Il giorno dopo ero arrivato in anticipo in ufficio. Avevo appena comunicato a Mr Honney la mia decisione riguardo le mie assistenti. Mancavano ancora 10 minuti prima dell'orario lavorativo, invitai Mary a fare colazione al bar "Ho detto a Mr Honney che ti rapivo per dieci minuti, ha acconsentito perché non dovevi essere qui a quest'ora... e nemmeno io"
Mary mi sorrise "E' bello avere un angelo per capo... e qualcosa mi dice che oggi sei estremamente felice"
"Devo raccontarti una cosa..."
"Ha a che fare con una bionda? Per caso quella che ieri sera era vicina alla tua macchina?"
"Sì" le dissi con un sorriso malizioso.
"Accetto il rapimento, la cosa si fa molto interessante..."
Al bar, il cicaleccio degli avventori faceva da sottofondo al resoconto della serata che riportai a Mary.
Era un piacere osservare il volto della mia amica che cambiava espressione. Quando ebbi finito di raccontarle i particolari si portò una mano alla bocca stupita "No! Non posso crederci! Mi stai prendendo in giro?"
Ridendo, scossi il capo.
"Tutti i tuoi colleghi avrebbero fatto carte false per stare al posto tuo!" sorseggiò il suo cappuccino annacquato e riprese "E nessun tuo collega credo che se ne sarebbe andato come hai fatto tu! Non me la racconti giusta, Alex!"
"Mary, te l'ho detto, mi sono alzato mentre stava per baciarmi il collo, le ho detto che non era il caso, l'ho salutata e me ne sono andato" feci una pausa per ammirare il suo dolce sorriso di comprensione, mi credeva, ovviamente, e ammirava la mia professionalità "Non sono il tipo che fa queste cose, non ne ho bisogno"
"Non l'avrai mica raccontato al capo?"
"No, ci mancherebbe. Gli ho solo comunicato che ho scelto di tenere Julia e che Carl magari ha bisogno di un'assistente e ho proposto Cathie"
Mary scoppiò a ridere "Sei un amico impagabile! Carl farà un santuario in tuo onore nel suo ufficio!"
Tornati in ufficio, andai nel mio studio e lasciai la porta aperta, poco dopo venne Julia, visibilmente raggiante e, imbarazzatissima, bussò allo stipite della porta.
"Buon giorno Julia, prego, entri pure"
"Buon giorno Mr Neri... grazie, grazie mille. E' un'onore lavorare con lei" era appena tornata dalla convocazione con Mr Honney a cui aveva partecipato anche Cathie.
"Lo è anche per me, congratulazioni"
Arrossì ancora di più, strinse energicamente la mano che gli stavo porgendo e indietreggiò "Le porto subito l'agenda"
Vederla così felice rese anche me più raggiante. Mi portò l'agenda comunicandomi che il primo appuntamento era tra cinque minuti. Intanto alle sue spalle spuntò Cathie, che si fermò sulla soglia. la invitai ad entrare mentre Julia andava via.
"Mr Neri, non sa quanto mi dispiace per ieri sera" mi disse a bassa voce Cathie con uno sguardo da cerbiatta sbattendo più volte le palpebre ricoperte da un velo di mascara "Era la prima volta che bevevo quel vino, forse aveva una gradazione alta, non ero in me. Mi spiace averle fatto una brutta impressione"
"Non serve dire altro, dovevo comunque fare una scelta"
"Mi spiace che il mio comportamento l'abbia portata a prendere la decisione sbagliata, mi dia un'altra opportunità" ora mi guardava combattiva, altezzosa, aveva appena dichiarato di essere superiore a Julia, conscia che quest'ultima stava ascoltando tutto dall'altra stanza, visto che aveva lasciato la porta aperta e aveva alzato leggermente il tono della voce.
Le sorrisi gelido per sottolineare che, con me, i suoi giochetti seduttivi non avevano proprio funzionato "Non posso rimangiarmi la parola, ma sono sicuro che forse lei potrà continuare a lavorare qui, l'ho raccomandata a Mr Honney affinché la assegni a Carl"
"Grazie. Buona giornata" mi disse freddamente prima di voltarsi e sparire a passo svelto, con la coda tra le gambe. Sapeva che non le avevo creduto e le bruciava che l'avevo raccomandata per un collega di grado più basso al mio. Passando davanti alla scrivania della sala d'attesa non guardò ne salutò Julia.
Qualche ora dopo, Carl piombò nel mio ufficio senza chiedere il permesso di entrare, sembrava un pazzo appena rilasciato dal manicomio.
Sapevo perché era venuto, la sua aria stralunata e felice diceva tutto. Mi si butto letteralmente al collo, mi abbracciò come se non mi vedesse da una vita.
"Ehi, non sapevo fossi passato all'altra sponda, calmati" gli dissi ridendo.
Lui si staccò da me di scatto e si ricompose "Ma quale altra sponda? Proprio ora che mi ritrovo una bellezza in ufficio? Grazie Alex, sei unico!"
E così, se almeno la mia decisione non aveva fatto felice Cathie, aveva di certo migliorato la vita d'ufficio di Carl.
Poi... Una notte piovosa, suonarono al citofono. Risposi, rimasi per pochi secondi in silenzio per ascoltare e digerire il mio visitatore che si presentava con poche parole "Ale, sono io".
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Il Fiore Sbocciato
RomanceAlessandro e Francesca sono "fratello" e "sorella" coinvolti in una storia di amicizia e amore impossibile. Le loro vite si intrecciano e separano per seguire le loro ambizioni, speranze e "convenzioni".