59. Assoluzione.

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Convincere Flare ad attraversare il portale era stato difficile e straziante. Tutti noi eravamo ben consci del fatto che una volta varcata la soglia della realtà, non avremmo mai più avuto modo di rincontrarci, eppure, desideravamo ardentemente che ella fosse felice e libera di vivere la vita che aveva sempre sognato.

Incatenarla a noi sarebbe stato ingiusto.

La sua presenza era stata fondamentale per la riuscita della nostra missione. La donna ci aveva accolto senza mai chiedere nulla in cambio, osservandoci fin dalla primissima fila. In silenzio e con estremo tatto aveva più volte curato le ferite fisiche che affliggevano i nostri corpi e quelle morali che infuriavano negli animi. Ci aveva donato gli strumenti per poter affrontare i pericoli che in cui saremmo incorsi e proprio per quello era necessario che iniziassimo a cavarcela da soli.

Solo così avremmo potuto renderle onore.

Eppure, con i capelli ricurvi davanti al volto non voleva saperne di mettersi in salvo, a discapito delle nostre estenuante richieste.

"Non posso lasciarvi" aveva pronunciato, mentre leniva le fratture che avevano intaccato l'energia vitale di Sol, con testa china e occhi splendenti. "Avete bisogno di me... non potreste tollerare altri viaggi, altrimenti. Io posso rigenerarvi!"

Ma era stata proprio la viaggiatrice di cui si stava prendendo cura ad afferrarle una mano e a rassicurarla. Il suo lavoro era stato espletato in maniera eccellente. Il merito del nostro essere rimasti illesi per così tanto tempo, era solo suo.

Tirandosi a sedere con un sorriso serafico, Sol l'aveva ringraziata, supplicandole di iniziare a pensare a sé stessa dopo una vita dedicata agli altri.

Sarebbe toccato a noi salvare lei, almeno in quell'ultima volta.

E così facemmo.

***

Colton aveva aperto un portale diretto verso il XXI secolo per i pochi viaggiatori che avevano accettato di attraversarlo. Mike e Lake incitavano coloro che avevano paura di fare il grande passo a guadagnarsi la propria libertà. I loro volti candidi e l'eterna energia erano risultati estremamente propositivi.

Al centro della piazza, come al solito, si era creata la calca che osservava in silenzio i coraggiosi che avevano deciso di partire. Flare era tra essi, con gli occhi ripieni di commozione e le mani tremanti.

Tutt'altro si poteva dire di Arkus e la sua gente. I ribelli dei confini erano numerosi e testardi, incapaci di discernere il proprio volere da quello del loro capo che non aveva alcuna intenzione di abbandonare i campi deserti in favore della prospera Terra.

Montavo di rabbia al pensiero che i limitanti avrebbero preferito soffrire in eterno piuttosto che permetterci di aiutarli.

Strinsi i pugni e digrignai i denti, sapevo di non essere l'unica a condividere quel pensiero. Non potevo più sopportare quel clima di insofferenza: pestai la neve con foga pronta a sfogarmi verso la folla attonita, ma qualcuno precedette il mio volere.

«Siete degli stupidi! Tutti voi! Degli idioti colossali!» James urlò alla folla con tutta l'aria che aveva nei polmoni. Mi superò con fierezza e orgoglio, mostrando il petto terso e il sorriso più strafottente che avesse.

I viaggiatori mormorarono increduli, sfiorando le armi che indossavano attorno la cintura.

Ingoiai la saliva acida credendo che James avesse esagerato e che quell'atteggiamento gli si sarebbe ritorto contro.

Arkus mantenne lo sguardo fisso nella sua direzione senza mai sviare.

Portò in alto una mano richiudendola subito in un pugno. Il silenzio ci avvolse all'istante: tale era il suo dominio.

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