𝐗𝐗𝐗𝐈𝐕

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"Ma io non posso riposarmi di te, ed è questa sera che non potrò sopportare la solitudine".
Non c'è altro modo per rappresentare l'animo di Draco Malfoy se non con questa breve citazione di Albert Camus.

Il giovane valica la porta di casa arrancando sulle sue stesse gambe e crolla a terra, con le ginocchia riversate sul pavimento. Guarda il vuoto, con le labbra schiuse e gli occhi persi.
Probabilmente non ha ancora processato l'accaduto, non è riuscito ad elaborare il terribile evento vissuto quel pomeriggio.
Le dita stringono i biondi capelli e inizia a scuotere il capo, lentamente, incredulo.
La fronte si corruga e una ruga sovrasta lo sguardo accartocciato in un'espressione colma di dolore. Non sente nulla, non prova niente, non percepisce nemmeno il vento sbattere contro le grandi finestre del Manor.

Come un tormento i ricordi si affollano nella sua mente e inizia più lucidamente a rendersi conto di ciò che è successo. Tutto troppo in fretta, senza avviso, senza rendersene conto.
Un vero e proprio shock.
Chi si sarebbe mai aspettato un tale evento? Dopo tanti anni, supportato da false accuse.

La vide allontanarsi da sé, mentre il capo della donna era girato per guardarlo finché le era possibile. Draco corse verso di lei e cercò di avvicinarsi, nonostante una guardia lo volesse tenere distante.
«No, Esme...» mormorò con dolore, cercando di allungare un braccio per toccarla almeno per un'ultima volta.
Si staccò dalla presa di un uomo che lo teneva fermo e riuscì per un breve attimo ad accarezzarle il viso.
«Draco, promettimi che penserai a te» gli sorrise e cercò di far scendere il nodo alla gola deglutendo «E al nostro bambino...solo a voi»
«No, non dovevi, non dovevi, Esme» le parole scivolarono dalla bocca e scosse la testa più volte «Io ti amo, Esme, ti amo da morire»
«Anch'io, Draco...» sussurrò con il labbro inferiore che tremava.
E lei sentiva il cuore scoppiare d'amore per lui.
Le lacrime non riuscivano a colare per via dello sconcerto, e cercò invano di toccarla di nuovo. Le sue braccia furono tirate all'indietro e la donna fu leggermente spinta in avanti, solo per incitarla a non fermarsi e continuare a camminare. E così furono separati.

Non hanno avuto un momento per stare da soli, per baciarsi un'ultima volta, per dirsi che si amano. Non hanno avuto modo di far nulla, nemmeno di rendersi conto del dolore che sono costretti a subire.
Come un fulmine a ciel sereno, improvviso e spaventoso.
La mascella di chiunque possa udire questa storia stenta a rimanere al suo posto, lasciando spazio solo ad un animo sbigottito e confuso.
Fin troppe domande, troppe poche risposte.
Ancora molto da comprendere, ancora molto da scoprire.
Perché quell'accusa? Perché prendersela con Esme? Perché separare Draco dal suo unico e grande amore? Ora Draco non ha la forza di pensare, non ha forza di darsi risposte.
Tutto ciò di cui ha bisogno è di elaborare prima di fare qualsiasi cosa.

Scorpius è dai nonni, ai genitori di Esme ha detto l'essenziale e così anche ai famoso trio Grifondoro. Non ha avuto la forza nemmeno di parlare e, per fortuna, loro hanno compreso il suo stato d'animo.
Inutile specificare che tutti loro si stanno disperando, che il piccolino è ignaro, e che i nonni stanno trattenendo infinite lacrime solo per lui.
Ma non c'è tempo per pensare a loro, Draco ha bisogno di meditare.
Lui è stato appena separato dalla sua Esme, dalla sua fatina.

Ventisei anni senza letture serali, senza baci, senza fare l'amore, senza cucinare assieme.
Ventisei anni senza la sua migliore amica, la sua compagna di banco, la sua complice, la sua amata. Ventisei anni fottuti anni.

Un abisso di tristezza lo travolge non appena si rende conto più lucidamente di quanto tempo verrà separato da lei. Per quanto tempo lei dovrà soffrire, stare sola in una cella, ingiustamente.
Si sfila la cravatta, cercando invano di respirare decentemente, butta via anche la giacca elegante con un gesto brusco e dalla gola gli esce un gemito rauco saturo di rabbia.
Si riversa vicino una delle colonne di quell'ingresso e strofina una mano contro le labbra, poi la passa per i capelli. Ha l'affanno, mille pensieri ancora lo tormentano e adesso non può provare altro se non angoscia.
Scoppia in lacrime e si muove tremolante, con il cuore che sembra essere stato strappato, lacerato e mangiato dai corvi.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora