"Siamo arrivati." Jungkook si scostò dal finestrino, aprì gli occhi e osservò l'esterno, accigliandosi nello stesso momento. Guardò i suoi genitori come per assicurarsi che fossero veramente seri e sì, suo padre rimosse la chiave dall'auto spegnendo il motore."Perchè non mi avete accompagnato a casa...?" Chiese, con un debole sussurro mentre la sua voce era ancora persa nel sonno. "Sapete che muoio dalla voglia di tornare a casa..."
"Ma tu sei a casa, tesoro..."
"Mamma—sì, sono a casa ma non è la mia casa, o sbaglio?" Sospirò Jungkook, non muovendosi di un centimetro.
"Kook, per favore." Chiuse la bocca mentre sua madre parlava e si limitò ad annuire, spingendo la portiera per poi scendere dall'auto intanto che i suoi genitori lo seguivano ed entravano tutti in casa.
Tutto sembrava così diverso eppure così uguale. Le sue foto erano ancora appese al muro accanto alla porta, le sue foto con Taehyung intatte.
Sorrise.
Quel viso gli mancava così tanto.
L'unico modo in cui era riuscito a vederlo in quei sei anni, era stato in quella minuscola fotografia all'interno della sua collana. Fino a quando non gli fu strappata dal collo.
Notò come alcuni mobili fossero diversi, c'erano nuovi vasi esposti, tuttavia sembrava ancora la stessa identica casa in cui era cresciuto.
"Hai fame?" Gli chiese sua madre, appoggiandogli una mano sulla spalla. Jungkook scosse la testa. "Dovresti mangiare qualcosa, posso cucin—"
"Perchè non posso andare?" Mormorò Jungkook, e sì, era consapevole di come continuasse a ripeterlo a sé stesso, sapeva che da un momento all'altro probabilmente i suoi genitori gli avrebbero detto di stare zitto una volta per tutte, di smettere di parlare di Taehyung, ma non riusciva a farne a meno.
"Non è...il caso che tu lo veda, adesso." Distolse lo sguardo e lo posò su suo padre che superò entrambi. "Dovresti riposare, figliolo." Chiuse il pugno in una morsa stretta, arrabbiato.
"Ho aspettato sei anni solo per—toccarlo e adesso che posso farlo, i miei genitori me lo impediscono? A trentaquattro anni?!" Riuscì a percepire gli occhi ricolmi di lacrime e non capiva se fossero di tristezza o rabbia.
"Tesoro, noi—"
"No, c'è qualcosa sotto, perchè non era in ospedale? Perchè non è qui adesso? Perchè non sono con lui? Questo mi fa capire che...che non gliel'avete detto, o sbaglio? Sarebbe venuto di corsa se lo avesse saputo. So che l'avrebbe fatto." Disse Jungkook, mentre il suo tono di voce si alzava sempre di più e le mani tremavano.
"Pensavamo che avresti dovuto dirglielo tu." Sua madre deglutì. "E' qualcosa di davvero emotivo, io sono quasi svenuta quando me l'hanno detto al telefono e non è qualcosa da dire in questo modo, dovresti dirglielo come si deve."
Jungkook li fissò in silenzio per alcuni secondi e poi sospirò. "Va bene, d'accordo."
"Ci andrai domani, vive ancora nello stesso posto." Tornò a guardare suo padre non appena sentì una pacca sulla spalla. "Uno di noi ti accompagnerà."
"Perchè?"
"Tesoro..." Sussurrò sua madre a suo padre e Jungkook fu sul punto di esplodere.
"Odio quando le persone mi trattano come uno stupido o cazzate varie." Si accigliò. "E' successo qualcosa e non volete dirmi cosa—Tae sta bene? Lui—sta bene?!" Le sue mani furono presto avvolte dalle altre, mentre la preoccupazione formava una pozza all'interno dei suoi occhi. "Vi prego, sta bene?"
STAI LEGGENDO
𝐓𝐫𝐮𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐖𝐚𝐢𝐭𝐬 (Promise You Will) | Taekook
Fanfikce[IN CORSO - AGGIORNAMENTI LENTI] "Jungkook promette al suo fidanzato di ritornare ad ogni partenza per l'esercito e per anni quella promessa non verrà mai spezzata. Ma quando Taehyung riceverà una lettera con la scritta "M.I.A", si renderà conto che...