capitolo 7 - the gala-

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(PRESENZA DI SCENE VIOLENTE E LINGUAGGIO ESPLICITO IN QUESTO CAPITOLO)

Scruto attentamente il suo viso: la mascella è poco definita rispetto a come mi ricordavo e i capelli tendono più al biondo che allo scuro.

Ci osserviamo senza fiatare, ma è mia sorella a riportarmi sul pianeta terra.

"Lara cosa stai guardando?" allungando il collo per vedere.

"Ah, ho capito, niente male il festeggiato vero?" dice facendomi l'occhiolino.

Le sorrido afferrandola per una guancia.

"Ma ricorda che è troppo grande per te" le rispondo e lei, d'altro canto alza gli occhi al cielo e poi cerca, invano, di imitare la mia voce.

"Ci andiamo a scatenare un po' in pista che dici?" le propongo e lei accetta volentieri.

Da piccole ci divertivamo moltissimo a creare degli spettacolini per i nostri genitori: io ballavo con dei danzatori immaginari e lei cantava con il microfono.

Ci lanciamo in pista e ci muoviamo al ritmo della musica. Ci siamo solo io e lei in quel momento e questo mi fa molto piacere.

Nell'ultimo tempo non abbiamo fatto molto, io per lo studio, lei per i numerosi allenamenti di pallacanestro.

Agito la chioma a tempo e lei mi tira con una corda immaginaria.

Saltello come se mi avesse presa, ma quasi inciampo.

Per sbaglio vado a finire su qualcuno ed entrambi cadiamo.

Mi alzo velocemente ed aiuto lo sconosciuto a tirarsi su.

Quegli occhi si tuffano nei miei.

"Tutto bene?" mi chiede gentilmente

"Si tutto bene, scusami non volevo spingerti" ammetto un po' in imbarazzo.

"Non ti preoccupare può succedere. Comunque piacere, sono Brian "mi porge la mano cordialmente.

Gliela stringo. "Piacere mio, io sono Lara".

"Ti va se ti offro da bere?" Mi propone invitandomi a seguirlo.

"Molto volentieri".

Richiamo mia sorella che nel mentre non aveva ancora spesso di ridere.

"Vado a prendere qualcosa da bere, ci vediamo dopo. Mi raccomando, comportati bene" le dico con il vocione di papà.

Lei annuisce con un cenno del capo e sparisce tra la folla.

Raggiungo Brian al tavolo-bar sul fianco sinistro del salone.

Il barista ci chiede cosa prendiamo ed entrambi ordiniamo una vodka lemon.

"Allora Lara, ei di queste parti?" 

"Si, vivo qui vicino da quando ero piccola, tu invece?"

"Sono nato in questo quartiere, ma sono andato a vivere in Giappone per un paio d'anni con mio padre, sono tornato verso l'inizio dell'estate".

Rimango affascinata da questa rivelazione: è da ormai qualche anno che sono in fissa con tutto ciò che riguarda l'Oriente.

"E' così bello come dicono?" gli domando un po' emozionata

"E' affascinante, ma preferisco di gran lunga la mia amata Italia" mi risponde sincero.

Rimaniamo un po' a parlare del più e del meno fino a quando non annunciano l'inizio della cena.

"Ci vediamo dopo?" mi chiede in maniera leggermente sensuale

"Ci sto, ci troviamo qui?" 

"No, prendi l'ascensore e raggiungi l'attico"

Annuisco leggermente stranita mentre si allontana.


Mi siedo al tavolo e il ben di Dio ci viene servito.

Spaghetti allo scoglio, gnocchi con funghi porcini ci vengono portati in ordine dai camerieri vestiti di bianco.

Dopo aver mangiato il filetto di pesce e gli ultimi pezzi di arrosto mi alzo per andare in bagno.

Penso sia per qualcosa che ho mangiato ma ho un leggero maldistesta.

Esco dalla stanza e mi incammino alla ricerca dei servizi.

Mentre oltrepasso la soglia con la coda dell'occhio scorgo una figura vicino ad una enorme finestra.

Non ci faccio caso ed entro nel bagno.

Quando sto per chiudere la porta a chiave sento tirare la maniglia dall'altra parte.

Non faccio in tempo a dire "Occupato" che un fazzoletto umido mi copre la bocca.

Mi faccio prendere dal panico ma sento pian piano le gambe intorpidirsi e poi svengo.



Mi ritrovo in una camera dalle pareti rosso scuro.

cerco di alzarmi ma una forte emicrania mi costringe a stendermi.

Non capisco cosa mi sia successo: mi ricordo solamente di essere andata in bagno e nient'altro.

Mentre sono assorta nei miei pensieri la porta della camera si apre cigolando.

Mi allarmo e cerco di tirarmi su per scappare ma ancora una volta non ci riesco.

Vedo la figura molto sfocata di un ragazzo, probabilmente sulla ventina, ma non riesco a mettere a fuoco il suo viso.

Si avvicina sempre di più a me ma non riesco nemmeno ad emettere un verso. Mi sento legata da una corda: sono lucida ma il mio corpo non risponde ai comandi.

"Hey ci rincontriamo, però non ho molta voglia di parlare adesso sei d'accordo?"

Il mio corpo continua a rimanere fermo ma dentro di me sto scalciando più forte che posso.

"Che ne dici se ci divertiamo in un'altra maniera?" ora riesco a vedere meglio il suo viso e la prima cosa che noto sono proprio i suoi occhi azzurri.

Riesco ad emettere un verso strozzato e non comprensibile a parole.

Nel mentre lui si sta già sbottonando la camicia e in un secondo sento delle mani afferrarmi e spostarmi sul bordo del letto.

Vengo girata a pancia in giù ed io non trovo il modo di oppormi. Mi apre la zip del vestito e subito dopo mi ritrovo solo con l'intimo color carne addosso.

"Niente male davvero, penso che mi divertirò davvero questa volta"

Le sue mani iniziano a vagare sul mio corpo ed io, inerme, assisto alla scena.

Arriva a giocare con il laccetto del reggiseno. 

Con una mossa rapida mi sfila anche quello ed io mi sento morire.

Mai nessuno mi ha visto completamente nuda.

Un moto di terrore si fa spazio in me, ma nemmeno questo riesce a svegliare il mio corpo addormentato.

Con tutta la forza che trovo riesco a pronunciare solo un "NO" ma lui si mette a ridere incurante.

Ora la mia vista è completamente nitida.

Brian.

Lo vedo abbassarsi dapprima i pantaloni e poi i boxer.

mi tira le caviglie e mi allarga le gambe rudemente.

Una lacrima solca il mio viso e lui la raccoglie con un dito.

"Non piangere, vedrai che ti piacerà moltissimo"

"p-perchè lo f-fai Brian?" è l'unica cosa che riesco a dire.

"Semplicemente ne ho voglia" finisce la fase entrando in me.

Sento un dolore lancinante nel basso ventre aumentare man mano che le sue spinte si fanno più forti e veloci.

Mi lecca i capezzoli mentre non rallenta il ritmo. E continua così per un tempo che a me sembra infinito...

Mi sento morire.



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