Ero riuscita a malapena a rallentare il tempo che mi circondava per sfuggire alle sue grinfie. Seppur per meno di un solo istante, ciò mi era bastato per comprendere la pericolosità di quell'uomo. La sua sola presenza rarefaceva l'aria, trasmettendo timore e terrore. E l'intero universo che ci circondava sembrava flettersi al suo volere.
Gli ero sfuggita per un pelo, seguendo la linea temporale di Mike e Mallek e teletrasportandoci immediatamente da loro. Per un po' saremmo state al sicuro.
«Fratellone!» gridò la piccola buttandosi sul corpo martoriato di Max. Nonostante le ferite, il viaggiatore strinse fra le sue braccia l'inerme bambina, cercando di raddrizzarsi sulla schiena per accogliere al meglio la sua famiglia. Bastò un fulgido scambio di sguardi con Mallek per capire che era scampato al peggio.
Il sorriso e le lacrime copiose che correvano sulle sue guance mi diedero di ben sperare. I due fratelli si erano appena riuniti. Potevo ben capire il legame viscerale che li univa.
Quel sollievo durò un breve attimo. Nonostante avessimo una posizione di vantaggio e l'altura dalla nostra, sapevo che se non avessimo presto agito saremmo stati carne da macello.
I ribelli sopravvissuti si radunarono ai piedi del valico, inginocchiandosi dinanzi il loro capo supremo, colui che gli aveva guidati strenuamente durante tutti quegli anni di razzie, con la promessa di concedere loro la libertà assoluta.
Era esattamente come lo ricordavo da quell'incursione effettuata nel palazzo abbandonato. I capelli cinerei a causa dal passare del tempo lasciati lunghi oltre le spalle e le iridi grigie che penetravano qualsiasi anima. Era durato un breve istante, ma l'incontro con le sue iridi grandi a malapena quanto la testa di uno spillo, mi aveva gelato il sangue nelle vene.
Mi raccolsi le braccia al petto per stemperare il terrore che mi aveva infuso.
L'uomo fletté il capo quel tanto per bagnarsi le labbra e osservare nella nostra direzione. Con la mano levata verso il vuoto ne approfittò per sfilarsi l'altro guanto di pelle nera ricamata.
La sua aura si espandeva a dismisura. Ci avrebbe sicuramente condotto nel panico più totale, se non fosse stato per l'altra figura che giaceva al suolo con il volto tumefatto e le cicatrici lucenti ad adornargli il corpo. Stretto per i capelli a toccare con il mento le rocciose terre a causa del suo ennesimo atto di insubordinazione, era legato mani e piedi con pesanti catene inibitrici di poteri al fine di impedirgli anche il più piccolo movimento.
«Christopher» sussurrai al vento. Una cantilena senza melodia, battente solo al ritmo di un cuore spezzato.
I brusii dei più miei cari amici mi fecero capire che non stessi sognando.
Lui era vivo.
Lui era lì.
Lui era in condizioni pessime e a stento gli era permesso respirare.
Mi portai le mani al volto disperata, per impedire alle lacrime di sgorgare. Avevo configurato nella mia mente il suo corpo venir sepolto dai cumuli di macerie nelle lande temporali, in quella che era diventata la tomba delle ancore; rigettando la speranza nell'angolo più profondo del mio animo.
Quello perché lui aveva scelto di salvare me.
Ed in quel momento, che lui incrollabile stanziava tra le file nemiche, sotto le grinfie dei ribelli, tutto era ritornato a galla. Ero arrabbiata, ero terrorizzata e afflitta per il modo in cui aveva scelto di andarsene. Ma ero anche così dannatamente sollevata.
Afferrai la maglia all'altezza del petto. Avvertivo un vuoto incolmabile provenire dalla bocca dello stomaco. Era opprimente e faceva paura. Avevo la pelle d'oca e non riuscivo a smettere di tremare.
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Travellers
Science FictionTempo. Intuizione e rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono. E se i singoli eventi potessero essere mescolati? Quale sarebbe il corretto ordine, chi detterebbe legge e chi soccomberebbe? Se neanche il tempo h...