua direzione, «la maggior parte del tempo l'ho passato tra il bagno e questa camera, mi sento una pezza», effettivamente era abbastanza pallida, più del solito, «se permetti», pronunciai e poi appoggiai il dorso della mano sulla sua fronte, scottava un po', ma non tanto da definirla febbre. «E in più ho un ritardo», rimasi scioccato, il braccio cadde rumorosamente verso il mio corpo, ero incapace di muovermi.

; spazio autrice
boom! la bomba è stata sganciata, dopo infiniti capitoli una delle notizie principali è sbucata fuori, non so se potevate aspettarvelo ma ecco a voi. non vedevo l'ora, per certi versi, di scrivere questo capitolo, da qui in poi inizia il declino, la storia inizia a tendere verso la fine, come molte volte vi avevo detto avrà pochi capitoli, spero vi stia piacendo e che non abbia abbassato le vostre aspettative, detto ciò, vi lascio assimilare l'accaduto e ci vediamo nel prossimo capitolo.


ೄྀ࿐ ˊˎ- opera protetta da copyright
pubblicato il: 14 novembre 2021

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