Capitolo 15.

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"Hai intenzione di non parlarmi adesso?" Chiese la signora Lee, mentre Jungkook se ne stava seduto, dandole le spalle e con le braccia incrociate. "Jungkook, non mi parli?"

"Non fino a quando non mi chiederai scusa." Mormorò lui.

"Non mi scuserò per la tua chiara mancanza di abilità nell'ascoltare con una mente aperta." Disse lei, contrariamente alle aspettative di lui. Jungkook abbassò gli occhi non appena lei tirò fuori un foglio di carta piegato a metà. Lo aprì, cominciando a voltarsi lentamente verso la donna, ma non appena lesse Reparto Psichiatrico in cima, si girò di scatto e gettò il foglio a lato.

"Non voglio andarci." Disse Jungkook con fermezza.

"E non devi, va bene. Ma voglio che tu sappia che esiste quell'opzione. Per questo devi farmi parlare e lavorare su questo tuo lato, ossia far parlare gli altri e permettermi di spiegarti cosa andresti a fare lì." La signora Lee divenne seria.

"Perché sei così cattiva con m—"

"Perché non sono qui per essere carina o indorare la pillola per te. Sono qui per essere onesta e fare il mio lavoro." A quel tono serio, Jungkook aggrottò le sopracciglia.

"Ma—Ma eri gentile fino all'altro giorno..."

Lei dovette chiudere le mani in due pugni, stringendo la mandibola e tentando così di contenersi dal dirgli che fosse semplicemente tutto ok. Ma solo vedere il suo broncio triste, rese difficile il fatto di dirgli tutto. "Eppure te ne sei andato lo stesso. Il risultato non cambia a prescindere da come ti tratto. Non volevi stare a sentire allora, quindi se il mio essere più professionale ti fa ascoltare, così sia." Jungkook abbassò lo sguardo.

"A-A me non piace, smettila di parlare in questo modo. Prenditi gioco di me e basta, smettila di essere seria. Non mi piace." Sottolineò.

"Dunque mi starai a sentire?" Jungkook annuì rapidamente. "Un reparto psichiatrico non è per le persone pazze, Jungkook, quindi togliti quell'ideologia dalla testa. E' semplicemente un posto sicuro per quelle persone che sono un pericolo per loro stesse e per gli altri. Per qualunque ragione. Vanno lì perché necessitano di supervisione ventiquattro ore su ventiquattro. Ho suggerito la tua ammissione perchè ho semplicemente paura per la tua sicurezza quando sei solo. E se svenissi a casa senza nessuno presente? Se battessi la testa? E se svenissi per strada? Questa è l'unica ragione per cui l'ho tirato in ballo. Perché so che queste cose continueranno ad accadere. Continuerei ad essere la tua terapista, era solo un consiglio per la tua sicurezza, non perché penso che tu sia pazzo per come ti senti o rispondi." Spiegò lei.

Poi si inchinò per guardare meglio il volto di Jungkook, e le sue lacrime la preoccuparono. "N-Non voglio andarci..." Mormorò lui, ferito.

"D'accordo, va bene. Va bene, dimmi solamente il perché...così da capire..." Aggiunse lei, portando una mano sulla sua schiena, accarezzandola in cerchi concentrici.

"Io-non mi piace l'idea di essere limitato e—essere costantemente osservato. Non posso farlo, é...troppo, é...ti prego." La guardò con occhi supplichevoli.

"Okay, d'accordo, lo capisco...non ci andrai. Ma rimane comunque una possibilità se un giorno lo vorrai. Se un giorno arriveremo a quel punto. Promettimi però che mi dirai qualunque cosa possa essere collegata a questo problema." Sottolineò, puntandogli un dito accusatorio, ma con gli occhi dolci e il sorriso.

"Okay. Mi dispiace di essere stato maleducato...n—non volevo davvero, é che...mi dispiace davvero tanto..." Abbassò gli occhi sulle proprie mani, giocherellando poi con le dita.

"Hey, va bene, sapevo che c'era qualcosa di più del fatto che ti sentivi dare dello psicotico. Non ero arrabbiata, nessuno lo era e nessuno è arrabbiato con te ora, siamo tutti preoccupati. Solo questo." Lo rassicurò lei.

𝐓𝐫𝐮𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐖𝐚𝐢𝐭𝐬 (Promise You Will) | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora