Capitolo 9.

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Jungkook si sedette con la lista delle cose che aveva fatto e a cui aveva pensato per due giorni, mentre la terapista si era accomodata nell'altra estremità del divano. Lui incrociò le gambe, tentando di mettersi più comodo possibile. "Eccola qui." Disse.

"Ottimo, adesso leggila." Sorrise lei, indicandola.

"Un momento—devo leggerla? Tipo, ad alta voce? Pensavo che avrei solamente dovuto dartela e che non ne avremmo più parlato." La donna inarcò un sopracciglio, indicandola nuovamente. "Io—ah, va bene." Jungkook si schiarì la gola. "Dodici e trenta, mi sono appena svegliato e ho pianto per mezz'ora perchè ho visto un video su Facebook di un cucciolo che veniva salvato...giuro di essere un soldato." Lesse la prima.

"Non dovresti dormire a—"

"Non interrompermi, la mia giornata è stata ricca di eventi. Il meglio deve ancora venire." Rispose, sollevando un dito. "Dodici e quarantotto minuti, mi manca Taehyung. Dodici e quarantanove minuti, ho cominciato a piangere perchè mi manca Taehyung. Tredici e nove minuti, sto guardando un video di gatti e mia madre ha comprato il gelato, è il gusto preferito di Taehyung e fa abbastanza schifo adesso. Non è buono come lo era dalle sue labbra—oh mio Dio, è imbarazzante, devo proseguire?" Tentò di mettere il broncio, di far funzionare il suo sguardo da cucciolo bastonato, di corrucciare le labbra verso il basso. Tutto.

"Devi procedere, in maniera da poter parlare di quello che hai." Spiegò. "E' per questo motivo che ti ho chiesto di scrivere." Jungkook sbuffò. "Non ci provare, non ti farò versi e non ti pizziccherò le guance dicendoti che è tutto okay. Sono qui per aiutarti, non per deluderti o alimentare la tua tristezza. Ricomponiti e leggi il resto." E mentre parlava, la donna sistemò la propria posizione.

"Dannazione—d'accordo, signora." Ridacchiò. "Due e un quarto, ho deciso di dirti che ho pisciato dopo aver fatto un sonnellino. Due e mezza, ho pranzato. Andrò a fare un altro pisolino. O a piangere. Dipende da come mi sento a letto. Due e quaranta minuti, ho pianto. Andrò ad annegare nella vasca da bagno e nessuno può impedirmelo. Due e quarantadue minuti, in realtà non l'ho fatto. Non mandarmi in manicomio o qualcosa del genere."

La terapista si passò le dita sulle tempie, insicura se fosse okay ridere su ciò che lui stava leggendo. Decise che sorridere fosse una buona via di mezzo per non ridere e mostrare quanto fosse intrattenuta.

Rimase in silenzio mentre lui procedeva nel racconto della sua giornata, e i suoi pensieri divenivano sempre più frequenti dopo l'ora di cena, perfino più oscuri. Alla donna non piaceva affatto quella parte e sapeva quanto lui avesse ancora molta strada da percorrere.

"Ho finito." Disse lui, ripiegando i fogli.

"Adesso conta quante volte hai nominato Taehyung." Gli ordinò, aspettando pazientemente che l'altro riaprisse i fogli, contando con l'aiuto di un dito.

"Ehm, trentasette." Concluse Jungkook.

"Il nostro obiettivo è di passare a zero. O mantenerlo a un minimo di due, tre..." Spiegò, con un sorriso. "E' necessario che tu smetta di pensarlo così tanto spesso."

"Io...è impossibile. Vedo il soffione della doccia e penso a tutte le volte in cui ci siamo fatti la doccia insieme, vedo il mio divano e penso a tutte le sere che abbiamo passato lì...a guardare film a farci le coccole e quant'altro...tutto mi ricorda lui, signora." Sottolineò.

"Siete stati insieme per parecchio tempo, non mi stupisco che tutto quanto ti ricordi lui però dobbiamo lavorare insieme per aiutarti a superare il passato." Chiarì, giocherellando con una penna.

Jungkook sospirò, strofinandosi gli occhi. "L'ho già detto una volta e lo ripeterò; io voglio superare il trauma, non Taehyung. Non voglio dimenticare lui o altro del genere. Io—"

𝐓𝐫𝐮𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐖𝐚𝐢𝐭𝐬 (Promise You Will) | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora