3. Incomprensioni

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In quel periodo stavo da pochi mesi con una ragazza, le raccontai della votazione eccellente di mia sorella e le dissi del regalo che, i miei, le avevano fatto come premio per tanto impegno, così come, anni addietro, avevano regalato a me l'auto per lo stesso motivo.
La mia ragazza mi disse di essere fortunato ad avere dei genitori adottivi così fantastici e, maliziosamente, mi sorrise "Farà conquiste con la sua amichetta e io invece potrò averti tutto per me" Quando le dissi che sarei stato il suo accompagnatore, litigammo.
In lei non c'era posto per la felicità che avrei provato anche io a visitare una città così ricca di storia; lei mi incolpava di essere troppo protettivo, alzò la voce arrabbiatissima "Se continui così non saprà fare un passo da sola, non sei suo padre! E' solo una ragazzina viziata ed egoista, che non è nemmeno tua sorella!"

Quelle sue parole mi fecero malissimo, era un colpo troppo basso, mi alterai anche io, cosa insolita per me, "Dimmi che lo hai detto solo perché sei arrabbiata e non le pensi davvero!"
"Le penso davvero, eccome! E volevo dirtele da un bel po' di tempo! Sono stanca di tua sorella che se è triste viene a piangere da te! Che ha bisogno di te per fare questa o quella cosa!"
"Scusa se ti racconto le mie giornate, cosa faccio e con chi sto!"
"Stai sempre con lei!"
"Ora con chi sto? Ti pare che ci sia lei con noi? Ti ho mai tolto qualcosa per stare con lei?"

Non rispose alla mia valanga di domande, sapeva benissimo che non l'avevo mai messa da parte. Ma non si scusò ne rimangiò le parole dette. Non capivo perché stava facendo così.
La lasciai in quell'istante stesso, le sue parole dure mi diedero la conferma di dover stroncare quella relazione. Era gelosa del rapporto speciale che avevo con Francesca? Capivo soltanto che non riusciva ad accettarlo e, da buona prima donna, non l'avrebbe mai fatto, egoisticamente mi avrebbe voluto tutto per lei.
Era una volpe astuta che voleva assicurarsi il futuro, ma che non avrebbe mai capito quanto i gesti e le parole possono legare fortemente due persone, più di quanto non faccia il sangue.

La rottura di quel rapporto mi portò un po' di tristezza: ancora una volta, nella mia vita, avevo incontrato una donna che non si rendeva conto di quanto bello e puro fosse il rapporto con mia sorella; ancora un'altra donna che trovava parole dispregiative per Francesca e che avrebbe fatto di tutto per allontanarci.

Qualche settimana dopo, partii per Londra con mia sorella.

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