𝐋𝐗𝐗𝐈𝐕

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🎶Il capitolo può essere letto ascoltando la canzone "I put a spell on you" di Nina Simone

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«Draco, sono tornata a casa!» esclama Esme con tono allegro, è appena arrivata da una passeggiata fatta con Hermione e Ginny, che tanto era mancato stare tutte assieme come i vecchi tempi.
Il sorriso è ben visibile sul suo viso e sospira rilassata, ormai ha ripreso a fare la solita vita, nonostante in maniera più limitata e meno frenetica di prima.
Uscire, dedicarsi a qualche hobby e soprattutto usare la magia è una gran mano per il suo umore e sembra davvero essersi ripresa.
Nonostante Azkaban abbia inciso sulla sua persona, può ritenersi serena e ormai tranquilla.
Sta bene, Esme sta finalmente bene.

Corruga la fronte, le luci sono spente e non comprende perché non funzioni nemmeno l'interruttore.
Sbuffa sonoramente, ancora nessuna risposta, finché non sente una strana melodia provenire dal corridoio che porta al salone, lenta ma molto marcata.
Delle candele bianche si accendono una dopo l'altra iniziando a dare luce all'ingresso e quindi alla donna, che ancora non comprende bene cosa sta succedendo alla propria casa, sa che c'è lo zampino del marito eppure non sa cosa aspettarsi.

I put a spell on you
'Cause you're mine

Quelle fiammelle tracciano una sorta di percorso, illuminandosi una dopo l'altra seguendo una certa direzione che porta Esme a seguirle.
Passo dopo passo raggiunge il salotto da dove proviene quella musica dall'apparenza sensuale e rimane a bocca aperta non appena nota quanto sia cambiato quel luogo, avendo subìto una trasformazione radicale: le tende sono nere, l'unica luce proviene da delle candele che fluttuano per tutta la stanza e che rendono l'atmosfera giallastra e calda, dei tappeti persiani rossi sono sparsi ovunque e il divano è ancora più grande e spazioso, in pelle scura.
Un forte odore di colonia sembra impregnare le mura, quasi come se fosse avvolta dal profumo inebriante di Draco.

«You better stop the things you do, I ain't lying» la voce calda del marito le si avvicina, percependola alle sue spalle, e si volta di scatto attirata dal testo della canzone che sta pronunciando, ma non lo fa seguendo la melodia bensì affermando tale frase rauco e sensuale, fermo.
Le iridi di Esme incontrano un Draco nella sua forma più elegante, lasciandola con il fiato bloccato in gola.
Uno smoking nero avvolge il suo fisico mascolino e slanciato, ma la cravatta è allentata e la camicia sbottonata così per farle intravedere il suo petto asciutto e definito.
Deglutisce e lo fissa come se fosse incantata, come se fosse sul serio vittima di un sortilegio, lo vede avvicinarsi maggiormente e osserva quel suo sorrisetto sornione, i capelli biondi sistemati alla perfezione e i suoi occhi chiari scrutarla come se fosse una prelibatezza.

La musica continua a riprodursi, lui arriva a qualche centimetro dalla sua figura aggraziata e le posa una delicata carezza sulla guancia, ma senza distogliere lo sguardo dal suo: «Ti stavo aspettando, sai?».
«Lo noto, mio caro» accenna un breve riso pieno di stupore e sente il cuore trottare in petto come se fosse un cavallo, l'aria quasi esce affannosa e si sente spaesata nel ritrovarsi in una situazione così sensuale e provocante.
Non è la prima volta che la sorprende, ma oggi l'ha davvero colpita più di quello che potesse aspettarsi.
Sarà la mancanza di quel tipo di attenzioni, sarà la voglia di recuperare delle notti di passione perdute, ma Esme sente la pelle bruciare anche solo se ammirata da quell'uomo.

Lui le prende la mano e l'avvicina a sé, facendola posare sul proprio petto e stringendola in una salda presa.
Il corpo minuto di Esme sembra avvampare a quella vicinanza e si morde istintivamente il labbro inferiore; tuttavia, regge il suo sguardo.
Lo fissa ancora in quelle iridi ghiacciate e vorrebbe quasi scioglierle con le proprie così intense e scure.
Draco accenna una risatina, lo conosce bene il suo sguardo ammiccante e gli piace che anche solo in questa tacita maniera riesca a reggergli il gioco, per lui appare tutto più divertente.
Ondeggia lievemente, per ballare a ritmo di quella melodia, e lei lo segue, accarezzando il suo petto scoperto e salendo sul suo collo così da allacciare attorno le proprie esili braccia.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora