Non so cosa dire, penso che la mia faccia stia parlando per me.
Vedo Valerie alzarsi dalla poltroncina e dirigersi verso il portone.
Prima di rientrare però si volta ancora una volta verso di me.
-Tu gli fai bene, non so come, ma è così- aggiunge a quella valanga di nuove informazioni che mi sono rotolate addosso.
Risposarsi? Perdere qualcuno? Incolparsi?
Sono una stupida. Credevo fermamente che Thomas fosse solo un cazzone a cui piace bere e spassarsela con le ragazze più fighe. Poi ho iniziato a conoscerlo, ma conoscerlo veramente, non in superficie, e adesso questo.
Mi strofino gli occhi con una mano. So che tanto di trucco sul mio viso ce n'è ben poco oramai.
Mi lascio ricadere sulla poltroncina, onestamente non mi ricordo più nemmeno quando mi sono alzata.
Lascio che i miei pensieri vaghino nelle più remote immaginazioni.
Chi ha perso di così importante? La ragazza di cui era innamorato? Ma perché dovrebbe incolparsi della sua morte?
Con il cervello pieno di domande decido di alzarmi e andare verso il bordo piscina.
Mi sembra ieri di esserci caduta dentro eppure è già passato quasi un mese.
mi sistemo su una sdraio e osservo il manto stellato sopra di me.
Da piccola papà mi portava sempre fuori a guardare le stelle.
Ci stendevamo sul balcone a pancia in su ed io mi accoccolavo vicino a lui.
Mi mostrava le costellazioni più luminose e ci divertivamo a crearne delle nuove, guardando semplicemente le forme che potevano creare.
Papà poi a smesso di guardare le stelle con me, ma io amavo quella piccola routine serale, così andavo sul balcone da sola e mi avvolgevo nella mia coperta, restando ore ad immaginare di poterle tenere in una mano.
Sorrido a questo ricordo che si era stipato insieme a tutti gli altri e mi concentro sul piccolo carro.
Appena lo scorso, socchiudo l'occhio destro e con l'indice inizio a tracciare delle linee immaginarie che uniscano i puntini.
La serata è splendida, con un lieve venticello che mi smuove i capelli di tanto in tanto.
Ascolto i rumori intorno a me: le auto che passano a tutta velocità su un tragitto ormai oscuro; i gatti che miagolano in lontananza sui tetti delle case di fronte; il tintinnio leggero dei segnavento di conchiglie.
(fai partire la musica)
Una dolce melodia mi fa aprire gli occhi.
Mi alzo in piedi presa da una gran voglia di ballare.
Faccio finta che un prode cavaliere mi stai chiedendo un ballo cosi mi prendo un lato del vestito come facevano le donne negli anni 40.
Improvviso un valzer lento.
Chiudo gli occhi e mi immagino in una enorme sala da ballo, con le luci soffuse e molti invitati.
Le donne indossano splendidi abiti da sera e gli uomini sembrano dei pinguini nei loro completi eleganti.
Piroetto su me stessa un paio di volte e dondolo a destra e a sinistra.
passo-passo-giro-passo-passo-giro
Mi sento sorridere. Adoro questo genere di musica, pur non essendo la mia specialità.
Piroetto di nuovo, ma questa volta il mio partner immaginario mi afferra saldamente.
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Sun and Arrogance
ChickLitLara è una giovane ragazza di 17 anni che ama vivere a pieno la vita. Abita ancora nella piccola villetta dei genitori in un piccolo paesino. Un giorno una festa le sconvolge completamente i piani. Riuscirà a guarire dalla ferita per affrontare un'e...