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lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia

- Amine -

Milano, San Siro, Lombardia - 2019

Quella scena che mi si mostrò davanti era raccapricciante, non lo facevo capace di simili cattiverie.
Corsi velocemente verso Rondo e lo staccai dalla ragazza, rivestii Arifa e nonostante le lacrime la feci alzare dal letto mettendola dietro di me. «Rimugina su quello che le hai fatto e fatti schifo» dissi solo e autoritario come mai avevo fatto, non era da me comportarmi così, ma aveva superato la soglia della mia pazienza, ero buono e caro, ma dopo un po' mi stancavo. 

Appoggiai una mano sul fianco della ragazza e l'avvicinai al mio corpo, lei, nel mentre incastrò la testa nell'incavo del mio collo, piegando le braccia. La scortai fuori da quell'appartamento infernale, sotto lo sguardo sbalordito degli altri ragazzi.

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Dopo che Rondo ci aveva lasciati in soggiorno e si era diretto verso la ragazza, il silenzio regnava nella stanza principale e quando delle urla strazianti fecero eco in tutta casa, ci rivolgemmo tutti uno sguardo d'intesa, sapevamo già cosa stesse facendo, aveva bisogno di imporsi, di far capire a chi fosse stato dato il comando, ma io non avrei resistito a lungo, dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa purché Arifa non rimanesse traumatizzata.

I ragazzi avevano tentato più volte di fermarmi, sapendo come fossi fatto, ma non mi lasciai fermare, dovevo. Così, ormai spazientito mi avviai verso la porta, inorridito ed incazzato come una belva.

Sbattei i pugni più volte contro la porta dato che era stata chiusa a chiave, ma non ci fu nulla che mi facesse capire che la stessero aprendo, così la sfondai e rimasi fermo un paio di secondi davanti a quello schifo. 
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Scendemmo le scale del palazzo e sorpassammo Piazza Selinunte, sotto tutti gli sguardi, ma si sa che ciò che il blocco vede, lì rimane, nulla esce fuori. Camminammo fino allo Stadio di San Siro, non avevamo spiccicato parola, ad ogni passo si stringeva sempre di più a me, nemmeno mi conosceva e si fidava così tanto, come faceva? Eppure io l'avevo rapita, non aveva senso tutto ciò. 

«Se vuoi parlarmene, puoi, lo sai?» La sentii annuire contro il mio collo, «anche se non mi conosci» continuai lasciandole un bacio tra i capelli, «lo so, tranquillo, ma ora non ne ho la forza, devo prima assimilare e convincermi che sia successo davvero» annuii solo, non ebbi più la forza di parlare, nella mia testa rivivevo la scena più brutta della mia vita, ciò che era accaduto pochi minuti prima.

«Dove stiamo andando?» Chiese poi, la guardai un attimo spaesato, era stato così lungo il silenzio che pensavo me la fossi immaginata, «optavo per fare un giro al centro e poi alla Galleria Vittorio Emanuele, se per te va bene» dissi agitato, non sapevo come comportarmi, o meglio, non sapevo rapportarmi, tutto mi risultava difficile e a volte l'ansia mi sopraffava e andavo in panico, mi sconnettevo dal mondo e da chiunque mi fosse vicino.

«Certo, nessun problema e grazie» mi rispose, ma non capivo a cosa fosse dovuto quel ringraziamento, non avevo fatto nulla di che, mi aveva ringraziato perché la stavo portando in centro? La guardai maggiormente confuso, «per tutto davvero, mi hai salvata da quel mostro, stavo rivivendo qualcosa di orrendo, quindi davvero, grazie, ti devo un favore, per qualunque cosa chiedimi e ti sarò d'aiuto», disse il più sincera possibile e poi quello che fece dopo mi colpì davvero tanto, nessuna l'aveva mai fatto, mi lasciò un bacio sulla guancia, era un mondo nuovo e ancora non me ne accorgevo. 

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Dopo che arrivammo in centro si guardò intorno estasiata, lo sguardo vagava per ogni minimo dettaglio, negli occhi si attivò una luce, quasi invidiabile, sembrava davvero spensierata. Poi le presi presi la mano facendo incrociare le nostre dita e subito dopo le spiegai il motivo, «gli occhi sono ovunque, potrebbero riferirglielo, meglio sappia che tu sia con me, un minimo si fida, mentre gli altri potrebbero pensare di tutto» fece un cenno del capo ma non disse più niente, un silenzio che valeva più di mille parole. 

Mano nella mano raggiungemmo la Galleria commerciale, entrammo ed uscimmo da vari negozi come se non ci fosse un domani, avevo le gambe a pezzi ma volevo che passasse un pomeriggio tranquillo, quindi non mi lamentai, il giorno dopo invece, di lamentele ne avrei sentite e anche tante. 

; spazio autrice
per la gioia di mssezza oggi doppio aggiornamento.

in questo capitolo abbiamo visto un altro lato del carattere di Amine, che ne pensate? Cosa pensate che possa accadere? Come reagirà Rondo a questa loro uscita?


ೄྀ࿐ ˊˎ- opera protetta da copyright
pubblicato il: 6 novembre 2021

𝖢𝖺𝗌𝖺 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora