Channelle
[Inizio ricordi]
Lo sguardo severo di mia sorella mi porta ad abbassare gli occhi sul pavimento, mentre stringo le mani in due pugni per impedire alla lacrima che minaccia di uscire dalla mia pupilla destra di scendere lungo la mia guancia.
Non voglio mostrarmi debole davanti a lei, non voglio che si accorga di quanto mi senta maledettamente in colpa.
«Che ci fai a casa mia?» - dico con un filo di voce, alzando lentamente il viso per guardarla di nuovo negli occhi, per la prima volta sentendo la sua mancanza dopo giorni di assenza.
Da quel giorno nessuno ha bussato alla porta del mio appartamento, nemmeno Kristen e Alison. Nemmeno Mikael.
Porto rapidamente una mano al petto quando il mio respiro inizia a diventare irregolare di nuovo, come se all'improvviso non riuscissi più a prendere aria davanti a due occhi pieni di odio che mi scrutano a meno di un metro di distanza.
Forse è meglio che nessuno mi ha rivolto la parola in questi giorni, probabilmente mi avrebbero guardato tutti come sta facendo Maddie in questo momento, come se fossi un'estranea.
Un forte senso di colpa riprende a impossessarsi di me al solo pensiero di quello che staranno pensando le mie amiche di me in questo momento, ma cerco di scacciare questi pensieri dalla testa quando mi accorgo di avere la punta del naso talmente rossa da essere sul punto di scoppiare in lacrime davanti a lei.
«Vedo che ti sei già ripresa.»
Deglutisco rumorosamente quando fa un passo nella mia direzione, costringendomi a farne uno indietro verso il mio vicino di casa alle mie spalle e far spazio a mia sorella per entrare nel mio appartamento.
Senza nemmeno badare alla presenza di Mark dietro di me, continua a guardarmi dritto negli occhi, spingendo con una mano la porta alle spalle per chiuderla violentemente.
Sobbalzo quando il tonfo della porta si diffonde nel mio soggiorno, mentre Mark si affretta a poggiare una mano alla mia spalla quando capisce che sono in difficoltà.
«Non difenderla.»-mia sorella lo riprende con un tono talmente acido che alzo la testa di scatto in alto per accorgermi che per la prima volta rivolge la parola all'uomo alle mie spalle, puntandogli l'indice contro con rabbia.
Solo ora capisco che Maddie è qui solo per sbattermi in faccia di essere stata un'irresponsabile e non per vedere davvero come sto, anche se sono passato giorni da quando mi sono sdraiata sul letto di quella ginecologa.
Appena realizzo le sue parole e scruto attentamente il suo viso contratto, tiro un sospiro pesante dalle narici, mentre la mia espressione passa da confusa a infuriata lentamente.
È qui per dirmi di aver sbagliato, ma sappiamo entrambe che se ho messo piede in quel ospedale è stato anche per colpa sua.
Sua e del suo insistere di allontarmi da... lui.Se solo lei fosse stata al mio fianco dall'inizio non solo sarebbe stata la prima a sapere che avevo in grembo suo nipote, ma non sarei nemmeno costretta a vivere in questo piccolo appartamento solo in compagnia del mio vicino di casa.
«Vattene.»-trovo il coraggio di dire senza nemmeno rendermene conto, attirando all'istante la sua attenzione per farle incrociare i miei occhi.
La sua smorfia passa da infastidita a sorpresa in un batter d'occhio quando si accorge del mio sguardo pieno di disprezzo, mentre chiudo le dita in due pugni stretti e mi trattengo dal fare dei passi nella sua direzione per cacciarla nel corridoio come avrei dovuto fare dal momento in cui sono tornata settimane fa da New York.«Vattene!» - questa volta il mio tono di voce è così alto che Maddie salta sul posto e abbassa le sopracciglia in segno di confusione, facendo un passo indietro quando serro di nuovo la mascella, ma Mark mi impedisce di andare nella sua direzione, stringendo la presa sulla mia spalla, come se il suo gesto potesse aiutarmi a placare la rabbia che in tutto questo tempo ho accumulato per lei e le mie amiche.
Dovevano essere qui a prescindere da tutto. Dovevano essere qui in questo momento, a farmi smettere di piangere come una bambina e farmi sentire meno sola, invece di scomparire e lasciarmi sola quando ho più bisogno di loro.
Deglutisco rumorosamente mentre il mio petto fa su e giù rapidamente per un misto di odio e ansia allo stesso tempo, ma la mia espressione si addolcisce d'improvviso e i miei occhi si appannato quando la vedo spalancare il portone d'ingresso per scomparire dalla mia vista.
«Vattene.»-sussurro quando la sua figura scompare dalla mia vista, mentre le mani possenti dell'uomo dietro di me stringono le mie spalle, come se bastasse per confortarmi e farmi riprendere a respirare normalmente.
«Hai fatto la scelta giusta, Channelle, ma devi dirglielo.»- le sue parole echeggiano nel mio soggiorno appena faccio un passo indietro per poggiare le spalle sul suo corpo, mentre lascio le lacrime scivolare lungo le mie guance rosse.
'Devi dirglielo.'
Il cuore mi sale in gola quando il suono della sua voce arriva dritto alle mie orecchie. È la prima volta che Mark mi romprovera, come se non sapesse che in questo momento mi sembra di essere sul punto di soffocare, come se anche lui la pensasse come loro.
Le sue mani stringono le mie braccia , ma non capisco se lo fa per farmi capire di ascoltarlo o per consolarmi, al che un singhiozzo scappa dalle mie labbra senza che riesci a trattenermi, maledicendomi mentalmente per come sono conciata.
«Respira.»-lo sento sussurrare subito dopo, questa volta con un tono meno severo, come se all'improvviso si fosse reso conto di aver esagerato, anche se sappiamo entrambi che ha ragione, tanto che non ci penso due volte prima di lasciarmi cadere sul suo petto e portare il palmo della mano sullo stomaco, lasciando un altro gemito strozzato scappare dalle mie labbra mentre stringo tra le dita il tessuto della sua maglia calda.
'Vattene.'-ripeto mentalmente, questa volta senza trovare il coraggio di aprire bocca per la paura di iniziare a singhiozzare davanti a lui, ma quando mi accorgo che è sul punto di aprire bocca e riprendere a rimproverarmi, lo zittisco all'istante con una voce fievole e sconfitta, solo per fargli capire di quanto mi sia pentita di aver seguito il suo consiglio:
«Voglio tornare a New York.»
[fine ricordi]
Instagram: ema_8570
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Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu
ChickLit«Cazzo, Channelle! Dimmi che non hai abortito!!»- continuo a fissarla nelle sue fottute pozzanghere vuote, questa volta senza trattenermi dall'alzare una mano in aria per tirare un pugno allo stipite della porta affianco alla sua testa, con così tan...