Cap 14

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Irius

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Irius

Il corpo del bastardo era stato sistemato, l'avevo fatto scomparire, e anche se si poteva notare la sua assenza e qualcuno lo avrebbe potuto cercare, nessuno mi avrebbe chiesto nulla.

Qui ero un re, nessuno poneva domande, veniva pagato per i loro servigi e il loro silenzio, al resto dovevano girare il viso da l'altra parte.

Mio fratello si era occupato con la giustizia dell'isola informandolo su l'accaduto che se qualche suo parente o conoscente poteva denunciare la sua scomparsa, ci avrebbero pensato loro.

Insomma, li pagavamo più tosto profumatamente era il minimo che dovevano fare, se non volevano morire.

Sono sempre stato un ragazzo di poche parole, mi piaceva più agire che risolverle a tavolino.

Sono sempre stato del parere si parla una volta sola e chiaro, se non capisci alla prima muori.

E il problema si risolve.

Mi ero fatto un nome negli anni, "Il Diavolo", ero il degno erede di mio padre se non peggio.

Quando sono diventato uomo d'onore, sentivo quel potere irradiarsi nelle vene, scorrere come veleno oscuro che saziava la mia anima, amavo ciò che stavo diventando e che ero diventato.

A soli sedici anni, ero riuscito a farmi un nome, dopo la morte dei miei, mio fratello non aveva mai ambito a essere il capo, invece io amavo avere il potere, dominare e sovrastare tutti, mi faceva sentire invincibile.

Mi ero fatto un nome, passo dopo passo, avevo stretto alleanze che convenivano ad altri clan oltre oceano, chiedendomi favori, soldi, e aiuto.

Tutti mi temevano e rispettavano, e così sarebbe sempre stato, anche se ovviamente c'era sempre qualcuno che tentava di farmi fuori, e fregarsi ciò che avevo reso mio, con le mie sole forze.

Potevano provare a sovrastarmi, ma avrebbero perso, perché nessuno avrebbe potuto abbattere "Il Diavolo" in persona.

Presi a controllare le varie e-mail trovandone una di mio fratello, dove mi aveva rigirato quello che gli aveva mandato la polizia.

Avevo cercato il pezzo di merda, ma loro stavano simulando che era sparito e che forse era partito, e mio fratello stava provvedendo a far sparire ogni sua traccia, compreso anche chi non si sarebbe fatto i fatti propri.

Bene, non volevo grane, ho altri cazzi da mandare avanti.

Perso nei miei pensieri mi risvegliai avvertendo un leggero bussare alla porta del mio ufficio.

-Avanti.-

Dissi con un tono tranquillo, riconoscendo il modo di bussare di mia moglie.

Chiusi e-mail, alzando lo sguardo verso la mia piccola fatina, che mi stava venendo incontro, sorridendomi con quel suo sorriso unico e dolce.

A DARK LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora