68. Tempo scaduto.

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James face qualche passo all'indietro con le gambe tremanti. Le emozioni che stava provando dovevano essere indescrivibili. Per quel motivo mi misi al suo fianco, sostenendolo nello spirito e nel corpo.

Osservai la scena mirando il volto dei miei compagni. Ognuno di loro sembrava aver riacquisito un po' di consapevolezza in quel mondo fatto caos. Purtroppo, il tempo a nostra disposizione stava per scadere. Chris mi raggiunse allungando una mano sulla mia spalla e stringendo il cuoio che la rivestiva. Toccava a me interrompere quel momento idilliaco.

«Victoria, mia madre, ci ha mandati qui per un motivo. Lei sapeva come sarebbero andate le cose fino a questo esatto momento e ha dato la vita affinché la storia si estrinsecasse e noi fossimo il più possibile al sicuro, perciò, Blake se sai come fermare Kors, ti prego di rivelarcelo. In questo modo potremmo tornare in Accademia e proteggere la linea temporale.»

L'uomo mi scrutò con occhi nuovi, mentre si asciugava i residui salmastri che erano discesi sulle gote.

«Sono felice che tu sappia chi sia Victoria, questo mi facilita il compito che mi aveva affidato. Peccato che non sia ciò che tu creda. Kors non può essere fermato. Un ideale non può essere arrestato e la catena di sangue che ne deriverebbe non avrebbe fine. Ci sarebbe sempre la possibilità di una nuova insurrezione.» Mi trovai interdetta come mai prima d'ora.

«Cosa vorresti dire, Blake? Siamo gli unici viaggiatori rimasti che possono fronteggiarlo e dobbiamo farlo! Non possiamo rimanere con le mani in mano. Vogliamo salvare tutti, come mia madre aveva predetto! L'ho visto con i miei occhi! È questo il motivo per quale lei vi ha nascosto e per cui nutriva speranza! O sbaglio, forse?»

L'ancora scosse il capo con innata flemma. «La scelta di seguire il piano di Victoria è stata la più ardua che io abbia mai preso. Lei aveva sognato questo posto, assicurandomi che fintanto che noi saremmo stati nascosti al mondo adimensionale, James avrebbe vissuto in pace. E tutto ciò perché come primogenito dei Bellamy custodisco i segreti della sua creazione. L'unico modo per fermare Kors è evitare di fargli compiere il suo piano e adesso è arrivato il momento di passare il testimone.»

James scosse il volto sostenendo lo sguardo paterno e accettando con serenità il nuovo compito. «Sono pronto» rispose deciso.

«Un'altra favola come quella del fabbro?» chiese lo scricciolo. Si era persa a metà discorso.

«Purtroppo, no.» Incurvai un sopracciglio con incredulità, mentre le parole riempivano il silenzio. «Nei secoli si è venuta a creare l'errata convinzione che con la morte delle ancore sarebbe stato finalmente possibile modificare il destino riscrivendolo a proprio piacimento. Questo è ciò che persino mia sorella credeva e in cui crede fermamente Kors... e proprio per questo motivo lui non potrà mai vincere.» Tirò su con il naso rimembrando l'adorata Anjelika dai lunghi capelli iridati, sentenziando la profezia dell'umanità. «Quando l'ultima ancora perirà, non vi sarà più nulla a tenere a bada il potere della sorgente, il quale verrà riversato in tutti gli universi conosciuti decretando l'esplosione di energia che annienterà l'intero creato. Dovete impedire che ciò accada... a qualunque costo.»

Le parole mi colpirono in pieno petto, poiché all'improvviso ciò che credevo di sapere aveva acquisito una luce nuova. Il mio compito non era mai stato quello vincere una guerra. Con i miei poteri e con la mia forza avrei dovuto proteggere James, preservando il suo destino fino alla fine dei tempi.

«Perciò qual è il piano?» Sol domandò sottovoce.

Blake allargò le spalle scuotendo il capo con fare sommesso. «Nascondete l'accesso al flusso del tempo, trovate le chiavi e promettetemi di tenere mio figlio al sicuro.»

Il ragazzo tirato in causa non stava capendo. Perché stava dicendo ciò? «Non esiste, padre! Io rimango qui con te! Ora che ti ho ritrovato non voglio perderti di nuovo!»

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