⁝ lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia ⁝
- Amine -
Milano, San Siro, Lombardia - 2019
" E ci sarà il silenzio allora parlami
apri la porta, fuori non è come immagini „giovane e triste - Nashley
Arrivammo finalmente in centrale, non sopportavo più l'aria di quell'abitacolo. Mi sganciarono le manette dal poggia-mano e mi trascinarono fuori afferrandomi dal braccio, forse non avevano appreso un concetto fondamentale per dialogare con me: non ero un giocattolo, non volevo essere trascinato e sballottato da un posto all'altro.Ci fu un'ennesima perquisizione in caserma, mi portarono in una stanza appartata dove mi fecero spogliare di tutti i miei averi, mi fecero flettere sulle gambe e per un'altra volta ancora non trovarono niente. Avevo fatto in tempo a vendere l'ultimo grammo rimasto nella sacoche. Nonostante potessero incriminarmi per via di tutti quei soldi liquidi che avevo dietro, non fecero più parola, mi portarono solo in cella per trascorrere la notte.
Ripensandoci, avevo dietro più di tremila euro, contante illecito dato che era superiore alla soglia stabilita e per quanto ne sapessi, il codice penale punisce il reato di riciclaggio che descrive in quel comportamento di chi sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa. La sanzione (in questo caso penale) è costituita dalla reclusione da quattro a dodici anni e la multa da euro 5.000 a euro 25.000. Dunque, c'era un altro vincolo che avrebbe potuto incastrarmi: la provenienza del denaro, tutto era lecito finché si trattava di denaro da depositare in banca. Non avrebbero potuto sequestrarmelo, anche se era conosciuto per un solo motivo il posto in cui stavo: spaccio di sostanze stupefacenti.
Ma poi, facendo mente locale, ricordai che nel borsello c'era una tasca nascosta, dove avevo alcune scorte di riserva, in caso avessi avuto bisogno. Ovviamente erano più grammi di quanto lecito fosse averne per uso personale, ero nei guai fino al collo e non sapevo come uscirne.
«Ha una sola chiamata a disposizione» disse l'appuntato fuori dalla cella, bingo! Per mia fortuna sapevo a memoria il numero di Sacky, non avevo mai pensato che sarebbe potuto essermi utile in una circostanza simile.
Mi fecero uscire, scortandomi alla cabina dopo avermi riallacciato le manette, con quelle cose fredde, prima o poi ci avrei creato un cappio per qualcuno, pensai. Composi il numero, si susseguirono un paio di squilli, l'ansia saliva a vista d'occhio, il primo, il secondo, il terzo squillo, stavo per riattaccare fin quando non udii la voce squillante del mio amico.
«Pronto?» Chiese, sospirai, un senso di sollievo si fece presente nel mio corpo «Sami, sono io» risposi, mi avrebbe riconosciuto dalla voce, ero certo lo sapesse, l'aveva capito, anche dal modo in cui avevo aperto la chiamata. «Fra sono dentro» dissi solo, il suo respiro, che prima era pesante, si bloccò, «in che senso fra, che è successo?» Chiese con ancora il fiato sospeso, «drogue, résistance à la police*» una voce soave riecheggiò nell'apparecchio, «chi è?» Sentii pronunciare scarsamente, si sentiva tutto a tratti, «Neima» predicò, riconobbi la sua voce, i pensieri si bloccarono, erano come svaniti magicamente «stalle accanto nel periodo in cui non ci sarò, non farle accadere niente» replicai al telefono, non volevo fosse una delle cavie di Rondo, «amico ma che stai dicendo, ne uscirai senza problemi, pensa positivo, altrimenti non avremo risolto nulla».
«Passamelo» sentii dire ancora, voleva parlarmi ed io ero già mentalmente distrutto, non avrei retto un dialogo con lei, ma non poteva saperlo, così il mio amico le passò il telefono, «ehi» non sapevo come reagire, era timida ed io troppo impacciato per darle una risposta decente e coerente, dunque non riposi e lei continuò a parlare avendo capito l'andamento di quella chiamata. «Non so cosa sia successo, Sacky non vuole dirmelo ma forse ho capito e non mi piace affatto l'influenza che Sosa ha su di te, reagisci, ne sei capace, lo sai tu e lo so io, ma tendi a stare in una nicchia che ti offre protezione, se non esci dalla tua zona di confort non saprò mai come aiutarti, arriverai a rigettare il mio aiuto e ti chiuderai in te stesso, li sarai perso permanentemente.
Ti svelo solo un mio segreto e poi ti lascio libero: so che queste cose non si dicono al primo che passa, ma ho bisogno di parlarne, di te mi fido. Un paio di mesi fa avevo un'assurda paura del buio, si dice che essa porti consiglio, ma non nel mio caso, avevo paura che quei pensieri potessero uccidermi. La notte non dormivo bene, ero sempre nevosa e alterata, ogni cosa era un pretesto per litigare e urlare, ero fin troppo instabile.
Ora invece, mi sono ripresa, forse anche troppo: credo di più in me, la mia paura del buio è svanita perché ho affrontato i miei mostri, non sempre nelle maniere migliori e forse te ne sei accorto, ma ci sono riuscita, spero che tu ci riesca e spero vivamente che tu me lo permetta, ho voglia di aiutarti e tu ne hai bisogno. Hai una parte quasi oscura in te che non ti permette di vivere bene, non dico con il massimo della felicità, ma almeno che tu possa svegliarti stando bene» disse concludendo il tutto, aveva ragione, non risposi per questo. Abbassai il capo e sospirai, consapevole che non avrebbe potuto vedermi, mi diede la buonanotte.*droga, resistenza alla polizia
; spazio autrice
un altro capitolo in cui ho riversato i miei pensieri nelle parole di Arifa, fate vostre le sue parole. spero che non vi troviate mai in una situazione del genere e se così fosse chiedete aiuto, sempre, non vergognatevi mai. detto questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo saprete cosa spetterà a Neima dopo la sentenza del GIP, attendo delle vostre riflessioni nei commenti, di qualsiasi tipo, ricordatevi di rispettarvi sempre, il Karma fa il suo giro, indistintamente da chi tu sia.
ೄྀ࿐ ˊˎ- opera protetta da copyright
pubblicato il: 12 novembre 2021
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𝖢𝖺𝗌𝖺 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮
Fanfiction• 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘲𝘶𝘢, 𝘥𝘪𝘮𝘮𝘪 𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪 𝘰𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘯𝘰, 𝘴𝘦 𝘷𝘦𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘪 𝘨𝘶𝘢𝘪, 𝘲𝘶𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢�...