35. Potere travolgente.

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Ventinovesimo giorno

Raccolsi le energie per l'ennesima volta. Il sudore grondava dal mio corpo, ma non mi importava più. Avevo smesso di badare al mio stato fisico tante ore addietro.

Grazie agli insegnamenti di Kit ero migliorata più di quanto avessi creduto. Il suo metodo non convenzionale prevedeva che io non pensassi affatto. Dovevo solamente agire.

«Vai giù!»

Scansai per un pelo il calcio alto che mi aveva piazzato. Ero più reattiva e recettiva del solito. Mi sentivo viva, nonostante fossi così stanca.

Le esercitazioni erano servite per aumentare abilità, forza e agilità nel combattimento.

«Sei più veloce! Bravissima! Attenta alle spalle!» Kit mi lanciò un occhialino prima di smaterializzarsi all'istante. Adorava scomparire per poi sbucare nei miei punti ciechi. Mi rimisi in piedi sulle punte saltando e sferrando un destro dove la sua figura sarebbe ricomparsa.

Con la mano tesa a mezz'aria e pronta a parare il mio colpo, Kit sorrise divertito. Ci stava prendendo gusto anche lui.

«Quando avresti la prossima sessione di allenamento con Chris? Ti troverà di sicuro migliorata!» Alzai un angolo della bocca, scuotendo il capo per diniego.

«Ogni volta che lo affronto riesce sempre a leggere i miei movimenti facendomi finire per terra. Con te mi trovo meglio, siamo quasi pari!» osai azzardare. Kit si portò il mento tra le dita, mentre con nonchalance schivava i miei colpi uno dopo l'altro.

«Non so, penso di essere ancora un pelino superiore» si prese gioco di me. Levai gli occhi al cielo, era vero. Anche se mi piaceva pensare il contrario.

«Dovresti aggiungere qualche spostamento lineare. L'altra volta ci sei riuscita, mi hai sorpreso alle spalle senza che me ne accorgessi!» Scrollai la tensione saltellando sul posto fino a fermarmi. Dovevo riprendere fiato. Ripensai a come ero riuscita a viaggiare cogliendolo alla sprovvista, ma era un mistero anche per me.

«Volevo avvicinarmi per colpirti, non credevo ci sarei riuscita sul serio» ammisi ansimando e gettandomi sul pavimento. La fatica stava iniziando ad avere la meglio sulle mie membra.

Kit non smise di scrutare il circondario, portandosi nell'esatto punto della sala in cui gli avvenimenti si erano svolti.

«Perciò tu hai pensato di teletrasportarti qui, giusto?» chiese retorico puntando il terreno sotto i piedi.

«In realtà,» iniziai «no. Non avevo mirato ad alcun punto in particolare.» Se le parole parevano essere del tutto prive di significato per me, non sortirono lo stesso effetto sul mio maestro.

Kit si materializzò al mio cospetto con l'intento di aiutarmi a rialzarmi. Il ragazzo aveva uno strano luccichio che rifletteva sulle iridi scure e inquadrava la mia figura.

«Adesso che so che sarai sempre in grado di trovarci, ho ben chiaro come allenare il tuo potere.»

***

Trentaduesimo giorno

Sander mosse il bastone per aria facendolo volteggiare con incredibile disinvoltura. La classe era terminata da un pezzo, perciò non vi era più ombra degli aspiranti viaggiatori. A riempire il vuoto in quell'immensa sala d'addestramento c'erano il mio istruttore, Kit e Christopher.

Sostavo in un angolo in attesa che i tre adulti optassero per una strategia. Curva sulla schiena sorrisi fiera di ciò che avevo scoperto. Ed era stato tutto merito del moro che mi aveva aiutata senza chiedere nulla in cambio, del fratello maggiore che avevo trovato.

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