Twenty Second

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Guardo il riflesso dei miei occhi sullo specchietto retrovisore, mentre trattengo un sorriso sincero, vedendo le mie pupille brillare come non hanno fanno da mesi.

Porto il labbro inferiore tra i denti e getto la testa indietro, questa volta sorridendo come una pazza in mezzo al parcheggio dell'azienda, mentre mi sforzo a immaginare ogni singolo secondo di ieri sera.

Il peso del suo corpo sulla mia pelle.
Le sue labbra che succhiano il mio collo al punto da farmi soffocare per quanta forza imprime a ogni singolo bacio.

Le sue maledette mani gigantesche che tengono ferme le mie gambe tremanti e il suo bacino che si unisce al mio delicatamente.

Apro gli occhi lentamente, guardandomi di nuovo sullo specchietto per notare che sono tutta rossa in volto, mentre me mie mani tremano come se mi trovassi ancora al suo fianco ora.

Con una fatica immane apro la portiera della mia auto per avviarmi verso l'ingresso dell'azienda, stringendomi nel cappotto quando una forte tirata di vento mi colpisce in piena faccia, anche se non basta per riportarmi alla realtà.

Maledizione, Jason! Riesci a distrarmi anche in un giorno come questo.

Sembrava quasi che se l'aspettasse la mia visita ieri sera, o come se si fosse preparato a farmi uscire fuori di testa come ai vecchi tempi.

Non si è presentato alle riunioni con i soci negli ultimi due giorni e non so se ha intenzione di venire anche oggi, ma la sua presenza mi metterebbe sicuramente in soggezione, soprattutto in questo incontro.

Oggi i soci daranno il verdetto, in base a quanto hanno visto. In base ai risultati avuto con la prima sfilata e in base a tutti i cambiamenti a cui hanno assistito. Me compresa.

Mi vedono come una madre, una donna seria dedita alla famiglia e al lavoro e che si cura dell'azienda come dei suoi figli...
Una persona seria. Seria e affidabile al punto di meritare il mezzo miliardo di dollari che i soci oggi dovrebbero darci.

Non credo di essermi mai sentita più fortunata di oggi. L'argomento di mia figlia non è mai venuto fuori davanti a Jason in questi giorni e non mi hanno nemmeno messo alla prova per verificare la mia lealtà.

Se tutto è andato come abbiamo sperato stasera ritornerò da Jason.

È questa volta non con un banale reggiseno...

Prometto a me stessa di aprire dopo anni lo scatolone con tutti i vecchi lingerie che lui mi ha regalato e di prendere il suo preferito.

Al solo pensiero sorrido di nuovo, ma questa volta abbassando la testa per non farmi vedere dai colleghi lungo il corridoio, avviandomi a testa bassa verso l'ufficio di Mikael.

Mi schiaffeggio mentalmente e alzo il mento in segno di autostima quando penso di nuovo a quanto sia importante la riunione che inizia tra meno di cinque minuti.

In mezz'ora di discussione si deciderà il futuro di questo posto che, per quanto io odi New York, mi ha fatta affezionare alla vita caotica di questa metropoli.
L'impressione che devo dare è quella di una donna che merita questo posto per tutti i sacrifici che ha fatto per averlo.

Non so cosa significhi avere un padre, tantomeno un padre ricco miliardario come Mikael e Jason. Sono a capo di un'azienda solo perché un tempo avevo una certa simpatia per la matematica e i numeri, senza pensare a dove sarei finita a lavorare un giorno.

Eppure oggi mi ritrovo costretta a stare su un paio di tacchi alti, una gonna stretta a vita alta, e una camicia bianca che cerchi di mostrare quanto sono indipendente e sicura di me.

Infatti cammino a testa alta e senza degnare di uno sguardo i miei colleghi per via dell'agitazione, aprendo la porta trasparente dell'ufficio oramai familiare, con il cuore che batte a mille quando noto che quasi tutte le sedie sono già occupate, compresa quella di Mikael, che non si accorge nemmeno del mio arrivo per quanto impegnato a parlare con uno dei colleghi seduto al suo fianco.

Ex 3// Pregnant With My Ex (Terzo Libro) // EX TRIOLOGIA ~Ema Oqu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora