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lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia

- Arifa -

Milano, San Siro, Lombardia - 2019

Cercavo Amine in ogni angolo di quella maledetta casa, ero disperata, Anas piangeva mentre assisteva a quella scena a dir poco penosa, in pochi mesi mi ero troppo affezionata a lui, non riuscivo più a farne a meno. Presi il bambino in braccio stanca di quelle lamentele, era l'unica cosa che non tolleravo dei bambini.
Ci sdraiammo sul letto, sollevai il mio piccolo amore dal mio corpo, mandandolo in aria, sospirai e mi calmai, vidi sul suo visino nascere un piccolo sorriso.

Sentii bussare alla porta, risposi con un semplice "avanti" e vidi avanzare lentamente la figura di Sami, aveva il viso triste e lo sguardo basso, non presumeva nulla di buono, mi misi con la schiena appoggiata alla testiera del letto, sistemai Anas tra le mie gambe, il ragazzo raggiunse il mio letto e mi porse una lettera. La sfilai cautamente dalla busta bianca e presi il pezzo di carta accuratamente piegato, alla prima riga, i miei occhi divennero lucidi, quasi sul punto di far sgorgare tutte le lacrime dal mio corpo, non poteva essere, non ci credevo, non volevo crederci.

Cara Arifa,
se stai leggendo questa lettera è perché sono morto. Non ti perdere d'animo, non ti chiedo di amarmi, non so nemmeno se l'hai mai fatto, sei complicata da leggere. Mi hai colpito dalla prima volta, ero freddo e contrastante nei tuoi confronti, quella maschera che portavo tu sei riuscita a disintegrarla solo al primo sguardo, nonostante io abbia sempre cercato di mostrarmi gentile, rivelare il vero me stesso. Ho sempre fatto fatica in ciò, ho paura di essere giudicato, penso tu l'abbia capito. La prime volte che ti vedevo rimanevo destabilizzato dalla tua bellezza, sei sempre stata qualcosa di impossibile da descrivere. Te che ti vedevi con tutte quelle imperfezioni, una roba impossibile, stavo male ogni qual volta tu parlassi di un tuo disagio, non riuscivo a vedere cose negative in te, neanche quando il tuo carattere freddo e a volte eccessivamente sdolcinato usciva allo scoperto, un controsenso, lo so, ne sono consapevole, ma faceva parte di te, delle tua perfezione, perché per me quello sei: perfetta!
I tuoi occhi verde smeraldo mi hanno ammaliato da subito, per questo faticavo a guardarti negli occhi mentre ti rivolgevo la parola e mi dispiace se posso esseri sembrato maleducato, ma mi incantavi e non riuscivo a esporre una semplice frase o un discorso senza perdermi. Esattamente non so neanche più che scrivere, ogni parola con te era inutile; non volevo rendere questa lettera piena d'amore e frasi dolci, sai che non mi piacciono, preferisco riservare per me i sentimenti e mostrarteli quando siamo solo io e te rinchiusi in quella stanza che ti era stata assegnata e giuro che mi dispiace tantissimo per il trattamento che ti era stato riservato, non te lo meritavi, sei una persona spettacolare per soffrire così tanto. Dopo mesi non approvo ancora il gesto di Mattia, non penso che riuscirò mai a perdonarlo, anche se non sono più con te. Il bambino crescerà e sta crescendo benissimo, me lo sento, sei proprio nata per fare la madre, ricordo bene quando avevi mille domande e non sapevi come comportarti, non volevi scaricare su di me la responsabilità di Anas, quando io già al tempo sapevo di volermene prendere cura come se fosse mio figlio, non te lo dissi subito, avrei fatto di tutto per far si che non vi accadesse nulla e l'ho fatto, sono morto per liberarvi, Sami sa già cosa fare e dove portarvi, parlane con lui quando la casa sarà vuota.
Ricordi quando era appena nato Anas? Era tranquillo, sembrava quasi un bambolotto, incredibilmente bello come te e non mi vergogno di aver detto in giro che non fosse mio figlio, vado fiero di ciò che ho fatto, altrimenti non ti avrei mai incontrata. Ti ringrazio infinitamente per avermi sempre supportato, anche quando nessuno credeva in me, anche quando io stesso pensavo di non farcela, mi hai fatto abbandonare i miei vecchi vizi e la mia vecchia vita, ti sono infinitamente grato. Sorveglierò sempre te, Anas e i ragazzi.

Ti amo, per sempre tuo,
Amine.

Una volta che finii di leggere la lettera, scoppiai a piangere, la strinsi al petto e sussurrai nella stanza: vivrò per te, ti amo anche io.
Poi alzai lo sguardo nella direzione di Sacky, aveva anche lui le lacrime agli occhi, in seguito interruppe il silenzio. «Non ce l'ha fatta, sicuramente hai capito chi è stato, non gli andava giù il fatto che ti amasse, era geloso del vostro legame», si alzò dalla punta del letto e si avvicinò a me, ci strinse tra le sue braccia, non era come stare abbracciati ad Amine, non mi sentivo a casa, solamente protetta e per me la differenza era molta, ma di questo Sami non aveva colpa, aveva sempre fatto di tutto per non farci mancare nulla.

«Quando vorrai, potremo discutere di quella cosa che ti ha scritto nella lettera, ti voglio dire solo che su di me e Vale potrai contare sempre, a prescindere di cosa potrà accadere in futuro».

Avevo l'esigenza di andarmene, l'aria di Milano iniziava a soffocarmi, così iniziai a boccheggiare, il ragazzo al mio fianco mi lasciò un semplice bacio sulla tempia, «appena sarai pronta potremo andare» aveva capito tutto, ecco cosa ci distingueva, presi il piccolo in braccio, raccattai le poche cose che avevo e le infilai in uno zainetto, raggiunsi il mio amico. «Questi credo ti appartengano» disse dandomi i gioielli che avevo lasciato a Rondo il primo giorno. Scendemmo le scale in fretta, coprii Anas alzandogli il cappuccio della felpa, il profumo del mio bambino mi ricordava il suo, non potevo chiedere cosa migliore. Raggiungemmo il lato opposto di Piazza Selinunte, la osservai per l'ultima volta, quella zona mi aveva dato molto e mi aveva tolto altrettanto, asciugai una lacrima e strinsi a me il piccolo esserino tra le mie braccia. Poi mi incamminai senza voltarmi a guardare un'ultima volta quei palazzi trasandati. Un nuovo viaggio mi aspettava, dove non lo sapevo, ma sicuramente molto lontano da Milano.

Fine.

«Voglij abballa' mambo cu te sott na pioggj e buscij p t ricer "ti amo"»

'- voglio ballare il mambo con te sotto una pioggia di bugie per dirti "ti amo"-'

; spazio autrice
ebbene si, siamo arrivat* alla fine di questa storia, non so se ve lo aspettavate un finale del genere, ma ha comunque fatto male scriverlo, pensare che tra i due potesse nascere qualcosa che poi è stata troncata sul nascere è un colpo al cuore. vi ringrazio per avermi seguita fin qui, per me significa molto è una delle storie più complesse che io abbia mai scritto, ho dovuto informarmi molto per far si che potesse avvicinarsi alla realtà. spero che questa storia vi sia piaciuta e per la prima volta, dopo tante storie, il viaggio di Arifa non si conclude qui, presto arriveranno degli aggiornamenti. a presto <3

-, opera protetta da copyright26 novembre 2021

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-, opera protetta da copyright
26 novembre 2021

𝖢𝖺𝗌𝖺 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora