32. Fuggire

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Indossato l'accappatoio, mi soffermai sulla soglia della camera di Francesca. Aveva indossato dei jeans e una t-shit, legato i capelli bagnati in una coda improvvisata. Freneticamente riempiva una valigia con le sue cose.

La guardai "Cosa fai?"

Francesca non rispose, rendendo ancora più ovvia la sua contro-domanda: il suo silenzio sembrava dirmi "Non lo vedi?".

Non mi feci scoraggiare, mi avvicinai e le presi le mani, bloccandola "Dove vai?"

"A casa"

"Sei già a casa..."

Liberò le mani dalla mia presa e si avvicinò a uno scaffale per prendere dei libri, sfuggendomi "Da mamma e papà"

"Perché?"

Uscì dalla camera e andò in salotto, verso la libreria "Lo sai il perché"

La seguii "Non lo so"

Non mi guardava "Sì che lo sai"

"Parliamone"

Si bloccò e si girò di scatto verso di me, era arrabbiata "Perché? Per ripetere la storia del non poter stare insieme? Dov'è che avete un'altra sede? Dove vuoi scappare questa volta?"

"Possiamo trovare una soluzione..."

Si fermò, incrociò le braccia sul petto e mi guardò "Quale?"

Mi misi a sedere pesantemente sul divano "Non lo so ancora... Ancora non ho pensato a nulla..."

"La soluzione non c'era anni fa e non c'è ora! Te lo dico io come andrà a finire..." nervosa iniziò a passeggiare per la stanza "... vivremo il nostro idillio per un po' di tempo, fino a quando ci renderemo conto che non è possibile andare avanti e staremo male..." si fermò davanti alla finestra, aggrappandosi al davanzale "Quindi, prima di star male... scappo io... me ne torno a casa... ho il volo oggi pomeriggio..."

Mi alzai, avevo voglia di abbracciarla e farla restare con me "Riflettiamoci su, cosa ci costa? Viviamolo, per quanto durerà, questo idillio"

Bloccò le mie braccia, non voleva che la toccassi "Ale, sai già che finiremo per amarci di nuovo e poi stare male..."

"Ma io già ti amo di nuovo... forse da mesi e me ne sono accorto ieri, ballando..."

Abbassò gli occhi, voleva nascondere il fatto che per lei era la stessa cosa.

"Francesca, è così anche per te... ammettilo"

"No, vado via per questo... per non farmi coinvolgere"

"Amore mio, ho sentito i tuoi brivido, ho visti i tuoi occhi, ho osservato i tuoi gesti, ti conosco, non puoi mentirmi..."

"Ti sbagli, avevo solo bevuto... era solo quello"

Con una mano le presi dolcemente il mento e la costrinsi a guardarmi negli occhi "E stamattina cos'era? Caffè corretto? Confusione da postumi della sbornia? Allora dimmi che non mi ami!"

I suoi occhi tremarono per un istante "No, non ti amo"

"Non è vero!"

Vidi un fuoco rabbioso accendersi nei suoi occhi, mi scostò la mano con violenza "Lasciami stare!". Con passi veloci raggiunse la porta d'ingresso, afferrò le chiavi dalla mensola lì vicino e uscì sbattendo la porta. La vidi poco dopo attraversare la strada e incamminarsi verso il parco.

Andai nella sua camera, le svuotai la valigia, mettendo nei cassetti e nell'armadio la sua roba come capitava, ma riponendo e piegando tutto per bene. Seppelliti sotto i vestiti nella valigia, trovai due album di fotografie, uno era del nostro viaggio a Londra, l'altro di foto varie di momenti in Italia, con mamma e papà, una sorta di cronologia della nostra vita.

Sedendomi sul letto di Francesca, iniziai a guardare le foto.

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