𝐋𝐗𝐈𝐗

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«Non avete idea di quanto io sia stressato!» esclama Harry entrando nel Manor assieme alla propria famiglia.
Esme e Draco li aiutano a togliersi le giacche e le appendono all'ingresso, mentre i bambini sono già scappati via per giocare assieme.
«Dovevi licenziarti come ho fatto io» lo prende in giro il biondo con una risatina «Quello è diventato un postaccio»
«Guarda, ormai mi sono distaccato completamente da tutti e stessa cosa fa Ron, anzi...» prende un grosso respiro e scuote il capo «Vorrebbe lasciare, sapete? È distrutto, davvero»
I due si guardano rammaricati e sospirano, sanno che è una situazione complessa e vorrebbero che i loro amici stiano sempre bene.
Per fortuna Ginny non riscontra tali problemi non lavorando al Ministero o a stretto contatto dei folli estremisti, eppure si vede come sia dispiaciuta per il marito e gli altri suoi parenti.

Si accomodano tutti in salotto e si siedono sui morbidi divani di quella stanza, affondando nel morbido tessuto e rilassandosi con la schiena comodamente appoggiata.
«Ci sono altre novità con il Ministro?» domanda Draco curioso.
«No, lui è il solito e se ne frega ancor di più. Insomma, certe cose è più facile non guardarle che risolverle» risponde Harry con semplicità, si riferisce a quel suo carattere analogo a Ponzio Pilato, dove preferisce lavarsi le mani piuttosto che agire di pugno.
E forse non bisogna nemmeno biasimarlo, una situazione così complessa risulterebbe quasi impossibile anche per il miglior politico.
«Meredith è ancora in galera, tutto qui» scuote le spalle il moro «Gli altri confabulano ancora ma non si può fare nulla per toglierli dalla loro posizione»
«Mi fa ridere come i rappresentati del Wizengamot, tranne alcuni, sono ancora tutti lì a presiedere la corte» questa volta a parlare è Esme, che storce la bocca e si ritrova molto contrariata da tutta quell'ipocrisia, come tutti loro d'altronde.
«Quei bastardi non dovrebbero stare lì» rotea gli occhi al cielo Draco e fa annuire i presenti che concordano con le sue parole.

Harry si strofina le mani contro le gambe e storce la bocca: «Alcuni sono stati nominati per delle cariche a vita».
La coppia si volta dall'occhialuto, Ginny invece abbassa lo sguardo mortificata.
«Quella gente ha messo Esme in galera» afferma riluttante il biondo, con un ghigno stampato in volto.
«Lo so, lo so» annuisce e si passa una mano per i capelli «Faranno anche una celebrazione la prossima settimana, sapete? Io non ci andrò chiaramente, ma festeggeranno le cariche di questi avvoltoi»
Nessuno è contento di sapere quella notizia, è qualcosa di molto grave per il mondo magico.
Quella gente potrebbe mettere a giudizio innocenti, dare un sacco di problemi ad un sacco di gente.
Draco stringe un pugno con forza e ha ancora il volto arricciato in un'espressione di disappunto, non vuole che quelle persone rimangano lì.
Non lo pensa solo per Esme, ma per il figlio in realtà.
Scorpius un giorno crescerà, avrà a che fare con la legge e il figlio di Draco Malfoy ed Esme Smith non sarà molto al sicuro.
Non è sicuro nemmeno per le figlie di Blaise che sono per metà babbane, o i figli di Ron ed Hermione.
Non è sicuro per nessuno, ma ciò che lo disturba di più è che potrebbe essere critico per i loro successori.
Sa di essere privilegiato, ma si è reso conto con il passare degli anni che non lo è chi ama.
La sua famiglia per intero è sempre sotto giudizio di quei folli di cui un tempo faceva parte.

«Non si può fare niente, bisogna solo aspettare che invecchino e la vita faccia il suo corso» si limita a rispondere Harry, arreso da quella situazione quasi paranormale.
«Non ci voglio pensare» scuote energicamente la testa Esme «Adesso basta che stiamo tutti bene, no? È inutile concentrarsi su queste cose, godiamoci quello che abbiamo»
Sembra strano sentire una persona come lei dare queste affermazioni, ma è anche normale viste le sue attuali condizioni.
Lei è stanca di combattere, vuole pensare a quello che ha e tenersi stretti i suoi affetti.
Ormai non ha più nessuna battaglia per cui faticare, non vi è più Voldemort, niente profezia, quindi vuole rimanere al posto suo.
«I miei gigli hanno bisogno di me, non ho intenzione di pensare a quei pazzi!» esclama con una risatina e c'è del vero in quello che dice.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora