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lo buttano in gabbia, pensando che il ragazzo cambia

- Amine -

Milano, San Siro, Lombardia - 2019

Ormai era arrivato il giorno dell'udienza, non ero per niente pronto, speravo solo che non mi dessero il massimo della pena. Mi inizia i a preparare sia mentalmente che fisicamente.

Arifa vagava per la camera, disperata. Gli occhi lucidi le avevano spento lo sguardo lucente che mi faceva impazzire ogni volta che lo incontravo; «tutto questo stress non ti fa bene, lo sai. Dopo poi non riesci a respirare e svieni, in più facendo così mi agiti e mi passa in mente di non presentarmi» la fermai dalle braccia, «hai ragione, devo calmarmi» respirò cautamente guardandomi negli occhi e forzò un sorriso, «hai già idea di cosa indossare? Non pensare minimamente alle tute, te le brucio» ridacchiai vedendola frugare nel mio armadio, «puntavo su quella blu» mi avvicinai a lei, osservandola da dietro, «se non vuoi imparare a volare cambia idea», frugò ancora finché non trovò un jeans nero «eccolo qui, con la camicia nera sei perfetto e ti prego sistemati i capelli decentemente, non metterci sopra sulla, sono belli al naturale», mi passò gli indumenti, «sbrigati, siamo in ritardo» mi diressi in bagno, mentre mi cambiavo ragionai sulla mia vita futura: speravo di uscire presto, avrei voluto assistere al parto di Arifa, avrei voluto prendere la piccola creatura tra le mie braccia, magari tra me e sua madre sarebbe potuto nascere qualcosa di concreto e non semplici baci dati di sfuggita. In cella mi sarebbero mancati i suoi abbracci, le sue coccole e i massaggi tra i capelli, erano piccole cose che caratterizzavano il nostro rapporto, una lacrima scivolò via dai miei occhi, la asciugai in fretta, mi sistemai i capelli e uscii.

Scostai lentamente la porta sentendo la dolce voce di Arifa riferendosi a qualcuno, ma la stanza era vuota, lei era posta di spalle quindi non poteva vedermi, aveva lo sguardo rivolto verso la finestra, nel quartiere riecheggiavano le voci squillanti dei bambini che esultavano per qualche goal, da lontano le sirene della polizia e le varie camionette che facevano i blitz.

«Un giorno sarai come loro, non importa se sarai una bambina o un bambino, voglio solo che tu stia bene e che tu sia forte, indipendentemente da tutto, dalle persone che conoscerai a quelle che perderai, dovrai essere forte, non intendo solo fisicamente ma anche mentalmente, ricordati amore mio che non vince il più forte ma il più furbo, la mamma ti farà conoscere tutte quelle persone che nella vita l'hanno aiutata, dai ragazzi di Lecco al municipio sette di Milano, farò di tutto a finché tu possa girare il mondo in modo onesto, desidero che tu abbia una vita tranquilla e non travagliata come le mia, desidero che tu possa vivere tutte le tue esperienze in modo sano, senza incappare in pericoli che potrebbero strapparti per sempre da me; magari potrai conoscere il tuo vero padre, sempre se lui deciderà di mettere la testa a posto, ma ti farò conoscere anche il ragazzo che mi ha trattata da principessa sin dal primo giorno, anche senza conoscermi, è stata la persona più comprensiva che io avessi mai potuto incontrare» avanzai lentamente verso di lei, a passo leggero, fino a trovarmi dietro di lei, poggiai le mani sul ventre lasciandole un bacio nell'incavo del collo, «sarai una madre perfetta, con o senza di me, sarai capace di tutto in presenza o meno di Mattia, l'hai dimostrato in questi giorni».

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Ormai stavamo per andarcene, mancava solo Arifa, tornai nella sua stanza per avvisarla, «potresti chiudermi la cerniera» chiese con voce soave, annuii e mi avvicinai a lei, le sfiorai la pelle, una scia di brividi si elevò per tutto il percorso che sfiorarono le mie mani, dopo aver finito la presi per mano e attraversai con lei per l'ennesima volta quel corridoio infernale. Scendemmo le scale ed entrammo in auto con la direzione verso il centro di Milano verso il tribunale per i minorenni, in dieci minuti fummo dentro il palazzo, l'ansia e l'angoscia mi stavano divorando. Arifa faceva di tutto per farmi ragionare e nonostante la calma apparente stava per esplodere, «okay ora guardami» posò le mani sulle mie guance in modo da tenermi ferma la testa, «ragiona, in qualunque occasione sai come comportarti, vada come vada, ci sarò sempre per te, te l'ho sempre dimostrato, ti verrò a trovare fin quando mi sarà possibile» aveva gli occhi lucidi, mi si strinse il cuore, «non devi stressarti e affaticarti per me, so che ci sarai» in realtà non ne ero sicuro, avevo paura che tutto potesse svanire da un momento all'altro, «so a cosa stai pensando, mantengo sempre la parola e non mi stresserò per venirti a trovare, mi fai bene al cuore, come potresti farmi del male?» Mi lasciò un delicato bacio sulla guancia e poi entrammo nell'aula dove mi aspettava il mio avvocato d'ufficio.

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Quell'udienza mi sembrava interminabile, alle mie spalle c'erano i ragazzi del quartiere, prese parola per primo il Pubblico Ministero con un monologo che continuò per una ventina di minuti dove elencava i vari pericoli in cui incorrevo, in oltre elencò anche i vecchi reati che compii anni prima, si susseguirono le parti civili cercando di capire perché l'avessi fatto, ma dopo tutte quelle domande non avevano capito che mi sarei avvalso del diritto al silenzio. In fine toccò al mio difensore, cercando di fornire delle prove più chiare confronto a quelle che aveva fornito il Pubblico Ministero, prese parola il giudice, le mie mani iniziarono a tremare avendo paura per la pena.

«Dopo aver esaminato il caso dell'imputato Amine Ezzaroui, il soggetto viene accusato di detenzione di stupefacenti e reato di reciclaggio, nel primo caso l'imputato, secondo la legge, essa punisce con estrema severità lo spaccio di sostanze stupefacenti. Per la precisione, chiunque, senza avere autorizzazione ministeriale, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti, è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da 26mila a 260mila euro. Nel secondo caso, accordato con l'articolo Il reato di riciclaggio è disciplinato dallarticolo 648-bis del Codice penale, fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo; ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare lidentificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. Si applica lultimo comma dellarticolo 648; la pena è diminuita fino alla metà per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che le condotte siano portate a conseguenze ulteriori o per assicurare le prove del reato e lindividuazione dei beni, del denaro e delle altre utilità provenienti dal delitto. Si applica l'ultimo comma dell'articolo 648».
«In oltre l'imputato ha richiesto per via scritta il giudizio abbreviato, dunque, secondo l'articolo 303 del codice di procedura penale, ai sensi dell'articolo 438, per un massimo di sei mesi il soggetto sarà recluso per quanto la legge stabilisca, se la pena è superiore a sei anni» avevo capito poco e niente di quel discorso, avevo compreso solo che sei mesi dopo sarei uscito dal carcere per i termini di durata massima della custodia cautelare.

Uscii dall'aula con il mio avvocato, in seguito mi raggiunsero i ragazzi, dietro Sami scorsi la figura di Arifa che aveva il volto rigato dalle lacrime, la strinsi forte tra le mie braccia, da lontano vidi avvicinarsi due agenti della polizia penitenziaria, «ci vedremo presto piccola, te lo prometto» le lasciai un leggero bacio sulle labbra senza farci notare, mi ammanettarono i polsi e mi portarono via.

; spazio autrice
ci tengo a dirvi che non sono un avvocato né tantomeno studio diritto (quello che studio comprende la sanità) , ho preso le informazioni da internet, quindi, in caso qualcosa non sia corretto mi scuso, se volete darmi qualche consiglio per migliorare il capitolo ditemelo pure <3

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23 novembre 2021

𝖢𝖺𝗌𝖺 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora