«Mark...»
Sospiro pesantemente e chiudo gli occhi per la frustrazione e disagio, per poi alzare la testa verso quello che per me sta diventando fratello maggiore.
Non so se è vero che è tornato a New York per risolvere degli affari di lavoro, ma il fatto che si è proposto di passare dei giorni nel mio appartamento e aiutarmi a fare compagnia a mia figlia mentre sono occupata con il nuovo incarico che Miakel ha voluto assegnarmi non lo dimenticherò affatto.
«Lo so.»-alza gli occhi al cielo, senza distogliere l'attenzione dalla piccola, sdraiata sul divano con una leggera coperta che copre il suo corpicino, per poi continuare con un tono scocciato:
«Ti chiamerò per qualsiasi cosa. Se la bambina inizia a piangere le scaldo il latte e lo metto nel biberon. Se inizia a sudare le tolgo la coperta...» - inizia a recitare a memoria quello che gli ho ripetuto da stamane, al che mi trattengo dal sorridere e non lo faccio continuare:
«Grazie Mark.»-inclino la testa di lato e assumo una smorfia addolcita quando lo vedo accarezzare con l'indice la guancia di Katty.
«Di essere qui.»-sussurro, rimanendo ferma sul posto, anche se Joseph starà impazzendo nell'aspettarmi all'ingresso del palazzo.
'Di esserci sempre stato.' - vorrei aggiungere, mentre gli volto lentamente le spalle e lo sento farfugliare qualcosa di incomprensibile tra le labbra.
È stato capace di farmi sentire sicura dal primo momento in cui ho messo piede nel mio nuovo appartamento a Miami. Il primo che ha provato ad aiutarmi, per quel poco che potesse, a trovare qualcosa di nuovo sui miei genitori biologici, e ad assecondarmi quando ho deciso di arrendermi e lasciare le indagini sulla mia famiglia alle spalle.
***
«Hai capito?» - chiede con un tono più freddo del solito, mentre le mie mani tremanti faticano a reggere il bicchiere di Champagne.
Non credo ci fosse bisogno di una limousine per portarmi a conoscere gli altri soci della nostra azienda, anche se questa cena forse è la più importante della mia vita... E della vita dell'impero di Mikael e della sua famiglia.
Sento di avere sulle spalle una responsabilità così grande da sentirmi soffocare, e le occhiate ghiaccianti che continua a lanciarmi Joseph non mi aiutano affatto.
Vorrei che fosse Mikael in questo momento al mio fianco a supportarmi, invece di accogliere i suoi soci, che ora si saranno già accomodati in uno dei ristoranti più lussuosi dell'Avenue of the Americans. Probabilmente stanno aspettando di conoscere la loro nuova socia, anche se devo essere accettata da loro prima di diventarlo.
Se il piano è quello di convincerli a essere una di loro e di dare un prestito alla mia azienda, non so fino a che punto il mio essere mamma riuscirà a rendermi più affidabile davanti ai loro occhi, ma il vero motivo per cui sono qui in questo momento è di dimostrare a Mikael di esserci anch'io per lui.
«Se dovesse essere necessario farai conoscere a loro tuo figlio.»- ripete appena la macchina si ferma all'improvviso, facendomi salire il cuore in gola per l'ansia.
«Foglia.»-sottolineo tra i denti, ma sono sicura che non mi abbia sentito, dato che si affretta a uscire dalla limousine senza dire altro, come se fossimo così in ritardo da aver perso l'intera cena.
Sforzo un sorriso quando Joseph apre la portiera prima ancora che trovi il tempo di uscire da sola, ma più che un gesto gentile il suo sembra essere un modo per dirmi di alzare il sedere e sbrigarmi a seguirlo, mentre allunga una mano nella mia direzione per aiutarmi a mettermi in piedi.
Il vestito stretto e aderente che fascia il mio corpo snello non aiuta in questo momento, ma è uno dei vestiti che mi sono promessa di indossare quando sarei dimagrita fino a raggiungere il peso che avevo prima di rimanere incinta.
STAI LEGGENDO
Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu
ChickLit«Cazzo, Channelle! Dimmi che non hai abortito!!»- continuo a fissarla nelle sue fottute pozzanghere vuote, questa volta senza trattenermi dall'alzare una mano in aria per tirare un pugno allo stipite della porta affianco alla sua testa, con così tan...